UN' ESTATE QUALUNQUE

 

Carla era, ormai da venti minuti, ferma nello sterminato parcheggio del supermercato, la sua y10 senza servosterzo era oramai un forno ma lei con il capo riverso sperava di sciogliersi in quel caldo e lasciare sul sedile solo una pozza cristallina, di scivolare sull'asfalto che creava miraggi al ritmo d'una lanterna magica ,essere assorbita velocemente senza lasciare null'altro al mondo che quella manciata di parenti eccitatissimi di poter finalmente approdare a "chi l'ha visto? " .Sentiva il sudore formarsi tra le tette e scivolare sul primo rotolino di grasso procurandole un leggero solletico mentre sulla fronte imperlata le gocce prendevano la fastidiosa strada per le orecchie incespicando tra i capelli cespugliosi, mai che i passaggi importanti della vita avvengano senza fastidio, nella migliore delle ipotesi. Improvvisa l'assalì un'altra sgradevole sensazione un peso nell'addome come una palla da bowling nell'utero ed un rivolo caldo all'interno delle cosce, allargo le gambe e le arrivo l'afrore tipico del sangue mestruale, il suo sogno di una scomparsa limpida andò a farsi fottere come tutti i suoi desideri nella sua sballata vita. Almeno questo la indusse ad uscire dall'abitacolo per andare a comprare gli assorbenti quelli superadesivi che quando li stacchi ti portano via un pezzo di mutanda o al meglio lasciano sulle stesse ben quattro strisce superadesive così che quando ti rimetti le mutande e poi le togli ti portano via buna parte dei peli. Pensare poi che comprava quelli con superali che ti dovrebbero far volare via la figa su di un' altro pianeta&ldots; invece quella era sempre lì con le sue mille esigenze a ricordale la sua esistenza perniciosa. Si avviò verso i carrelli con gli infradito che si appiccicavano all'asfalto senza averne una gran colpa visto che erano stati creati per camminare su spiagge sconfinate e non per quella torrida estate di città. Ok le 500 lire erano nel palmo sudaticcio e non avrebbe dovuto frugare per ore in quella valigia di immondizie varie che si ostinava a portarsi a tracolla e che riusciva solo a farle tracollare il collo .Prese l’ascensore che puzzava di sudore rancido ed ogni volta si soffermava sui graffiti chiedendosi se non valesse la pena di fare il salto ed arrendersi a “Marco&ldots; te la leccherò fino a farti impazzire 883565960” piuttosto che ad “Alfredo coppie singoli/e cani gatti e criceti 338654321” Gatti? Criceti???? Beh almeno qualcuno che abbia un po di fantasia. E se poi l’avessero rifiutata anche questi scopatori onnivori? La sua vita sessuale non avrebbe avuto neanche più una chance ipotetica “Maschio bello e palestrato 33 anni ti farà toccare il cielo con un dito 356879089”&ldots;mhhhh con un dito , niente di nuovo all’orizzonte &ldots;e poi il temine palestrato, oddio che impressione le ricordava un vecchio fidanzato che le sue amiche chiamavano Big Jim, roseo come un maialino con la pelle cotta dalle saune e dalle depilazioni ,faceva ginnastica su di lei due volte alla settimana ,serie interminabili di flessioni, mentre la scartavertava con i peli in crescita. Oh si esco&ldots; esco.Una donna con la faccia arcigna ed il carrello carico di tutti formati famiglia numerosa possibili la fulminava con lo sguardo vedendola prendere nota di qualche numero telefonico, si sa mai. Carla aveva le orecchie rosse che sotto la spietata luce dei neon sembravano trasparenti e che richiamavano il naso rosso e spellato frutto di un coraggioso pomeriggio in piscina.La piscina&ldots; brulicava di commesse, tutte culetti sporgenti e tettine a punta e lei si chiedeva dove fossero le impiegate dai culi appiattiti da ore ed anni passati ai computer, quando ormai la cellulite diventa laterale e le rende dei rombi ambulanti ,con quelle tettine flosce in spalle incassate, ma forse quelle come lei avevano rinunciato ad abbruttire il mondo con la loro presenza e s’abbronzavano solo più ,come mortadella andata a male, tra le fette d’un lettino solare. Però gli uomini c’erano e ridevano pure&ldots; che cazzo avranno poi avuto da ridere con quelle gambine da merli sotto pance da gravidi al sesto mese&ldots;i glutei con la tripla piegolina plissettata&ldots; i capezzoli sotto le ascelle&ldots; ridevano e il mondo non si accorgeva di quanto fossero ridicoli. Il giornale diceva che in clima di recessione poca gente avrebbe potuto permettersi delle vacanze e allora dov’erano tutte le persone che solitamente affollavano il tempio&ldots;erano rimasti solo i mercanti e qualche vecchietta più che fedele, fanatica. Pensò a Rudy ,c’erano stati insieme un paio di volte in quel supermercato, forse perché d’inverno sotto sciarpe, cappelli e cappotti si vedeva meno lo sfacelo o forse perché dopo cene a base di ostriche, vinelli ed ogni ben di dio, che lei pagava grata, e dopo mezza bottiglia del suo cognac preferito la trovava scopabile&ldots; qualunque fosse stato il mistero di quella storia quasi d’amore si erano frequentati per quattro mesi e proprio quando le sue mani stavano per dare una forma al suo corpo e il primo sole di primavera la stava scaldando un poco, le venne fuori quella domanda di merda:”dove si va quest’estate?” e lui : “tu non so&ldots; io vado in Grecia”. Lei pensò immediatamente a quella taccagna di sua madre che pur essendo un’arpia, non appena era entrata in preorgasmo all’idea di un genero da seviziare, aveva mollato un pacco di soldi per costumi da bagno firmati e vestiti che aveva scelto con la cura di una maitresse&ldots; cazzo&ldots; avrebbe dovuto ridarle i soldi? &ldots;poi realizzò che era un modo per Rudy di dirle che si era stufato di uscire con una stupida vacca&ldots; tornò a casa e si accasciò sulla vasca da bagno &ldots; si per essere vacca era vacca&ldots; gambe giallastre con peli radi come un pollo e cellulite di quelle che non c’è alcun bisogno di strizzare&ldots;tripla piega pancia-stomaco&ldots; tette ancora su per la sua età ma di quelle un po a banana col capezzolo gonfio ed informe&ldots; ma in una vertigine d’autostima afferrò la settimana enigmistica&ldots; stupida no eh&ldots; cominciò con le definizioni più semplici&ldots; più semplici&ldots; ma il suo pensiero s’arenava su un mare limpido ed azzurro d’una spiaggia greca&ldots; fanculo anche alla cultura, afferrò dal frigo un barattolo da mezzo chilo di gelato al cioccolato si piazzò davanti alla tele e si mise a guardare un vecchio film romantico del cazzo. Bene ora Rudy era in quella spiaggia di merda sovraffollata a pagare ogni cosa l’ira di dio per la troietta dell’ufficio spedizioni e lei si stava godendo la città d’estate i parchi brulicavano d’iniziative: cinema all’aperto, tutti i film già visti durante l’inverno con quella cozza della Sabri ,che per quanto cozza era a farsi trombare a Cuba, da un medico cubano che l’amava alla follia e che spesso le chiedeva aiutini per i suoi tre figli oppressi dagli americani , troia , inculata e politicamente corretta. Il teatro neanche a pensarci tutto quello che i teatri avevano scartato durante l’inverno te lo ingozzavano d’estate con la scusa che è gratis e ci trovavi tutti quelli con la puzza sotto il naso e le toppe al culo che fingono d’aver capito tutto ,quando nessuno di quelli sul palco ha capito che cazzo stà dicendo. Si, i concerti erano buoni, ma vedere tutti quei scatenati mezzi nudi saltellare e sbiellare, le faceva venire in mente che avrebbe dovuto essere a casa a spalmare di topexan la faccia di quel balordo di suo figlio, il balordo che non avrebbe mai avuto. Stare a casa con il ventilatore in mezzo alle gambe una mano sul telefono a fare croci a matita sui pochi numeri della sua rubrica... :”naaaaaaaaaaaaaaaa dove vuoi che vada quest’anno ad agosto???? È tutto un gran carnaioooo” bastardi!!! Si decise a chiamare Alfredo... c’era... preparò l’assegno ,tanto a quella stronza di sua madre non avrebbe dato una lira, si fece una doccia, si mise un po di trucco e rimase ad aspettare... e se non fosse stata una buona scopata ... almeno si sarebbe fatta raccontare dei criceti.

ROSSELLA CIRIRILLO