La cartomante


Laura e Ottavio erano una coppia assai affiatata, tubavano come due piccioni in amore. Vivevano in perfetta simbiosi e pendevano l’uno dalle labbra dell’altro. Si capivano con un solo sguardo e vivevano in perfetta armonia.

Anni prima s’erano conosciuti in un modo davvero singolare.

Laura aveva una sorella minore di nome Cristina, che era assidua e fanatica spettatrice di una trasmissione mandata in onda da una televisione locale. Assisteva ogni pomeriggio alle performance di una cartomante molto convincente e carismatica, che prediceva il futuro, leggeva le carte e smorfiava i sogni. Costei appariva a mezzo busto davanti un tavolo su cui erano posate carte da gioco, tarocchi, amuleti. Gli spettatori potevano telefonarle e mettersi in comunicazione con lei durante la trasmissione. Le esponevano i propri dubbi esistenziali, i problemi, facevano domande sul proprio futuro.

La cartomante rispondeva a tutto con sicurezza e pareva che l’avvenire non celasse per lei alcun mistero.

Cristina, che a quel tempo era molto giovane, le telefonava in continuazione e subordinava ogni sua azione ai consigli della donna. Credeva in lei con fiducia assoluta.

Le ragazze erano orfane di madre e il padre era sempre fuori a lavorare.

Laura aveva cominciato a preoccuparsi di questo atteggiamento maniacale della sorella, che si rivelava dipendente in tutto dalle parole di quella donna. Aveva cercato di dissuaderla, ma con scarsi risultati. Le diceva che era assurdo stare ad ascoltare una ciarlatana, ma Cristina rispondeva che la cartomante la capiva, la guidava, si compenetrava nei suoi problemi come nessun altro. La consigliava bene, le prediceva avvenimenti piacevoli o giornate dagli influssi astrali negativi. Le parlava con accenti materni e affettuosi, l’ascoltava con attenzione e partecipazione.

Ogni tentativo per convincerla della dabbenaggine del suo comportamento era stato inutile.

Pensò di chiedere informazioni sulla cartomante alla emittente locale e le fu fornito l’indirizzo civico della donna.

Così un bel giorno, Laura bussò alla porta di una vecchia casa e le venne ad aprire un giovane alto ed aitante. Aveva i capelli lisci e folti, due spalle da corazziere e gli occhi dall’espressione sagace.

Restò a guardarlo ammutolita e le parve di non aver visto mai nessuno più bello di lui. Anche il ragazzo la guardava incantato. Lauretta era un tipo assai grazioso e non poteva passare inosservata.

Trascorsero alcuni secondi senza che nessuno dei due riuscisse a parlare, poi aveva chiesto della cartomante e lui, Ottavio, aveva detto d’essere il figlio, ed era andato a chiamarla.

Quando l’ebbe davanti, la donna le parve un essere rozzo e insignificante, ma comunque le espresse le sue rimostranze e perplessità nei riguardi della sorella.

Agnese, la cartomante, ricordò e individuò subito a chi Laura alludesse, e disse che la voce di Cristina le aveva fatto pensare a una ragazza molto sola, che aveva cercato di aiutare e confortare in qualche modo.

Laura ribatté che invece la stava plagiando, che la suggestionava sino a toglierle ogni capacità di autonomia e di autodecisione.

L’altra si alterò assicurando che non faceva nulla di male e che invece aveva cercato di consigliarla bene, di metterla in guardia contro i pericoli e le tentazioni.

Insomma la discussione aveva assunto dei toni accesi.

Cara signorina, quella sua povera sorella è senza madre e cerca qualcuno che l’aiuti. Non sa come comportarsi e nella vostra famiglia non trova alcun conforto.”

Lei è una ciarlatana e si approfitta di una ragazzina. La mia è una famiglia a posto e lei non può dare giudizi su chi non conosce.”

Se io sono una ciarlatana lei è una cafona e viene a dire a me quello che devo fare!”

Questo scambio d’improperi sarebbe andato avanti per un pezzo se Ottavio, che sino a quel momento era stato presente e non aveva proferito verbo, non fosse intervenuto dicendo che la madre per l’avvenire, non si sarebbe più fatta passare le telefonate di Cristina.

Infatti così avvenne.

Però in seguito, il giovane cominciò a fare una corte sfrenata a Laura. La seguiva, le telefonava, voleva vederla, le dava appuntamenti.

La ragazza lo aveva rifiutato, memore di chi fosse figlio. Ma il suo cuore batteva ogni volta che lo sentiva o lo intravedeva.

Una mattina aveva ricevuto una telefonata di Agnese.

Signorina sono io, mi perdoni se la disturbo. Sa, lo faccio per mio figlio. Poverino non vive più. Lo vedo triste e affranto.

E’ innamorato di lei da morire. Noi siamo povera gente, ma non pensi che io sia disonesta. Ho sfacchinato tutta la vita, signorina. Mio marito mi ha abbandonata quando Ottavio era neonato. Ho fatto la fame per farlo studiare.”

Tutto questo mi dispiace signora, però non credo che Ottavio sia un ragazzo adatto a me.”

Laura aveva ribattuto senza riflettere.

Ci pensi signorina. Lo so che noi cartomanti siamo considerati dei ladri e dei truffatori, ma non è sempre così. Nella vita non bisogna mai fare di tutta un’erba un fascio. Io cerco di fare con coscienza il mio lavoro. Cerco di aiutare e incoraggiare la gente senza imbrogliarla. Non ho mai rubato niente a nessuno. Lei non crede nella cartomanzia, però attraverso essa, sono riuscita spesso a infondere speranza alla gente, mi creda. Mio figlio è ufficiale dei Corazzieri. Gli dia ascolto, la prego. E’ un bravissimo ragazzo.”

Alcuni anni dopo, Laura e Ottavio si sposarono e solo a matrimonio avvenuto, Cristina seppe di chi il cognato fosse figlio e perché non aveva più potuto parlare con la sua benamata cartomante.

Al battesimo del loro primo bambino, Ottavio presentò alla cognata un suo collega. Fu amore a prima vista. Anche Cristina si sposò e visse felice e contenta.

Agnese ancora oggi quando parla in televisione, racconta e porta ad esempio il caso di una ragazza sola e senza madre che grazie a lei aveva trovato l’amore della sua vita.


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