Possa la morte coglier il mio amaro
sospiro come fiore
chingiallendo lento, declina ignaro
de lo scorrer feroce de le atre ore.
Allor, m'accoglierà barbaro grido
scendendo ne l'infèro
sconforto e, vestito di nebbia, infido
regno m'incatenerà nel suo mero
delirio: palpito d'eterno sonno,
processione di bianche
lacrime. Ecco il prezioso, triste sonno
che, queto, scende su le ciglia stanche.
Ma già i rei raggi feriscon la muta
notte che, tessitrice
d'allucinate menzogne,seduta
sta a coglier la visione dannatrice.
Ernesto Siena Parma, 10 Maggio 2003