QUANDO LA CYBERTALPA CI METTE LO ZAMPINO...

Ancora una sorpresa nella storia infinita del processo contro gli ormai noti assassini del neopresidente della Confederazione dei Pianeti Uniti. Come i lettori ricorderanno, la convenzione del C.P.U. che, grazie all'evoluzione delle sperimentazioni sulle energie eolica e solare, era riuscita a rivedere il piano economico decennale rivisitando i vecchi sistemi energetici, aveva trovato l'appoggio degli Ecologisti e del Partito Naturista, ma aveva decisamente rotto le uova nel paniere della Destra Capitalista, arroccata nei suoi serbatoi di idrogeno liquido, e in quell'inesauribile fonte d'inquinamento che è il petrolio artificiale.

Che l'omicidio del presidente dunque appaia più una questione economica, ancor prima che politica, sembra dunque evidente, anche se la Corte Interplanetaria ha deciso di approfondire in più direzioni la faccenda.

Altre indagini, dunque, che hanno portato alla scoperta della famigerata cybertalpa, un innocuo ometto (da quanto si dice, ma nessuno ha ancora avuto modo di vederlo realmente) che "giocando" in rete col suo pc, sembra essere riuscito ad entrare in un sistema a lui sconosciuto, forse a causa di un contatto. Caso o non caso (potrebbe tranquillamente trattarsi di un normalissimo pirata delle reti capitato in qualcosa di troppo grosso per i suoi relais) il poveretto ha già rischiato la vita tre volte, e solo la pura fatalità lo sta tenendo nel mondo dei vivi. Tutti e tre gli attentati, accuratamente predisposti nei minimi dettagli, indicano che gli attentatori non sono certo improvvisatori qualunque, ed un ultimo risvolto nelle indagini, sembra mostrare in maniera evidente l'intervento di qualche forza internazionale che sta cercando di lavorare nell'ombra.

Questo ha spinto la Corte Internazionale a non attendere oltre e ad agire con i piedi di piombo. Il superteste è stato prelevato a sorpresa dalla sua abitazione e trasportato in un pianeta prigione di massima sicurezza, presumibilmente nei pressi di Alpha Centauri, anche se ovviamente non sono state confermate ulteriori notizie al riguardo. La Corte Internazionale conta per la prima volta nella storia di riuscire a far presenziare il testimone al processo senza farlo spostare dal suo rifugio sicuro, grazie ad un impianto di telecomunicazioni RV.

La figura del teste apparirà dunque in aula solo a coloro che saranno muniti di casco , di modo che, fisicamente, il teste non possa essere attaccato.

Attualmente i tecnici stanno ancora lavorando affinché non si verifichino problemi nella trasmissione, e stanno dotando il trasmettitore della cybertalpa di un filtro per evitare che venga scoperta la fonte della trasmissione. Si tratta di un momento effettivamente molto delicato: le rivelazioni del nostro cow-boy potrebbero rivelarsi fondamentali, e il sistema economico dell'intero universo conosciuto potrebbe subire un grosso scossone.

Speriamo che i giudici, nel valutare le testimonianze, tengano presente anche questo fatto....


Due risate con l'alieno.

 

LA STRANA STORIA DELLA SCATOLA NERA

 

Forse raggiunta la corretta interpretazione del reperto ritrovato durante lo scavo delle fondamenta del nuovo Palazzo di Giustizia di New York.

di Sissi Bernix.

 

20 cm. di lunghezza x 10 cm. di larghezza x 2 cm. di altezza: non stiamo parlando del nuovo prototipo di top model olografica giapponese, bensì della scatola nera che per una buona ventina di giorni standard ci ha tenuto con il fiato sospeso.

Durante gli scavi per le fondamenta del nuovo Palazzo di Giustizia, era stata rinvenuta a sorpresa questa scatoletta con due buchi, tutta nera. All'inizio gli operai avevano pensato ad una bomba inesplosa, ma i sensori dei lavoratori meccanici non avevano rilevato nulla di pericoloso per gli uomini, e quindi si era provveduto a consegnarla ad un'équipe di ricercatori. Una volta smontata completamente, all'interno era stata trovata una strana pellicola e qualche pezzetto di plastica. A quel punto si era richiesto l'aiuto di alcuni esperti, e la scatola veniva spedita con urgenza al Laboratorio di Ricerca Speciale di New Jupiter.

Il materiale a cui gli esperti si sono trovati di fronte sembra storicamente importante, risalente decisamente a prima del Duemila.

La cosa ha colpito ed interessato molti, al punto che una rete televisiva privata del gruppo Galanet, su suggerimento dell'attuale vice presidente Michael Goodday, ha attivato il quizshow a premi: INDOVINALA, GRULLO!, che promette grandi e danarosi premi a chi risolve i maggiori problemi proposti. Il problema della settimana era appunto: "Che cos'è la scatola nera?", ma il programma è stato sospeso dopo 2 giorni a causa dell'intervento delle autorità, che non sapendo bene di cosa si trattava, preferiva mantenere il più assoluto riserbo sulla vicenda.

Gli ideatori del programma però si sono appellati al fatto che il richiamo televisivo ha permesso l'attuazione di un brainstorming di massa. Non solo il fatto che tutti abbiano saputo della scatola nera ha fatto si che qualcuno si facesse avanti. Al gruppo Galanet penseranno i tribunali, ciò che invece interessa a noi è che Henry Dettori, rispondendo al programma ha comunicato al Laboratorio di New Jupiter una sua ipotesi che si è poi rivelata corretta.

Secondo Dettori, la scatola nera, o quello che comunque ne è rimasto, poteva essere una antica videocassetta, cioè uno strumento usato verso la fine del millennio per visionare produzioni cinematografiche.

L'ipotesi all'inizio ha trovato una certa ostilità tra gli esperti, che ritenevano di discendere da antenati tecnologicamente più evoluti, ma a sorpresa si sono tutti dovuti ricredere: grazie ad un antiquario è stato possibile recuperare uno strumento che ha permesso di visionare su monitor il contenuto della scatola.

Purtroppo parte della produzione è andata persa. Forse il giacere sottoterra per tutti questi anni e l'incauta esposizione all'aria hanno sciupato la pellicola interna.

Ecco perché un'équipe d'esperti, guidati dal dott. DE PISCOPO stanno cercando di raccapezzarsi.

La trama, ad una prima visione di ciò che resta, sembra essere di una classica space opera catastrofica del 1900: alieni ostili arrivano sulla terra, cercano di invaderla, ma uomini buoni si organizzano e con qualche caccia distruggono gli alieni cattivi.

Ciò che lascia perplesso in questo film, è tutto il resto, cioè quella regia particolare, quegli attori così strani, che evidenziano dei lati estremamente inusuali: innanzitutto gli alieni cattivi e dotati di tecnologie superiori invadono la terra per distruggerla e malgrado la loro velocità decidono di aspettare tre giorni prima di lanciare l'attacco che porterà all'annullamento del genere umano (forse si è persa qualche sequenza sulle discussioni strategiche aliene); il film poi si concentra maniacalmente su un manipolo di individui i quali, malgrado la vastità della terra e la differente provenienza, si incontrano casualmente, qualcuno si sposa anche tanto casuale era l'incontro, e cooperano con le scarse tecnologie terrestri per distruggere gli alieni; oltretutto c'è un personaggio (presumibilmente uno scienziato) che, insieme al padre, passa tutto il tempo di un viaggio aereo a vomitare, invece, mentre compie un altro viaggio su di un'astronave, pur essendosi adeguatamente munito di sacchettino, non sta per niente male (forse perché la tecnologia aliena è davvero più avanzata, o forse perché suo padre con i suoi consigli è rimasto a terra); e i poveri alieni?

Da una parte si fanno stendere da un pugno sul naso tirato con destrezza da un pilota di caccia (che alzandosi in tarda mattinata si era ritrovato una bella astronave sulla testa), dall'altra al tentativo di togliergli l'armatura reagisce e ammazza mezza équipe di laboratorio. (A questo proposito il Dott. DE PISCOPO ha affermato di essere contento di essere solo una specie di archeologo del cinema!).

Dall'altra si scopre che la mitica Area 51 (area supersegreta in cui sarebbero conservati corpi di alieni- un certo Roswell viene citato ma non si capisce la connessione- nonché un'astronave aliena intera, proprio dello stesso tipo di quelle che stanno ammazzando tutti) esiste, e l'astronave che conserva è perfettamente pronta all'uso al punto che un pilota ed uno scienziato, grazie ad essa, riusciranno ad entrare nell'astronave madre e a mettere in crisi il sistema computerizzato; risultato? Un bel discorso del Presidente Americano ai piloti dei caccia (O per lo meno a quelli che si è riusciti a raccattare strada facendo) che fa sì che un meticcio ubriaco disinfestatore di professione si trasformi in un Kamikaze giapponese per salvare l'America: e così avviene il grande botto!

Questo lato della vicenda però è ancora in fase di studio, perché non si capisce bene che tipo di computer sia stato usato e soprattutto con quale linguaggio.

Ma in alcuni punti, la pellicola è veramente oscura: in buona parte del film compare in maniera onnipresente un cane, forse la mascotte del gruppo, che assiste anche allo sgnudamento dell'alieno. L'unica scena in cui non fa la sua comparsa è la scena del discorso del Presidente, ma questo è comprensibile.

Ma andiamo oltre, perché in realtà questo film è un intreccio di storie tutte molto commoventi e ricche di significato: in questo film c'è la storia di una bambina che resta orfana di madre e di un bambino che invece trova un padre, di un uomo che resta vedovo e di una spogliarellista che trova marito, di due divorziati che si risposano e di un bianco che stringe la mano a un nero.

Insomma: un gran casino, che sicuramente rispecchia la confusione politica, economica e sociale di fine millennio.

Ma un'altra ipotesi d'interpretazione si è affacciata negli ultimi giorni: un assistente del Dott. DE PISCOPO, tale YARU KIDMAN, sostiene di conoscere questo tipo di produzione. A parere suo, si tratterebbe di un film comico: Kidman ritiene di poter assimilare questo film alla produzione di un regista emerso intorno al 1970-80 (la cui biografia troverebbe un posto di rilievo nelle Biblioteca Cinematografica Intergalattica LUMIERE) che aveva già eseguito alcune opere ironiche su grandi produzioni cinematografiche. Anche se dai titoli di coda non si capisce, Kidman sostiene che il film sia diretto da Mel Brooks, e forse il titolo INDEPENDENCE DAY (sembra proprio che dai caratteri rimasti questa sia l'unica dicitura possibile) vuole essere una presa in giro della festa nazionale americana del 4 Luglio.

Se davvero si tratta di questo, peccato non aver a disposizione il film per intero, visto che lo sanno tutti: il riso fa buon sangue!

Ad ogni modo le ricerche continuano, nel tentativo di riportare alla luce un pezzo della nostra storia passata, anche se ormai resta palese che, relativamente a questo tipo di produzione, questa non è scienza, è fantascienza.....


Finalmente in arrivo la nuova tuta distillante.

 

SUDATI E CONTENTI! IL NUOVO ABITO PER NON MORIR DI SETE.

 

Dopo anni di studi e di litigi per il brevetto, finalmente l’Axa sembra poter rivendicare in tutto e per tutto progetto e funzionalità.

 

di Sissi Bernix

 

Ambiente: il deserto Moio di Venere.

Personaggi: Due individui. Il primo praticamente “essiccato” dal sole e dal torrido clima del pianeta, il secondo in perfette condizioni fisiche quasi sprizzante acqua da tutti i pori.

Alla domanda fantozziana (come direbbe qualche nostro ironico antenato): “ma come fai ad essere sempre così umidiccio?”, il nostro bagnato eroe risponde: “Tuta distillante Axa. Sudati, e contenti!”

Giudizio: veramente penoso.

Ma attenzione, perché malgrado il marketing disastroso, questa volta l’Axa ha proprio giocato le carte giuste. Quando nel lontano 1985 uno squinternato francese che aveva paura di perdersi nel deserto brevettò un’idea tratta da una pellicola di un film di fantascienza altrettanto squinternata, sicuramente non avrebbe mai pensato che qualcuno dei suoi posteri avrebbe giocato sull’eredità dei brevetti per attendere il momento, o meglio ancora il clima giusto e le conoscenze tecnologiche giuste per far veramente quattrini a palate.

Ed eccola qua, la nuova tuta distillante “WET”, marchio Axa inc. prodotta a Old Paris, su quel lontano e inutile pianeta inquinato, che però ha in mano la carta vincente per la colonizzazione del caldo ed asciutto Venere.

Risolta la questione che vedeva l’inventore francese (praticamente dimenticato ed ormai sconosciuto) ladro d’idee dei monaci tibetani Zensunni, per i quali l’acqua era un bene preziosissimo, i tecnici dell’Axa si sono potuti concentrare finalmente sui problemi tecnici che l’abito in se proponeva. L’esigenza di una simile tuta nasce nel momento in cui il clima e l’ambiente in cui si va a vivere dipendono fortemente dalla capacità di mantenere acqua nel corpo umano. Mentre inizialmente però, la tuta si limitava a non permettere traspirazioni con l’esterno, la nuova tuta presentata garantisce anche un riciclo non solo dei rifiuti liquidi, ma anche di quelli solidi. La tuta è in pratica un microsandwich in tessuto sintetico cerato. Lo strato interno consiste in una membrana porosa che permette la libera traspirazione sia dell’umidità corporea esteriore che di tutti gli altri liquidi corporei. Questo strato, separato dall’esterno, fa si che, con il calore del corpo, l’umidità condensata si riscaldi e formi uno strato protettivo dagli sbalzi di temperatura. I due strati esterni filtrano ulteriormente l’acqua, secondo un processo purificante che mira a renderla riciclabile, e sono ricoperti da un complesso di minuscoli tubicini per il convoglio dell’acqua potabile così ottenuta verso le sacche di raccolta. Il problema dell’otturamento è stato finalmente risolto grazie al nuovo rivestimento pseudo-plastico denominato “slide”, un’esclusiva Axa. All’inizio del ciclo, i tubicini contengono aria. La pressione dell’aria che viene pompata per mezzo di un sistema automatico basato su di un cuscinetto ammortizzatore posto nel tallone, garantisce che l’immissione d’acqua nei circuiti sia solo quella del proprio corpo (a meno che non si tratti di una tuta distillante usata) e garantisce l’irreversibilità nel processo di attivazione del ciclo di riciclaggi. Una delle domande a cui l’Axa non riusciva a rispondere con i primi prototipi era: cosa succede se nelle sacche arriva l’umidità sbagliata? Una volta un tecnico poco fine diede una descrizione di ciò che poteva veramente finire in bocca al povero assetato, e per colpa della sua sincerità, fu licenziato (vedi N.G. Ottobre\bis anno 2215).

Ciò che conta comunque, è che stavolta le cose funzionano perfettamente, al punto da poter anche controllare un po’ l’estetica: sparito il pesante zaino Zensunni, sacche di raccolta sono state posizionate a mo’ di coreografici gonfiamuscoli e girivita su tutta la superficie del corpo, cosa che distribuisce meglio il peso dell’acqua e diminuisce la sensazione di stanchezza alla colonna vertebrale. Ma non finisce qui. L’Axa è ormai quasi pronta per lanciare sul mercato anche la tenda distillante, abile rimaneggio della tuta, che permetterà campeggi nei posti più impensati.

Largo all’evoluzione, dunque, e alla colonizzazione di Venere, ma soprattutto, se mi si consente, largo all’umido!