Ellis di Silvana Cabiddu

E' stato come se fino ad oggi 6 gennaio 2004 Io Ellis abbia vissuto in un brutto sogno.

"La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte......"

Adesso un po' dolorante d’artrosi, sono presente a me stessa

- Come se mi fossi svegliata all'improvviso.

Dopo un brutto incubo

-Non voglio più pensare al passato che neanche bene so cosa sia stato,e neanche voglio saperlo.

- Spero di essere sempre presente ai miei nuovi giorni,senza più incubi di giornate violentate da uomini.

Qui fa freddo, non mi piace e la gente non ride mai;è abulica e sconfitta da qualcosa

- Forse dalla convinzione che per esistere ed essere evidenti sia necessario avere,ed essere sempre

freschi di parrucchiere

- questi sono affari loro

- non mi riguarda più cercare specchi ovunque

- voglio far ricrescere i miei capelli perché sono una donna con finalmente la sua "identità"

terribile parola abusata.

- voglio ritrovare se magari non chiedo troppo “orgasmi e sessualità” risate che aspetto con calore

- Quarantadue anni sono appena l'inizio(Credo di essere in qualche modo stata“plagiata”da delle persone che altro non volevano se non annientare la mia personalità per fame uso ed abuso a loro piacimento

- ma chi se ne frega

- non esistono più

- sono finiti,inesorabilmente distrutti dalle loro stesse malattie fisiche e mentali e basta.)

 

1/01/04

Questo percorso era esageratamente carico,rigonfio

- come seni da latte,di ricordi sbalorditi

- In cui l'ultimo dell'anno 2003 portatore di "guerre" estreme

- non estranee

- in un mondo

- non in un mondo

- ma dentro Ellis,così come nel bruco cervello testicoloso di un presidente americano.

Ignorato dalla storia e da se stesso

- disarmonicamente ancora in vita,specchiantesi nella sua stantia decrepitezza da genocidio in morbo di alzaimer,talmente irreale

- fuori logica, da essere vero

 

 

Ellis ricordava piccole sentenze d’amanti svariati

- avariati

- adesso

- colonne musicali senza nessuna nota da pentagramma

- solo mani abbastanza untuose con relative lingue appuntite in sfregamenti sul suo corpo

- tra chissà quale sipario di fantasie malate di “misoginia” muffita

- così fu-

Davanti all'estremo limite della sua concretezza, valutava più o meno sensatamente,dove si sarebbe diretta, a spurgare i suoi disagi ormonali prematuri.

Quelle specie di palle da biliardo che sparano quando meno tè lo aspetti direttamente in buca

- e ci danno sotto con bastonate di lacrimoni o risate

- a seconda del colore e della potenza del tiro

Fortunatamente la moquette del tavolo verde ogni tanto fa brezza profumata,ed Ellis può così strizzare l'occhio,burlescamente viva alla sua immagine di quarantatreenne in bella forma.

- Talvolta gli occhi strinano come con la sabbietta di una clessidra

- ma

- e ma

- è che non vede da qui a lì

- il cappotto di lana bouclet in arcobaleno.appeso a due metri da lei,le appare più come un"blu mountain" che come un capo d'abbigliamento

 

 

Si gira con la mano affusolata a contatto di labbra,indecisa

- E che sono le 04,25 e cantare nel piccolo condominio con vista su alberi freddissimi non è proprio un'ottima idea

- E poi Luciano il suo "mister"non la penserebbe bene

- e sia pure entrambi con la laringite cronica,ma un limite a tutto ci deve pur essere

Hanno smesso i botti la fuori e se tanto mi da tanto,magari e meglio che Ellis provi a dormire.

Buonanotte2003!

Ci risiamo-non va

sigaretta-

accendino-

sorso caffè-

cuffìe-

"Giro d'Italia"live

due pezzi e stop-

poi si dorme-

ma gli occhi sono a palla come la musica

Qualcuno rientra spruzzato d'argento

- brillantemente alterato dagli spumanti

- più o meno"no Martini no party"

- secondo il portafoglio vien da sé

La sigaretta fa vomito.meglio spegnerla

 

 

Auguriamo ad Ellis sogni eros

- che aiuta in stato di "fai da tè"

- tipo Brico

- insomma costruisci tè le tue cose come più ti piace (in mancanza di altro nello specifico)

Scese per la colazione con gli occhi neri tanto gonfi,quanto pesti.Come niente si scoprì a cercare la cioccolata sciolta,con la punta della lingua tra le dita della mano sinistra,persino qualche microgocciola nascosta agli angoli delle unghie,curate e lucide

- lo faceva puntualmente

- di nascosto

- come quando si sprofonda un dito nel barattolo della nutella quasi fino a toccarne il fondo

- fieri

- ghignanti

- sicuri che tutto passerà inosservato

Lo sciacquone del piano sotto,dava l'idea di un sofisticatissimo meccanismo ad orologeria.

Batteva rintocchi d'acqua velocissimi,tipo tocco di campane notturne al quarto d'ora.

Si sviluppa automatico un udito sensibilissimo,quando il sonno tarda ad arrivare

- persino un dito intorno ad una ciocca di capelli ondulati da idea di chiasso nella sacralità del silenzio notturno

- tanto per dire

- giacché è quasi l'alba

- Per pietà!

- Mi atterrisce l'idea dell'alba in spiaggia con il sacco a pelo goccioloni e,sì tanto bel sesso,ma adesso anche tanta artrosi

- Così sembra girare

- ogni cosa a suo tempo

- non ho mai capito bene quali cose e in quali tempi

- lo giuro

- ci sento una stonatura parecchio fastidiosa

- non so

Forse dormo,

a domani

 

 

Fu lì che cominciò,prima od oltre la "linea d'ombra"

- ormai diventata figura retorica

- ma il luogo,e le scorie di paesaggio non erano "ombra"

- erano abisso

- buio pesto

- sangue,molto violentemente oltre la "riva del fosso"e non c'erano neanche TV telefonini e tutto

ciò che gia sapete

C'era sgomento, urla e strappi di vestiti, litanie infinite e penetranti nel sangue, su noi piccoli bambini con gli occhi posati su scatole di mogano scuro

- morti

- veri

- bare e lutti senza nessuna fine

- non cartoni animati giapponesi

- neanche mago Zurlì o il magico Alverman,e tutte le tv dei ragazzi e caroselli poterono distrarci da quel piombo di silenzio.

Allora

- quegli occhi neri sbarrati di bambini magri,non potevano saperlo.

E continuavamo a giocare grattandoci,gomitinie ginocchia ossute, con quelle specie di ruote che

giravano con il fil di ferro ritorto.Con i tappi di bottiglia schiacciati sull'asfalto nuovo,a colpetti di sassi antichi

- tirate al muro

- e a dispetto, ed a pugnetti chiusi e moccoli di moccio,puliti col bordo dei maglioncini, saltavamo il paradiso,attentissime a non fare "brucio" leggere come gazzelle,in quei pomeriggi di vento sempre gelido

- nascoste a settecentocinquanta metri

- centro di quell'isola sconosciuta a noi stesse.Cambiando ruolo arrivavamo a "bottegare" vendendo.

a ben trenta lire cracker salati ricoperti di nutella

- e silenzio

- e di nascosto

- ed anche quei meravigliosi e colorati coni finti, di gelato di zucchero

- musica per le nostre bocche ed i nostri sensi di bambini

- nascoste

- come quando si vive in segreto.

E sempre "A DISPETTO" e di petto

- a denti stretti e pugni chiusi

- nel senso letterale

- questi comignoli di ghiaccio nero

- fiorirono esplodendo come palloncini

 

 

Ed erano ben poca cosa quelle frustate di giunchi,su gambe e mani intirizzite

- gridava anche la maestra Consolata

- ma poi si frugava a piene mani dentro giganteschi cartoni pieni di

- colori

- carta crespa

- carta velina

- panno lenci

- coriandoli

- cartongesso

- gessetti

- e di colori,colori e colore e caldo e passioni di colori,che mai ci furono tolti dall'anima

- con niente

- con nessuno,e per nessuno,solo talvolta da noi stesse

- in un’altra aria

- più in la

- contro di noi stesse

- quando un tempo strano,prese ad erodere la pelle di alcune di noi

Un po’ di quel tempo trascorse,e tempo n’è trascorso da quando ascoltavamo i Pooh gracchiare da vecchie radioline"Tanta voglia di lei";e Lelio Luttazzi,ci dondolava le domeniche con la sua Hit Parade

E forse dall’Hit Parade si passò all’Hit Parade d’altro tipo di musica e suoni

e parole

e sentenze

e comizi

e licei

e tecnici

e pantaloni a zampa

e camice a quadri

e tu sei da quella parte

e io sono da questa

e io sono più forte

e sono io invece il più forte

e se saltano le moto,i garage, le macchine;questa dovrebbe essere storiae la storia siamo noi.

Nel muro bianco della stanza di Ellis,era accampato De Gregori

Ciò che ci fotte tutti senza distinzione nessuna è

- "che ci credevamo",ma per davvero però

- non tanto per chiacchierare

- e proprio questo crederci

- forse

- fotte senza scampo molte vite,in senso non solo metaforico

- molte vite se non tutte

- quantomeno le"nostre"

- ciascuno dice del"suo"

- non so

- non si può dire di ciò che non si è "sentito"

- o almeno credo

E c'è chi non ha avuto mai

nemmeno un dubbio mai

nemmeno un dubbio mai

Leviamo dai piedi nostalgie, rancori, e tutto il restante

Ellis prese la strada per la "cantinetta" all'angolo, con i suoi due panini salame e fontina, che addentò nel percorso lasciando cibo per gli uccellini.

Lasciò testa e libri ad ammorbidirsi sopra il plaid marron, con la colonna sonora di radio centrale; la dedica,de “ l’amore non è nel cuore”,arrivò da Gianni detto "fagiolo" alle quattordici e dieci.

- Ad alleviarla infine da ore d’italiano,

- latino

- greco

- storia

- filosofia peraltro non sgradite.

La "mente matematica" fuggiva spaventata,dai pensieri di Ellis e dalle sue fantasie,tiepide o scottanti a seconda.

Lei l'amore,cioè il sesso,cioè dategli il nome che vi suona meglio; non l'aveva mai fatto,per i suoi diciassette anni era la norma

- che poi Dio ci scampi dalla mattina in cui il "fattaccio" accadde

- molte donne capiranno

- ed anche diversi uomini

- tant'è

- niente di nuovo.

Il protagonista maschile era una "specie" di cicisbeo intellettuale,narciso ecc.

- Ma

- e ma

l'innamoramento di Ellis era implodente.

Lasciamo questa parentesi alla sua pena, come molto volentieri Ellis lasciò a lui il suo pene

- Mioddio

- ci sono mèmbri e mèmbri

- il suo era membro come lui stesso del niente più profondo,cosa che poi si manifestò anni e anni dopo

nel suo cervello deviato che prese fuoco lento cucinandosi solitario nella certezza nitchiana del "superuomo"o cose così.

Preferenza di Ellis restavano le onde radio di una folla di voci

- vive

- vivissime

- c'era Musica

- ed ERA PER DAVVERO

Chiediamo scusala mano si sta lasciando prendere,questo tipo di non volute considerazionisu particolari anni le lasciamo con piacere a chi di passione e competenza. Pensavamo, citando ,quello che ti spacca e ti uccide dentro, forse parte proprio da chi sei.

E qui casca davvero l'asino in malo modo

- "L'amore l'abbiamo talmente messo in circolo che ne siamo rimaste tantissimo fottute”

- ed è proprio qui

- comunque

- a dispetto

- la vera vittoria"

Basta lagne e lai

Fu il tempo della vita

del totale

uno

rosso

esplosivo

felice

 

 

Era suono di festa, sorrisi e risate e pudori e suoni e innamoramenti,nei corpi più forti, quasi ormai di donne, ,coperti da cardigan intrecciati a kimono,jeans Roy Rogers,più o meno strizzati secondo i chili in più o in meno;golfini girocollo colorati e profumati di fragranze a basso costo,che luccicavano sulle nostre pelli,come il lucidalabbra a boccetta sulle nostre labbra carnose e scure,di ventenni isolane

- fiere

- orgogliose

- senza "presunzione" su noi e su niente,semplicemente schiette,lucide,fin troppo trasparenti, dietro i bronci fissi e sguardi torvi,e passi veloci senza cincischii sulle lastre in pietra dell'antico "corso G"

Si "collettava",per l'acquistodi calde e profumate di pane,pizzette al taglio, che avvolte in carta oleata

addentavamo,senza nessun ritegno inglobandoci voluttuosamente i lucidalabbra alla frutta,e masticando con delizia fisica,e papilla gustativa

Cantavamo nascoste dietro incerti muretti,intonando confusamente pezzi,stralci,strofe,correndo l'una negli occhi dell'altra con fervore attento

- pronte

- live

tenendo pance,e puntando piedi per le risate,che arrivavano come miracoli celesti ad accompagnarsi con noi

- verso casa

- verso il sonno,accanto al giradischi con gomito in plastica colorata.

Sonno neonato

- puro

- rosa

- sereno

- l'abbaglio della persiana sui letti,si posava docilmente su orribili camice da notte,prese a prestito da mamme nonne o zie

E' retorico,ma per davvero,eravamo semplici ragazze con cuori gonfi d'amore,troppo orgogliose e ingenue talvolta

- ma molto raramente subdole,o invidiose o altre cose così

Leggerezza

- in una parola

Vent'anni

- di quell' "Amore" ce n'era davvero,per un intero mondo,per acque brillanti d’oceani infiniti,appena intravisti su qualche rivista

- per ogni essere della terra

Devo fermarmi

Forse fu questo a "fotterci"e forse fu questo stesso.Che presa Ellis per mano la condusse a piedi nudi

lungo l'argine del fiume della notte

- Così come niente fosse

- oltre la "linea d'ombra"

Un "bip" di cortocircuito forse

- violentemente motivato,e vibrato a testa nuda,da mani malate,e nutrito,da altrettante "malattie familiari"

- e tanti di quei balzi da record olimpico

- oltre la linea d'ombra

"La linea d'ombra" una volta passata,è "uguale per tutti"

- sulla sponda del fiume nero,o vivi o morti si è tutti"aldilà"

- morte

- follia

- delirio

- malattia

- galera

- isolamenti

- solitudini

- cotte

- innamoramenti

- malati a vita

- donne

- uomini

"Oltre" non c'è più nessuna diversità

- Solo tagli di dolore scavato fino all'osso

- Tutti uguali

- Zuppi dello stesso fiume nero

- Ellis compresa

Lei

- la coperta marrone

- Francesco de Gregori

- Bennato Edoardo

- Radio centrale

- i cardigan

- i roy rogers

- i camperos

- le canzoni

- le risate

- le lacrime

- i seni sodi

- i cuori gonfi

- i giradischi

- gli LP in vinile

- Bob Marley

- il latino

- la fisica

- il greco

- le cantine/discoteche

- le aranciate

- i loden

- le assemblee

- le unghie smaltate

- il kajal blu

- il lucidalabbra alla frutta--

 

Tutto qui-

un boccone solo-

perso il contatto

persa la frequenza radio-

  -Finito-

 

 

Nessuno è quello che sembra

- Ellis chiuse il libro,e allungando le dita sottili,lo fece scivolare nel cassetto del comodino in scadente legno scuro.

-Sollevò gli occhi sopra la testa,spalancandoli nella lettura del cartellino ancora appeso all’abatjour rosso Ferrari

-Art-LAMP. 5 euro,fermata alla spalliera del letto,da uno spessore di Scottex casa

-Dormì sotto pile e sacco a pelo aperto.

Con il solito punto al centro della calotta cranica-

Lì covava,

Si seppe,

Il suo Pensiero

- Quel Pensiero -

Trapassò quel rosa misto nebbia dell’alba dai buchetti delle persiane

E quella luce al minimo ,la scompagno,scivolando dal materasso,per condurla a piedi nudi giusto alla moka per il caffè.

Inciampando tra scopa e paletta

- distesi, come sempre non si capiva come,a chiudere l’angolo cottura

-Come ogni caffè che si rispetti,l’aroma penetrò nelle narici nutrendone le mucose in attesa

- Non era un rito,ma una piacevole abitudine,che per prima dava respiro e tonoall’inizio di giornate così

- come altre

-tutte “speciali” per Ellis,che intanto spinse gli occhi neri a schizzi blu,verso il bordo del fiume di là dalla finestra

- Adesso era lì che abitava da quasi un anno

- Il fiume era agganciato ,in un tic automatico ad un vecchio detto cinese.

Che certo suonava bene,ed era come un ristoroin un pomeriggio d’agosto.

Quando è vuota la borracina dell’acqua

- e la lingua un po’ vetrosa schiocca sul palato,a guadagnare saliva.

I risvegli di Ellis ,si ripeterono più o meno lenti,e abbastanza somiglianti nelle mattine a seguire

 

 

“Come li ucciderò? Voglio vederli morti e voglio

che mi guardino negli occhi quando moriranno

- Saranno sgomenti

- devo farlo

- devo trovare la forza di farlo

non sto delirando professore,

non possono passarla liscia

-devono pagare

si sono mangiati la mia vita a ventisei anni&ldots;&ldots;&ldots;”

 

Nello specifico la linea d’ombra di Ellis si presentò con un nome:

- PAURA

- Gran brutto nome che per un decennio assediò Ellis,come si dice “nella mente e nel corpo”

 

Le diagnosi furono differenti ,ma il nucleo incandescente nell’anima di ciò che di Ellis restava,

non si mosse di un micromillimetro

 

PAURA-VENDETTA-GIUSTIZIA

 

Furono loro le tre parche,le tre torride amiche nei passi fermi che Ellis ciondoloni provava lungo

la sponda del fiume nero.

“Certo metterò una parrucca bionda,tacchi alti,un trench incolore,ed entrerò dalla loro porta/saloon

e gli sparerò in fronte

- un colpo per ciascuno

-ho un’ottima mira

- mi sarà d’aiuto”

 

L’avrebbe fatto, ma il suo corpo non reagiva a nessuno stimolo

- Avvolto in un pigiama bianco, rimase letteralmente immobile, a cuccia nel suo lettino per circa otto mesi

- Mentre i suoi lunghi lucidi ondulati e nerissimi capelli,cadevano e si annodavano, sporchi e stanchi

 

Non trapelò niente

- Le vecchie tapparelle grigio topo,rimasero abbassate come le palpebre scure di Ellis

- Chiuse giorno e notte o viceversa

- sonno

- o non sonno

 

Non trapelò niente

- Perché Ellis non c’era

- Non voleva più esserci

- Non capiva

- Non pensava

- Sbalordita

- Il buio era assordante

- assoluto

- spento

e magro

e muto

e tiepido

e indolore

era il suo corpo accovacciato nell’attesa

 

Ma chi sapeva cosa?

Quando li avrebbe uccisi?

E come?

Ellis stessa non rispondeva ad Ellis!