Ultimatum alla Terra

(The Day, The Earth Stood Still)

"Io sto per partire. Mi perdonerete se vi parlo senza preamboli. L'universo diventa ogni giorno più piccolo e il pericolo di aggressione, da parte di chiunque e dovunque, non può essere tollerato. È necessario che ci sia sicurezza per tutti gli esseri viventi. Ciò non vuol dire rinunciare a qualche libertà se non a quella di agire da irresponsabili. I nostri antenati hanno pensato così quando hanno fatto le leggi per autogovernarsi, ma anche una polizia per imporle. Anche noi che abitiamo gli altri pianeti abbiamo accettato questo principio e abbiamo creato un' organizzazione per la mutua protezione di tutti i pianeti e per la totale eliminazione di ogni aggressione. La forza di questa autorità superiore è una polizia che la faccia rispettare e a questo scopo abbiamo fatto un esercito di automi. Il loro compito è pattugliare i pianeti con aerei astrali come questo e mantenere la pace. In materia di aggressioni abbiamo loro conferita assoluta autorità su di noi, autorità che non può essere revocata. Al primo segno di violenza agiscono automaticamente contro l'aggressore. Gli effetti che la loro azione può causare scoraggiano ogni iniziativa. Il risultato è che viviamo in pace, senza armi né armati, tranquilli perché sappiamo di essere liberi dal pericolo della guerrao e liberi di dedicarci ad attività più profìcue. Non ci illudiamo di aver raggiunto la perfezione, ma abbiamo creato un sistema che funziona. Io sono venuto qui per dirvi questo: a noi non importa che fate sul vostro pianeta, ma se tentaste di estendere le violenze, questa vostra Terra verrebbe ridotta a un mucchio di cenere. Potete scegliere: unirvi a noi e vivere in pace o seguitare la strada in cui siete e venire annullati. Aspetteremo una risposta . La decisione spetta a voi. "

E' questa la sequenza finale ed esplicativa di uno dei migliori e più famosi film di fantascienza mai apparsi in Italia. La pellicola diretta da Robert Wise e ispirata al racconto Farewell to the master di Harry Bates.

Claudia e Giovanni Mongini, Storia del cinema di fantascienza, Vol.1, Fanucci, pp.102-3