L ' A N G E L O D E L D O L O R E

 

 

 

 

 

Omaggio a JOHN KEATS

 

di Riccardo Pagnanelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Personaggi:

Joseph Severn amico di Keats

Betta anziana domestica di Severn

Marie Lowner giornalista inglese

Dott. Valeriani medico di Severn

Giacomino Trucchi custode del cimitero

Due giovani innamorati

Mr. Peck giornalista americano

Mr. Wordsworth amico di Marie

 

 

 

Primo Atto

 

Roma, estate 1879. La scena si svolge nello studio di Severn di Palazzo Poli (Fontana di Trevi). Pochi mobili, molte tele alle pareti ed un cavalletto con un dipinto non ancora terminato; sul pavimento di marmo vicino al cavalletto ci sono astucci con colori e pennelli in disordine. In un angolo c'è un pianoforte a coda. Severn è seduto alla sua scrivania intento a scrivere una lettera, alla sua sinistra poggiati in parte su una sedia ed in parte per terra ci sono alcuni libri e molte lettere. La luce del primo pomeriggio è ostacolata dalle persiane socchiuse.

 

Betta (Entrando deposita il vassoio con il thè; mentre si accinge a preparare il tavolino, suonano alla porta. Va ad aprire e poco dopo rientra nello studio) Eccellenza, perdonate; c'è di la una signorina straniera che chiede gentilmente di poter conferire con voi. La faccio passare?...O se desiderate, posso riferirle che quest'oggi non potete riceverla. Come vi sentite Eccellenza?

Joseph Ah Betta! Questa artrosi mi si è attaccata con la violenza di una gramigna; ogni giorno che passa acquista sempre più forza...la mia forza! E' come se le sue radici si fossero conficcate nelle mie ossa e lentamente, molto lentamente, ne succhiassero il midollo, rubandomi così tutte le energie. E' come se le mie ossa si stessero svuotando...Cara Betta sto diventando un vecchio tronco rinsecchito che scricchiola dolorosamente ad ogni alito di vento. Ma chi è costei?

Betta Non saprei Eccellenza, ma dall'aspetto mi sembra una personcina molto dabbene e da come mi ha parlato, penso proprio che venga dalla vostra Inghilterra. Non sembra una di quelle solite curiose che approfittano della vostra bontà e del vostro tempo per sentirvi parlare del vostro amico poeta.

Joseph Ma ti ha almeno detto il motivo della sua visita?

Betta No, ma mi ha dato questo. (Gli porge un biglietto)

Joseph Marie Lowner Quarterly Review London. E cosa vuole da me la Quarterly Review...dopo più di cinquant'anni? Beh, forse per saperlo dovremmo invitarla ad entrare, non è vero Betta?

Betta Come desiderate Eccellenza, ma prima sarà meglio che io dia una sistemata in questa stanza. Ci sono tante cose che come voi dite "potrebbero trovare una sistemazione migliore". Io non sono mai riuscita a capire come fa un uomo come voi....sì, un uomo così importante e rispettato come voi, ad essere così preciso e zelante con il proprio lavoro ma così disordinato nel vostro studio! Oh perdonate Eccellenza, perdonate. A volte chiacchiero troppo e quasi sempre ad alta voce.

Joseph Betta, ma io non sono più Console da più di sei anni ed il mio lavoro si è ridotto a scrivere queste lettere e a ricevere la visita di qualche vecchio amico oltre che dei curiosi a cui facevi cenno prima, ed inoltre ti ho sempre detto che l'ordine è uno stato di cose che permette ad un individuo di trovare in un tempo ragionevole quello che cerca, ed io qui trovo sempre tutto e subito; perlomeno fin quando le cose sono così come tu le trovi!

Betta Lo so Eccellenza, lo so.

Joseph Betta, ditemi, siete uscita stamane?

Betta Sì Eccellenza, sono andata a consegnare le lettere così come avete comandato ieri e poi sono andata a ritirare le medicine che il dottor Valeriani aveva ordinato per voi. Avevate bisogno di qualche cosa?

Joseph No, no. Chiedevo così tanto per sapere; mi mancano molto le mie passeggiate quotidiane! E' tanto tempo che non esco più.

Betta (Si affaccia alla porta) Prego signorina, entrate! Sua Eccellenza vi sta aspettando.

Marie (E' una giovane ed avvenente ragazza. Indossa un vestito semplice e sobrio, ha un paio di occhiali con una montatura molto leggera ed un elegante cappellino blue, molto timidamente si avvicina alla scrivania, dove Severn è intento a piegare una lettera) Eccellenza sono felicissima di fare la vostra conoscenza, il mio nome è Marie Lowner.

Joseph Prego Miss Lowner, accomodatevi qui accanto a me e perdonate queste mie stanche membra che pare abbiano dimenticato le buone maniere. Sono oramai diversi anni che inutilmente combatto la mia battaglia contro un esercito invisibile di malanni, capeggiati da un'irriducibile Artrosi; ed è alla sua tirannide che queste articolazioni sono soggiogate. Dunque, voi siete una giornalista e da quanto leggo, della famosa Quarterly Review. Ma ditemi, come mai siete qui a Roma?

Marie Oh Eccellenza, vedete io ho sempre desiderato visitare questo Paese ed in particolare Roma. Sono sempre rimasta affascinata dalle conversazioni che, sin da bambina, ascoltavo nel salotto di mia madre, quando le sue amiche raccontavano dei viaggi in Italia. Viaggi che loro non avevano mai fatto ma che avevano udito da qualche viaggiatore o letto su qualche rivista. E quando loro parlavano io fantasticavo con la mia immaginazione, così che a fine conversazione ero talmente stanca che mi sembrava di essere appena tornata da un viaggio estenuante in un favoloso Paese. E spesso questo Paese era proprio l'Italia. Poi, con la mia professione ho iniziato a viaggiare veramente, ma soprattutto in Inghilterra.... Questo è il mio primo viaggio importante oltre frontiera; e sono sinceramente entusiasta. Non sono neanche due giorni che sono ospite di questa città e già ne sono profondamente affascinata!

Joseph Spero che abbiate trovato una sistemazione confortevole. Gli alloggi purtroppo lasciano spesso a desiderare; se non vi trovate a vostro agio sarò ben felice di raccomandarvi per una sistemazione migliore.

Marie Grazie della vostra cortesia eccellenza. Ho preso una stanza proprio qui nella piazza, all'Hôtel Trevi. La camera non è molto grande ma in compenso è ordinata e pulita, e poi la mia finestra si affaccia proprio su questa bellissima fontana. Non mi stanco mai di guardarla!

Joseph Ah, sì certo, vi capisco perfettamente! Quando mi fu proposto questo appartamento, quasi venti anni fa, accettai subito nonostante l'affitto fosse un po' al di sopra delle mie possibilità; anch'io fui rapito dai dolci e ritmati echi di queste vergini acque, per le quali il genio del Salvi disegnò il marmoreo palcoscenico per un'ultima grande esibizione.

Marie Voi Eccellenza siete poi uno spettatore privilegiato, poiché la vostra finestra è parte dell'opera. Da questo proscenio si ha la duplice sensazione di spettatore ed al contempo di attore. Il vostro occhio si confonde con quello di Oceano, così potete spiare inosservato l'eccitazione che afferra il turista alla sua apparizione e leggere tra le labbra i messaggi di augurio che accompagnano questo strano rituale del lancio delle monetine. E anche queste robuste romane che giornalmente vengono qui a far provvista di acqua, non sfuggono al vostro sguardo.

Joseph Sapete, questo è proprio uno dei miei passatempi preferiti, adesso che non posso più uscire. Talvolta mi capita di assistere ad una singolare costumanza, che si è oramai persa nella memoria dei romani, ma che Betta mi spiegava essere molto in voga quando lei era giovane. Quando una fanciulla desidera che il suo amato, in procinto di partire, torni da lei, procura di condurlo a questa fontana e gli offre in un bicchiere mai usato la sua limpida acqua. Questi dopo aver bevuto frantuma il bicchiere per suggellare il patto; così per la fanciulla l'attesa del suo ritorno sarà men dura.

Marie Ah, se si potesse veramente stillare la forza unificatrice di Eros così che non possa più sfuggire alla nostra volontà!

Joseph E voi sapreste farne buon uso?

Marie Più che buon uso!

Joseph Attenta! perché un più che buon uso diventa spesso un abuso! E in amore è vietato abusare, altrimenti si perde l'equilibrio. E come gli imbroglioni che con il bastone puntellano il piatto della bilancia per frenarne la discesa, così si spera di recuperare peso frenando il carico della passione con sentimenti molto meno nobili.

Marie Ma io non sarei mai capace di fare del male.

Joseph Fin quando non siete innamorata!

Marie Ma una grande passione non può essere controllata, soggiogata al calcolo e alla ragione; altrimenti perderebbe di significato, e non sarebbe più tale. Quando si ama si dona tutto, senza preoccuparsi delle conseguenze; bisogna sentirsi liberi, aerei; volteggiare per i campi fioriti e scambiare con la natura la vita; succhiandone il nettare e restituendole il polline.

Joseph Felice similitudine! E ditemi,... cosa vi ha colpito di più da quando siete arrivata?

Marie Oh, beh, dovrei rifletterci.. sicuramente molte cose. La mia curiosità spesso rasenta la fanciullaggine; talvolta mi vergogno di me stessa quando mi sorprendo completamente assorta in una particolare visione; magari priva di significato per un occhio distratto, ma così densa di particolari a me sconosciuti. Però forse quello che mi ha incuriosita maggiormente è il carattere di questo popolo, le loro contraddizioni, il loro spirito, spesso anche le loro ingenuità e soprattutto il modo in cui vivono il loro passato, quasi con sofferenza, tanto è pesante in questa città l'ombra delle rovine, l'ombra della morte.

Joseph (Felicemente colpito) Bene, molto bene mia cara. Spero che voi vogliate rendere ai vostri lettori l'immagine di questo Paese con la stessa forza ed intensità con la quale me ne state parlando. Sapete dipingere voi?

Marie No Eccellenza, non ho mai provato, ma...sinceramente, dubito.

Joseph Vi chiedo questo perché la vostra capacità di sintesi e soprattutto la vostra sensibilità a cogliere le sfumature vi sarebbero sicuramente invidiate da molti artisti, che magari a dispetto della loro buona mano difettano di tanta lucidità.

Marie Eccellenza, i Vostri complimenti mi imbarazzano, mentre dovrei essere io a farvene, soprattutto per aver speso così bene la vostra vita.

Joseph E quale motivo potrebbe aver spinto una ragazza giovane come voi ad interessarsi alla vita di un vecchio "esule"?

Marie L'amore che serbo per Giovanni Keats, Eccellenza.

Betta (Entrando con un vassoio, a Marie) Gradite del thè?

Marie Oh sì, volentieri, grazie.

(Betta prepara il tavolino per il thè e poi esce)

Joseph (Alzandosi) Bene, vogliamo accomodarci?

Marie Permettetemi di aiutarvi eccellenza.

Joseph Grazie siete molto gentile. Ah, sapete c'è stato un tempo in cui nei salotti romani questo braccio, che ora voi, così graziosamente sorreggete, era molto ambito dalle nobildonne presenti. Quanti anni sono passati e soprattutto quante cose sono cambiate specialmente in questo Paese. Quando sono arrivato in quell'indimenticabile pomeriggio del 1820, venendo da Napoli, passammo la frontiera, e tante altre frontiere passavano i viaggiatori che provenivano dalle Alpi. Qui c'era uno Stato Papale, con un esercito papale e delle leggi papali. Ora l'Italia è finalmente unita e da appena due anni Roma è la sua capitale: un'unica nazione con un solo esercito ed un solo codice. E gran parte di tutto questo è avvenuto sotto i miei occhi! Signorina dovreste assaggiare questi dolci, non sono buoni come quelli inglesi però vi garantisco che non vi deluderanno; e poi Betta si offenderebbe se non li assaggiaste.

Marie Beh, dall'aspetto sono molto invitanti! Per quanti anni avete ricoperto la carica di Console inglese, qui a Roma?

Joseph Dal 1861 al 1872. Con la conquista di Roma da parte delle truppe italiane, l'unità d'Italia giunse a compimento, ed il mio ufficio, quindi, non aveva più motivo di esistere. Gli italiani non avevano più bisogno della mia opera di mediazione tra lo Stato Pontificio ed il Regno Sabaudo, così fui collocato a riposo dal "Foreign Office" quando non avevo neanche sessant'anni (Ride).

Marie Perché sorridete?

Joseph Perché ne avevo molti di più. Mi ero tolto venti anni circa; e devo dire che nessuno ha mai obiettato nulla in proposito.

Marie Ma, perdonate, a che scopo?

Joseph Vedete mia cara, quando mi fu proposta la carica di Console avevo sessantasette anni, ed un console di Sua maestà non può averne più di cinquanta. Però ci tenevo tanto a quest'ufficio: sia perché mi avrebbe garantito uno stipendio fisso, e Dio sa quanto ne avevamo bisogno a quell'epoca, sia perché sarei potuto finalmente tornare qui a Roma con la mia famiglia.

Marie Amate molto, questa città, eccellenza, non è vero?

Joseph Sotto le nebbie di Londra mia madre mi diede corpo e anima, ma fu Roma che mi battezzò alla vita. Fu qui che Keats toccò il mio spirito e gli infuse la forza e la tenacia della vita, proprio come Michelangiolo immaginò che Dio fece per Adamo. E' qui che ho studiato, qui ho ammirato la perfezione dell'arte; qui ho conosciuto mia moglie Elisabeth e l'ho sposata. E' qui che sono nati i miei 5 figli; è qui che sono stato felice; ma è anche da qui che sono fuggito, per raggiungere Elisabeth sul letto di morte; ed è qui che mi giunse la notizia della morte della mia figlia diletta, Marie. E saranno questi gli ultimi profumi, gli ultimi suoni e gli ultimi colori per i quali i miei sensi gioiranno un'ultima volta, quando finalmente il cerchio si chiuderà e qui, all'ombra della tomba che fu di Caio Cestio, riprenderò quel viaggio prematuramente interrotto alle undici di sera di quel 23 febbraio, venerdì del 1821.

Marie Quanti anni avevate quando morì Keats?

Joseph Ventisette, e Keats neanche venticinque.

Marie Eccellenza, chi sa quante volte vi avranno chiesto di parlare della vostra amicizia con il poeta, dalla vostra partenza da Londra fino agli ultimi giorni qui a Roma, pochi mesi più tardi. Sarete sicuramente stanco di ripetere le stesse cose, soprattutto quando ad ascoltarvi sono persone mosse soltanto dalla curiosità...come quei tali che entrano in chiesa, solo per osservare l'architettura e le opere d'arte, noncuranti della santità del luogo né del composto e discreto raccoglimento dei fedeli. Io, voglio assicurarvi, non sono una di questi; e se vi ho dato modo di pensarlo me ne scuso sinceramente. Nutro un grande rispetto per voi e per i vostri servigi di cui non solo questo popolo vi sarà grado, ma anche tutti gli inglesi ed in generale tutti coloro ai quali la vita e le opere di Keats saranno di insegnamento. Vorrei non avervi mai mostrato quel biglietto, perché so che il nome della mia rivista suscita in voi solo ricordi molto penosi, ed io non voglio recare dispiaceri ad un animo nobile come il vostro. Ma credetemi, se io sono qui è perché mi sono fatta carico della pesante responsabilità della quale la mia rivista deve rispondere.

Joseph Qualche settimana prima che morisse, venne a farmi visita Walter Scott. Era già gravemente ammalato per l'eccesso di lavoro a cui era stato costretto negli ultimi anni. La nostra conversazione cadde sulla mia amicizia con Keats e sulla nostra permanenza qui a Roma. Io poi, come mi succede spesso, iniziai a tessere le lodi del poeta; ma dovetti arrestarmi ben presto perché notai sul volto di Scott un'evidente imbarazzo. Fu proprio il figliastro di Scott che attaccò duramente Keats sul Blackwood's Magazine. Scott poggiò la sua mano sulla mia e mormorò "Yes, yes, the world finds out these things for itself at last" Quando uscì quell'articolo, Brawn, al quale Keats voleva molto bene, fu furioso, come d'altronde Taylor, Hunt e tutti gli altri amici. Reynolds poi, scrisse un lungo elogio ai Poemi di Keats sul "The Champion"; ma nonostante tutti questi atteggiamenti di stima e di incoraggiamento, la critica ufficiale, quella che decreta il successo o l'insuccesso di qualunque artista, non gli fu mai favorevole.

Marie Ho letto e riletto tutte le critiche e le stroncature che, partite non solo dalle nostre colonne, hanno colpito così duramente l'animo sensibile del poeta e con lui quello di tutti i suoi più intimi amici. Ho cercato di immedesimarmi nello spirito e nella cultura di quell'epoca per tentare di comprendere le motivazioni di quegli atteggiamenti negativi verso la poesia di Keats. Ma i risultati sono stati deludenti: nulla può essere giustificato. Sono però pronta a cogliere un segnale positivo in tutto questo: come una forte spinta verso il fulgido splendore della sua stella.

Joseph Avete detto bene quando avete parlato di penosi ricordi. 1818! Cosa le ricorda il 1818? Sembra un anno come tutti; niente di importante accadde quell'anno nel mondo. Fu un anno tranquillo per molti, uno di quegli anni che si usa definire "come tanti"; la stessa storia non lo ha considerato più di tanto, e nei libri c'è poco da studiare. Ma come succede spesso, dietro l'apparente tranquillità della massa si cela dolore, tristezza, sofferenza e quant'altro ancora. Da quel vaso che fu prezioso dono di Zeus, tutti i mali si rovesciarono sulla sorte di Keats. E la sua reazione? Ah, fu superba! Tale da sconfiggere la crudeltà di quei venti. Quello fu sicuramente uno dei momenti più grandi della poesia inglese: l'Iperione.

Marie Oh sì, ricordo esattamente cosa disse Bayron di questo poema, pur non avendo risparmiato critiche in precedenza alla poesia di Keats: "sembra invero ispirato dai Titani ed è sublime quanto la poesia di Eschilo". E Shelley fu ancora più prodigo: "Se l'Iperione non è grande poesia, niuna grande poesia è stata scritta dai nostri contemporanei".

Joseph (Compiaciuto) Bene, signorina Lower, molto bene!

Marie (Guardandosi intorno) Eccellenza, sono tutti vostri questi quadri?

Joseph Eh, sì, sì, tranne uno o due, gli altri sono tutti miei. Sono tutti quadri invenduti, e poi fanno parte della mia ultima produzione. Vedete? Si nota qualche imperfezione.

Marie A me sembrano perfetti e di grande intensità. perché parlate di imperfezioni?

Joseph Sappiate mia cara, che quando la mano del pittore perde, anche se a tratti, il coraggio e la fierezza che solo il dominio di se stessa può assicurarle, allora è il momento che il discepolo più amato la sostituisca. Ma purtroppo questo non avviene spesso, perché è sempre faticoso per il capitano cedere il comando della sua nave quando inizia a bisticciare con i venti.

Marie Ma Eccellenza, permettetemi di insistere. A me pare che le vostre navi godano di tutti i favori nel loro navigare, e per quanto mi sforzi non vedo segni di litigio nella vostra arte.

Joseph Ah, mia cara fanciulla, i vostri occhi sono ancora troppo giovani e poco avvezzi alle sorprendenti forze di questa natura; ma ciò non mi esonera certamente dal ringraziarvi della vostra sincera ammirazione, anche se comunque mi sento in dovere di consigliarvi di non confondere mai le chete acque di un laghetto con quelle poderose del mare aperto.

Marie Dite bene Eccellenza: alla mia età ci si arrischia spesso in avventure in pelaghi sconosciuti, con poche vele inadatte e marinai scarsi di numero e di arte. Ma nonostante ciò c'è sempre una buona stella in quell'opposto mare, pronta a rischiarare le insidie al momento opportuno. Sapete, io ho spesso provato questa sensazione e quanto più la mia coscienza mi imponeva di far ritorno nelle tranquille acque del porto tanto più la mia curiosità vi si opponeva, mossa da un'irrefrenabile desiderio di conoscenza, di scoperta. Devo confessarvi comunque che non ho mai ceduto all'esagerazione, e pur sopravvalutando le mie forze ho spesso fatto marcia indietro quando l'ostacolo me lo imponeva...Eccellenza... insegnatemi ad essere un buon capitano della mia nave! Volete?

Joseph (Prendendole le mani) Oh dolcissima fanciulla, non mi è semplice mascherare la viva emozione che mi procurate, ed il mio turbamento è ancora più profondo quando la dolcezza dei vostri occhi mi impone di riconoscerne una mai sopita...quella della mia amata Elisabeth. E ciò sarebbe già abbastanza per la mia provata anima, ma c'è qualcosa in voi, nel vostro impeto, nella vostra gioia, nei vostri sentimenti...che non posso negare di riconoscere; e poi questo vostro nome, anche la mia diletta figlia...(Abbandonandosi sulla poltrona) oh Marie voi abusate delle mie forze, troppe emozioni mi imponete!

Marie Eccellenza, perdonate! Io non volevo assolutamente procurarvi dolore. Perdonate il mio impeto. Sono stata estremamente inopportuna. Quando imparerò a misurare le parole!?

Joseph (Parlando lentamente) Ma no, ma no. Non attribuitevi colpe che non avete. Sono solo un po' stanco, tutto qui.

Marie (Alzandosi) E' bene che io non approfitti ulteriormente della vostra preziosa compagnia. sarà bene che io vada ora. Quando sarete più riposato, se volete, tornerò a farvi visita.

Joseph Bene...mia cara. Spero di rivedervi presto...

Marie Ne sarò felicissima...ma...ora riposatevi...arrivederci. (Esce, Joseph è assorto nei suoi pensieri).

Betta (Entrando dopo l'uscita di Marie) Eccellenza, la signorina mi ha detto che avete bisogno di me. Vi siete stancato eh? Quando ve lo dico io che non dovete ricevere gente così di continuo! Il dottor Valeriani sta arrivando e si è tanto raccomandato di tenervi a riposo. Ah, testa dura questi inglesi....Su Eccellenza vi accompagno in camera vostra così fate un riposino prima di cena. Sapete, ho comperato al mercato un cesto di frutta bellissima: la contadina l'aveva messa da parte per vostra Eccellenza, si è tanto raccomandata di dirvelo; e poi questa sera verrà anche vostro figlio Walter, dovete farvi trovare in forma.

Valeriani (Entrando) Come sta il mio carissimo paziente?

Betta Ah dottore, siete voi? Venite! Diteglielo voi che non deve affaticarsi, perché altrimenti dice che lo rimprovero solo io.

Valeriani Eccellenza, come avete trascorso questa giornata? Avete trovato giovamento da questa nuova cura?

Joseph (Riprendendosi) Carissimo dottore, vi sono sempre debitore della vostra solerte attenzione nei miei confronti. Betta ha ragione, non dovrei stancarmi troppo. Ma quest'oggi non è il mio corpo ad essere il più provato, bensì la mia anima.

Betta (All'orecchio del dottore) E' venuta a far visita una giovane signorina inglese, molto carina...

Joseph Cosa farfugli Betta?

Betta Nulla Eccellenza, nulla. Chiedevo al dottore se ha bisogno di me o se posso andare.

Valeriani (Prendendogli il polso) No, no puoi andare Betta, adesso ci sono io con Sua Eccellenza .

Betta Avete comandi per me Eccellenza?

Joseph No, Betta, vai pure...anzi...forse il Dottore gradirebbe un bicchiere di granatina al limone, e forse anch'io ne prenderei volentieri un pochino.

Betta Due granatine fresche fresche per i signori. Arrivano subito! (Esce)

Valeriani Allora Eccellenza, il vostro polso mi sembra buono, in quanto al vostro colorito però non posso dire altrettanto.

Joseph Dottore, mi sembra di essere tornato bambino, quando bastava che mio padre mi puntasse gli occhi addosso per farmi tradire una marachella. Ma il tempo delle marachelle è così lontano nella mia memoria! Forse perché tutta occupata dal ricordo di quella parte della mia famiglia alla quale il buon Dio non vuole ancora che mi ricongiunga. Eppure quest'oggi mi è sembrato di scorgere un segno Divino, come se tra i lumi del cielo, uno abbia avuto un sussulto di splendore, rischiarando d'impeto la buia notte. Si è acceso per me, per un'ultima volta, per un'ultima speranza. Dottor Clark, oh...perdonate dottor Valeriani... Vedete, un altro segno divino.

Valeriani Eccellenza, non vi agitate! Mi sembrate piuttosto provato.

Joseph Oh non vi preoccupate Dottore, non è ancora il momento; piuttosto accomodatevi. Vi ho mai parlato del dottor Clark?

Valeriani Dottor Clark...,no Eccellenza, non mi sembra.(Estrae dalla borsa il ricettario e compila una ricetta)

Joseph Oh, il dottor Clark! Sapete, adesso che ci penso sarei pronto a giurare che vi somigliava. E non soltanto nei lineamenti ma anche professionalmente. Era un uomo estremamente cortese, ed anche la sua signora fu piena di premure per noi. Fu lui a trovarci l'alloggio a Piazza di Spagna. La finestra della camera di Keats affacciava sulla scalinata, e proprio di fronte, dall'altra parte della scalinata, c'erano le finestre dell'abitazione dei Clark. Lui veniva spesso a far visita a Keats. Alcuni giorni veniva anche più volte, e a tutte le ore. La premura che manifestava nei confronti dell'amato Keats era per me di estremo conforto; e fu proprio lui che mi introdusse nell'ambiente artistico romano. Fu grazie al suo interessamento che conobbi John Gibson, uno scultore inglese, all'epoca molto di moda, e successivamente il Marchese Canova.

Valeriani Il Marchese Canova? Lo avete conosciuto?

Joseph Certo! Lui fu molto gentile e si espresse molto favorevolmente nei confronti dei miei quadri.

Valeriani Ma Eccellenza, prima avete fatto riferimento ad un segno divino...perché? Che cosa volevate intendere?

Joseph Caro dottor Valeriani, voi mettete il dito sulla piaga! Apra quel cassetto, troverà tutta la mia vita! In una cartellina rosso porpora è custodito il ritratto di Keats. Lo prenda, voglio mostrarle una cosa. (Valeriani si alza, apre il cassetto e torna da Joseph con il ritratto). Amo questo ritratto più di ogni altra cosa al mondo! E' un po' di tempo ormai che, chiuso in questo studio, libero il mio spirito; ed è con grande sollievo che mi lascio trasportare dalle emozioni, dai sentimenti che credevo sopiti. Ho la sensazione di fermare il tempo; la forza del mio spirito è tale che anche il tempo si riduce ad un piccolo elemento del tutto insignificante. Ed è grazie a questo stato che mi sento vicino a Dio, forse è questo il significato della morte!... Guardi questo ritratto.

Valeriani E' bellissimo Eccellenza! Non me lo avevate mai mostrato.

Joseph Vedete dottore, sono solo pochi tratti di matita. Ma ciò che lo rende umano sono gli accostamenti tra il chiaro e lo scuro. E la sua vita, più di tutte le altre è stata un'esaltazione di questo contrasto tra la splendida luce della sue ispirazioni e le tenebre delle sue afflizioni. Questo era Keats! Lo ritrassi un mese prima della sua morte, quando una notte chiese al dottor Clark: "Quanto dovrà durare questa mia esistenza postuma?"....Anch'io, in un certo senso, provo, adesso, questa sensazione. Allora non compresi appieno il significato di quelle parole; ma ora che anche la fiamma della mia candela ha esaurito tutto il suo percorso, nei bagliori dei suoi ultimi sussulti, mi pare di scorgere la ragione. Forse c'è una verità per ogni situazione, per ogni succedere, e mentre prima potevo attribuirle solo le mie interpretazioni ora la potenza di questa luce è tale da spogliare ogni cosa per mostrarmi la sostanza. Così rileggo il mio passato, Keats, la mia famiglia, la mia arte, la politica, tutto il bene e tutto il male di questo mio transito terreno!

Valeriani Eccellenza, voi siete un uomo saggio.

Joseph La fanciulla che mi ha fatto visita quest'oggi, non è qui per caso! Sento che, così come il povero Keats m'infuse il suo ultimo anelito di vita, così io dovrò fare con questa donna. In me c'è tutta la consapevolezza di un grande evento: il dono del seme dell'amore, che tanto divinamente germogliò nell'animo di Keats. Dottor Valeriani noi dobbiamo essere il terreno fertile per dieci, cento, mille Keats!

Betta (E' intanto entrata Betta con le granatine) Ecco qui! (Porge il bicchiere a Valeriani) Prego Dottore, assaggiate questa granatina e poi ditemi! Eccellenza, un assaggio anche per voi. (Esce) Occorre altro?

Joseph Sì Betta. Dovresti farmi una cortesia. Sai la signorina Lowner che è stata qui fino a poco tempo fa?

Betta Sì?!

Joseph Ebbene, ha preso alloggio qui di fronte, all'Hotel Trevi. Va a cercarla e dille che desidero parlarle.

Betta Quando Eccellenza?

Joseph Adesso! Subito! Va, forse è ancora qui sotto!

Betta (Guarda il Dottore per avere conforto e Valeriani le fa cenno di sì con la testa) Bene! Come desiderate.

Valeriani Eccellenza, vi ho sempre manifestato la mia ammirazione per il vostro contributo alla divulgazione dell'opera di Keats, ed inoltre sono certo che se non fosse stato per il vostro diretto interessamento e per la vostra caparbietà, il genio di Keats sarebbe rimasto incompreso per tutto questo secolo. Oramai il più è fatto. La fama di Keats è destinata ad alimentarsi da sola. Il seme che voi avete così amorevolmente raccolto e coltivato ha piantato le sue forti radici negli animi sensibili, ed i primi frutti hanno già prodotto abbondanti sementi. Le notizie che vengono d'oltre oceano testimoniano l'universalità del messaggio dell'opera del poeta. Ed il prossimo secolo non potrà che consolidare e riaffermare tutto questo. perché dunque vi struggete?! Siate sereno....Voi avete già consegnato Keats all'immortalità!

Joseph Il mio compito non è ancora terminato; lasciate che io restituisca il mio debito. Solo allora potrò riposare in pace.

Valeriani Ma Eccellenza! Permettetemi di insistere.

Joseph Prima avevo due potenti alleati: Notte e Sonno. Mi lasciavo trasportare dalle loro acque tranquille. La grazia dei loro venti mi sospingeva dolcemente al largo, e lo splendore delle loro stelle illuminava il mio mondo. I miei giorni passati erano tutti schierati là, sulla costa, ed io li rimiravo con attenzione e di questa rilettura l'animo mio si rallegrava immensamente. I miei errori, che abilmente si confondevano alla luce del giorno divenendo parte del tutto, spogliati della loro livrea colorata dagli argentei bagliori della luna, mi si mostravano in tutta la loro nudità. Così potevo apprezzare le azioni giuste, e quelle che tali erano solo all'apparenza. Mi era permesso osservare anche più in lo, sulla costa che ospitava i miei giorni a venire, ed in direzione di quei punti fermi che scorgevo, rintracciavo di volta in volta la mia rotta. Tutto ciò non succede più da molto tempo....Una pesante nebbia accompagna questo mio traghettare notturno. I venti, litigando tra loro imbronciano le acque e l'argento dei raggi lunari non rischiara più la costa ma la trafigge duramente come lance impazzite...e in tutto questo, il sonno partorisce solo incubi dai cento volti, che come Idra che emerge dalle acque, mi posseggono.

Valeriani Eccellenza, non mi avete mai fatto parola di questi vostri incubi notturni!

Joseph C'è un sogno ricorrente al quale non riesco a sottrarmi: mi appare la Piramide Cestia che qui a Roma domina con la sua mole il cimitero Protestante, dove riposa il mio amico; e c'è una gran folla di persone venute da tutte le parti del mondo per studiare un incredibile fenomeno. Gli astri, che bruciando dall'alto donano luce e ombre al mondo, sembra quasi che si siano dimenticati di questo mausoleo; esso infatti non risplende e nessun'ombra si scorge ai suoi piedi. Gli scienziati adoperano i loro strumenti, scambiano impressioni, bisticciano per le loro ipotesi, si agitano in continuazione in un crescendo di voci e suoni sempre più striduli e lamentosi; e nell'agitarsi si muovono da una parte all'altra del cimitero, non curanti delle tombe Né dei cippi funebri, calpestando irriverenti il sacro suolo...fino a quando, in questo loro vorticoso agitarsi, i loro arti si trasformano in zampe di cavalli irrequieti. E nitriscono e scalpitano e con i loro zoccoli scavano la terra e distruggono le iscrizioni e le schegge dei marmi e delle pietre schizzano impazzite in tutte le direzioni! Ed io vorrei fermarli, cerco di urlare ma la mia voce si perde nell'aria; faccio scudo con il mio corpo ma loro non mi vedono; mi accorgo così di essere un fantasma per loro e non posso che assistere impotente alla distruzione della sua tomba! Mi sveglio madito di sudore e con le lacrime agli occhi; un profondo senso di impotenza mi pervade; e la certezza di aver perduto la battaglia della mia vita si fa sempre più dominante.

Valeriani Perché mi avete taciuto questi disturbi? Avreste dovuto almeno accennarmene, non vi sembra? Anche se si tratta solo di sogni è pur vero che questo stato di ansia non vi giova certo alla salute.

Joseph Oh, la mia salute!

Valeriani Dovete assolutamente prendere alcune gocce di Laudano: una dose più forte prima di coricarvi ed una leggera la mattina; darò istruzioni a Betta. Vedrete, dopo qualche giorno tornerete a riposare tranquillamente. E poi, Eccellenza, non affaticatevi durante la giornata. Cercate di diradare le visite ed accettate di conversare solo per vostro svago. Non vi affaticate nelle reminiscenze e soprattutto non andate a mettere disordine nel passato. Ascoltatemi! Siate sereno con voi e con gli altri. La storia degli uomini la conoscete meglio di me, per cui non vi affliggete se tante cose in questo storto mondo non vanno come dovrebbero. E' così Eccellenza, e né io né voi, né nessun altro possiamo pretendere di mettere ordine da soli là dove la confusione e l'inganno regnano sovrani.

Joseph Ognuno di noi ha un compito da assolvere. Ognuna delle nostre vite contiene un messaggio destinato a sopravviverci attraverso il ricordo. Di me, come per tutti, rimarrà il ricordo delle mie azioni, delle mie opere e questo sarà il mio personale contributo, benché minimo, all'evoluzione dell'Umanità.

Valeriani Un grande contributo Eccellenza, un grande contributo!

Joseph I grandi uomini che hanno avuto un peso formidabile per la storia dei nostri paesi, devono essere apprezzati soprattutto per l'esempio che il loro operare ha costituito per i posteri. Ed è attraverso il ricordo delle loro azioni che le nuove generazioni costruiscono il loro presente. Ecco il peso enorme delle nostre responsabilità! Ognuno di noi, con gli attrezzi di cui è fornito, fresa, ara e semina il proprio orticello, ma non per lui, perché è la sua morte che inaugurerà la stagione della raccolta. Quanto più copioso sarà il sudore della nostra fronte tanto più umida e prodiga sarà la terra, e da questo dipenderanno periodi di abbondanza o di carestia. E' con la propria morte che l'uomo do la vita. Io, dopo sessant'anni, ancora mi nutro dei dolci e succosi frutti di quell'eden che in così breve tempo ma con immane sforzo Keats edifici, e così tanti come me. Il compito per il quale sono stato chiamato a rispondere, mi è parso chiaro fin da allora. Io sono il custode di questo giardino, ne ho tolto le erbacce, potato i rami, annaffiato le radici, raccolto e distribuito i frutti, protetto dal gelo le gemme, arato nuovi spazi. Ma ora dopo di me, che sarà?

Valeriani Eccellenza, quante manifestazioni di affetto avete ricevuto in tutti questi anni, anche da gente sconosciuta, per la vostra amicizia con John Keats?

Joseph Oh, tante, tante, tantissime.

Valeriani Ebbene, vedete che vi rispondete da solo! Quel meraviglioso giardino di cui voi siete custode, ha accolto genti da molti paesi diversi, ed ognuna di queste, ha ottenuto dalle vostre mani una giovane pianta da far crescere. E allo stesso modo esse faranno con altri ancora.

Joseph Sì, ma questo non basta! E' necessario che qualcuno dedichi la propria vita alla divulgazione, che si faccia messaggero presso gli uomini, come Mercurio lo fu presso gli dei; affinché nell'animo degli uomini rimanga sempre vivo l'esempio di vita di cui Keats ci fece dono. E questo per diluire i dannosi effetti dell'oblio, triste antidoto alla rimembranza, di cui gli uomini sono soliti abusare.

Valeriani Bene Eccellenza, se può tranquillizzarvi vi garantisco che farò tutto ciò che è in mio potere per onorare l'uomo e il poeta, prima, e la vostra dedizione poi.

Joseph No Dottore, voi avete già un compito molto duro ed impegnativo da sostenere; è a quella giovane ragazza, Marie, che consegnerò il mio testimone. Piuttosto sono io debitore nei vostri confronti, per i servigi della vostra arte!

Valeriani Mi avete ripagato abbondantemente con l'oro della vostra amicizia.

Joseph No, no Dottore. Guardate nel cassetto, c'è un pacchetto legato con un nastrino rosa. Prendetelo!

Valeriani (Apre il cassetto) Questo?

Joseph Sì, esattamente quello.

Valeriani Sono delle lettere...sono vostre?

Joseph No, sono alcune missive che Keats portò con sé dall'Inghilterra ed altre che scrisse durante il viaggio. Ce n'è poi qualcuna che rintracciai a Londra, quando ci trasferimmo con tutta la famiglia, nel '41. Desidero che voi le prendiate, quale giusta ricompensa per la dedizione con la quale vi siete preso cura di questi miei malanni.

Valeriani Ma.... Eccellenza.

Joseph Ss.....t, ho deciso così già da molto tempo. Ma mi raccomando, fatene buon uso.

Valeriani Eccellenza, potreste affidarle a mani più degne delle mie!

Joseph La vostra sollecitudine nei miei confronti le ha meritate....Ascoltate, se decideste di venderle, prendete contatti con Sir. Charles Dilke o Lord Houghton, sarete sicuramente ben pagato e soprattutto sapranno farne buon uso data la loro dedizione di letterati all'opera di Keats. (Suona il campanello della porta)

Joseph Deve essere la signorina Marie....Dio quante cose vorrei dirle! Se fossi certo di avere ancora molto tempo a disposizione, la inviterei qui ogni pomeriggio, così potremmo discorrere tranquillamente. Sono sicuro che questa ragazza non mi deluderà: in un animo sensibile non c'è posto per l'inganno. I suoi occhi risplendono di una luce del tutto particolare, chiara, limpida senza ombre né dubbi;...così deve essere la sua anima.

Betta (Entrando) Eccellenza è arrivata la signorina Marie, la faccio entrare?

Joseph Sì, sì Betta, vi prego!.

Valeriani Eccellenza, se non avete più bisogno di me, io mi ritiro, ho ancora qualche paziente da visitare. Vorrei però che voi prendeste l'impegno di non affaticarvi eccessivamente e soprattutto non esagerate nelle emozioni. Non temete, avete tutto il tempo che desiderate per conversare con questa fanciulla. Potrete rivederla domani, quando sarete più riposato, con la mente e con il fisico. Sarete saggio Eccellenza?

Joseph Certo Dottore, non temete.

Valeriani (Uscendo) Tornerò a farvi visita prima di cena. A più tardi!

Joseph Oh John, lascia che la tua sposa Calliope, sfiori queste mie labbra e con un sol sospiro apra il mio animo all'ispirazione divina, affinché io possa degnamente accomiatarmi da questa vita, che tanto generosa fu per me come tu le ordinasti. Lascia che i versi affluiscano copiosi, così il mio canto potrà felicemente giungere a te come fiume al mare. Potrei allora celebrare le nostre vite unendole in una ed inscindibile, e dare così una degna sorella alla tua nobilissima prole: "Ode alla vita postuma" le darei per nome. Ricordi quando sul letto tuo di morte barbaramente straziato dai dolori della consunzione, invocando la morte, mi chiedesti: "Quanto dovrà durare questa mia esistenza postuma?". Un brivido mi raggelò le ossa ed ogni mia speranza precipitò nel più profondo dei pozzi e gli echi del suo tonfo mi esplosero nella testa dilaniandomi le meningi. Il pianto mi consolò quella notte, e le notti che vennero. Ma a te neanche questo fu concesso. Tu fosti del Dolore palestra ed egli in te affinò le sue arti. Mai un attimo ti abbandonò, come la più premurosa delle madri; ma mai la storia conobbe schiavo così audace da rendere tale il suo padrone, perché fu con l'arma dei più sublimi sentimenti che lo soggiogasti; ed egli di questa sconfitta ancora se ne avvede, e non osa più infierire sul genere umano con cotanta malignità. Ma, ahimè John, il tempo fugge ed il presente adombra il passato quando già il domani è giunto per seppellirlo. Ed io tremo per le tormente future e vorrei che tu fossi qui a raccogliere il mio ultimo anelito, per continuare la tua vita postuma; perché senza di te il mondo perirebbe, bruciato dal fuoco del dolore che gli uomini alimentano, vomitando l'oleoso liquido del loro odio. E non bastano le lagrime delle vedove, degli oppressi, dei giusti, ad arginarlo. Tu ispirasti la mia vita, tu le infondesti coraggio e lealtà, tu illuminasti nel buio i pericoli, tu le desti senso e misura; ed io, pur gravato dai miei errori, ho impegnato le mie forze per indurre alla tolleranza, al rispetto; ho mediato tra il bene ed il male, ho indotto alla comprensione; ma non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna, in troppi pochi animi dimorò la tua stella. Ed è a loro che penso ed è per loro che mi tormento. (Entra Marie che ha assistito alla parte finale, senza essere vista; Joseph alza la mano e le fa cenno di avvicinarsi) E' questa fresca brezza estiva che solleticandomi l'orecchio e le narici vi ha annunziato. Sedete qui accanto a me.... voglio raccontarvi della paura della morte, delle sofferenze del dolore, della certezza dell'oblio affinché voi comprendiate lo splendore della bella stagione con i suoi frutti succosi, i raccolti abbondanti e gli animi gioiosi.

Marie Oh Eccellenza, sono così felice di rivedervi!

Joseph Voglio sperare che il mio invito non vi sia giunto inopportuno. Forse stavate riposando, o avevate in mente di fare una passeggiata?

Marie No Eccellenza, assolutamente, nulla di tutto questo. Ho incontrato Betta qui già nella piazza. Ero seduta sul bordo della grande vasca per prendere un po' di fresco; volevo fare un giro in carrozza per la città, ma il fascino di questa fontana mi ha trattenuta. Betta si è tanto raccomandata di non farvi stancare.

Joseph Oh, non fate caso ...

Marie No, no Eccellenza, Betta vi vuole molto bene, ed è preoccupata per la vostra salute.

Joseph Ma io non ho nulla di grave, se la vecchiaia non è una malattia!

Marie Betta dice che vi mostrate irrequieto da qualche tempo, come se steste cercando affannosamente qualcosa che non riuscite a trovare. Mi ha detto che non vi ha visto mai così agitato "neanche quando questa casa era un crocevia di porporati, generali e ambasciatori". Lei soffre molto a vedervi così e mi ha chiesto di starvi vicino perché, ha detto: "solo voi potete capire cos'ha".

Joseph Eh sì...è molto premurosa la mia cara Betta. Ma piuttosto, ditemi! Siete contenta di trovarvi qui?

Marie Certo! Ne sono felicissima. Sapete, mentre ero già che guardavo la fontana, gli occhi si sono posati sulla finestra del vostro studio e con un balzo indietro nel tempo mi sono vista seduta sui gradini della scalinata di trinità dei Monti, fra i popolani, gli artisti, i chioschi di fiori. E da una delle prime finestre che affacciano sulla scalinata, mi è parso di scorgere la vostra giovane figura, con i tratti del volto segnati dalla sofferenza e dalla preoccupazione di quei giorni tremendi. Ma forse non dovremmo parlare di questo Eccellenza, perché sono proprio questi ricordi a turbare il vostro animo.

Joseph Vedete mia cara, in tutti questi anni mi è stato spesso chiesto di ricordare quei giorni vissuti in quel piccolo appartamento, al numero 26 di Piazza di Spagna, e non mi sono mai tirato indietro, anche quando chi mi ascoltava tradiva una frivola curiosità, lasciando poco spazio a sentimenti più nobili. Volevo dare la possibilità a tutti di conoscere, anche se indirettamente, chi fu veramente John Keats. Volevo toccare gli animi di quelle persone facendo loro dono di un frammento della sua vita, perché egli non soltanto visse per la poesia ma poesia fece della sua vita.

Marie Oh Eccellenza e ci siete sicuramente riuscito! Voi avete una forte carica positiva, lo si intuisce subito. I vostri occhi, le vostre mani, il suono delle vostre parole, non possono che predisporre al meglio gli animi, anche quelli apparentemente più insensibili.

Joseph Ed io vi sono grato delle vostre parole. Ma... perché non me lo avete ancora chiesto?

Marie Cosa Eccellenza?

Joseph Sapete benissimo a cosa mi riferisco. Non mi avete ancora chiesto di narrarvi di quei giorni: gli ultimi giorni di vita del poeta. La cosa stupefacente è che il vostro silenzio in proposito non tradisce alcun imbarazzo; eppure avete fatto tanta strada per sentir parlare di lui, o sbaglio?

Marie No Eccellenza, non vi sbagliate. E' vero, ho intrapreso questo viaggio per incontrarvi. Ero così entusiasta. Avevo vinto la mia battaglia, ero riuscita finalmente a convincere la direzione del giornale dell'importanza di questa intervista. Ah, voi non potete immaginare in quale stato di grazia io mi trovassi quando mi fu comunicato che la direzione mi avrebbe concesso di recarmi qui a Roma, per scrivere alcuni articoli sugli ultimi giorni di vita del poeta. Era il sogno della mia vita!

Joseph Davvero era così importante per voi?

Marie Oh sì Eccellenza! Fin da fanciulla, quando mio padre la domenica al parco mi parlava dei grandi poeti inglesi, e con parole semplici mi spiegava le loro poesie, io fui affascinata dal poeta dai riccioli d'oro. Chiedevo sempre al mio papà che mi raccontasse di quando il poeta partì dalla sua amata Inghilterra, nella speranza di alleviare i suoi malanni. Mio padre indugiava nei particolari, ed io seduta sulle sue ginocchia lo ascoltavo con un orecchio, mentre con l'altro pressato sul suo petto, ascoltavo i battiti del suo cuore. E sempre mi chiedevo se il cuore del poeta dai riccioli d'oro avesse battuto allo stesso modo. "Ma, no" mi dicevo, "certo che non batte allo stesso modo altrimenti anche papà sarebbe un poeta". Ma non chiesi mai a mio padre come battesse il cuore del poeta dai riccioli d'oro perché non volevo conoscere la verità. Mi piaceva fantasticare, e al ritmo del cuore di mio padre sovrapponevo quello immaginario del mio poeta. già!...era diventato il mio poeta....Adesso anche se il cuore di mio padre ha smesso di battere, il suo ritmo lo riconosco ancora e quando la sera poso la guancia sul cuscino, prima di addormentarmi, faccio ancora quel giuoco. In voi ho riconosciuto subito il calore dei miei affetti familiari; è stato come fare la conoscenza di uno zio lontano del quale si è sempre sentito parlare. E quando ero là già a fissare la vostra finestra, prima che arrivasse Betta, riflettevo proprio su questo; tanto che ho osato paragonarvi a mio padre ed in voi ho visto la sua continuazione. Ma voi siete già la continuazione naturale del "mio" poeta, ed io non penso di essere ancora matura per chiedervi come batte il cuore del poeta dai riccioli d'oro.

Joseph Mia cara Marie! Voi mi state restituendo quella pace e quella tranquillità smarrita da tempo. Le vostre parole hanno sul mio animo lo stesso dolce effetto di una carezza della primavera dopo un duro e tristo inverno. Non è il caso che vi manda qui, ma sono le leggi eterne che ci governano, contro le quali fortunatamente non possiamo nulla. Ed è la vostra tenacia, la vostra volontà che devo ringraziare se in questo lieto giorno ho ricevuto il dono della vostra visita. Voi siete nel giusto, e per quanto Iddio vi potrà mettere alla prova sappiate che è il bene che vi muove e siatene felice.

Marie Oh Eccellenza, come potrò mai sdebitarmi di tutto l'affetto di cui mi onorate?...Non sono altro che una piccola penna il cui tratto incerto svanisce come neve al sole di fronte alla felice ispirazione del vostro pennello. Voi, un uomo maturo che con il coraggio delle sue azioni ha splendidamente figurato sul palcoscenico della vita, monito ed esempio per un numero sempre crescente di studenti alle prese con la difficile arte del vivere. Io, giovane e inesperta, mille miglia distante dalla vostra sensibilità e dai vostri pensieri, potrei a mala pena, muta, occupare l'ultimo scanno di una di quelle aule.

Joseph Voi siete nel torto quando affermate questo! Chi è più meritevole di rispetto e considerazione? L'insegnante, che non ha altro scopo se non quello di partecipare agli altri le proprie esperienze, raggiungendo così il fine ultimo del suo operato, o lo studente che liberamente sceglie quella fontana per dissetare l'arsura di un'esistenza priva della conoscenza, condotta nel buio dell'ignoranza, tanto da suscitare ben poca invidia nel mondo animale? Il mio è solo un dovere, il vostro un nobile desiderio.

Marie Ma io non faccio altro che il mio dovere; è il mio lavoro!

Joseph Un nobile lavoro!

Marie Un lavoro come tanti.

Joseph No, un lavoro con più responsabilità di altri.

Marie Ma ogni lavoro, ogni impegno comporta necessariamente delle responsabilità.

Joseph Dalle decisioni di un generale dipende la sorte di migliaia di soldati; dalle decisioni di un caporale quella di un plotone. E voi mia cara, pur sostituendo al barbaro moschetto la nobile penna, avete il dovere di guidare i vostri lettori con la consapevolezza di un grande condottiero. Non dimenticate mai che lontano dalla vostra scrivania un esercito di lettori è pronto a seguire i vostri consigli, è pronto a giurare che quello che voi dite è la verità, è pronto a mettere in discussione i propri convincimenti se solo voi gli dimostrate il contrario; perché è il vostro grado che essi rispettano, perché la vostra voce tuona più alta e solenne della loro. Non traditeli mai! Non approfittate mai del loro rispetto, non cedete alla superficialità, perché li illudereste e così facendo verreste meno alle vostre responsabilità, buttando via il lato migliore di voi stessa.

Marie Ma spesso siamo traditi dall'errore!

Joseph E' proprio del pane degli errori che la nostra volontà si nutre per agire sempre meglio. Ma quando l'errore è voluto, quando è compiuto per ubbidire ad un ordine impostoci, quando è grazie all'errore che si asseconda il giuoco altrui, allora è il momento di insorgere a difesa della verità, e tanto più nitida e chiara essa ci appare quanto più insistente si fa il peso di quelle volontà esterne alle quali è doveroso opporre il più netto rifiuto!

Marie So Eccellenza a cosa vi riferite, e capisco cosa provate di fronte a quel ricordo. Li lessi tutti gli articoli della Quarterly Review e della Blackwood's. Quello che mi colpì maggiormente fu un articolo della Blackwood's, che pretendeva di recensire l'Endimione! Era scritto con tale cattiveria e malafede da far accapponare la pelle! Ricordo ancora che in conclusione, dopo una serie di termini volgari e offensivi, consigliava a Mr. Keats di tornare alla bottega, ai cerotti, alle pillole, ai vasetti di unguento e a quant'altro - un evidente riferimento ai suoi studi giovanili di medicina - pregandolo di essere in quella pratica professionale più parco di estenuanti e di soporiferi di quanto non sia stato nella poesia! Disgustoso, semplicemente disgustoso!

Joseph Quando la disonestà si accoppia con l'inganno, non ci si può stupire se partorisce tali nefandezze! Comunque sia, come spesso accade, l'occhio dei posteri ripaga la cecità dei contemporanei ed il vento che spira dalla giusta direzione spazza via tutta la sozzura depositata rendendola ai legittimi proprietari.

Marie Ma quante ferite inferse l'incomprensione ottusa di quei corrotti censori?

Joseph Ci fu una voce che tuoni più alta delle altre a condanna di cotanto ignobile scempio. Shelley, che si trovava a Pisa, insorse duramente contro i comuni nemici. Prenda quella scatola, conservo gelosamente una copia della prima edizione dell'Adone, che Shelley dedicò al giovane Keats, non appena apprese della sua morte. Legga la prefazione.

Marie (Prende lo scritto)....."John Keats morì a Roma di consunzione, il 23 febbraio 1821 e fu sepolto nel romantico ed ameno cimitero protestante di quella città, ai piedi della Piramide che è la tomba di Cestio, sotto le mura massicce e le torri, ora sgretolantisi e desolate, che costituiscono la cerchia dell'antica Roma. Il cimitero è uno spazio aperto tra i ruderi, cosparso in inverno di mammole e margheritine. Il pensiero di poter essere sepolti in un luogo sì ridente potrebbe farci innamorare della morte... La brutale critica del suo Endymion, apparsa sulla Quarterly Review, produsse l'effetto più violento sulla sua mente ipersensibile....Si può ben dire che questi miserabili non sanno quello che fanno. Essi scagliano i loro insulti e le loro calunnie senza minimamente preoccuparsi se lo strale avvelenato colpisce un cuore già indurito da molti colpi o uno fatto da materia più penetrabile, come quello di Keats....... Miserabile! Tu, uno dei più mediocri, hai incoscientemente sfigurato uno dei più nobili esemplari dell'opera di Dio. Né deve giustificarti, assassino qual sei, l'aver lavorato di lama solo a parole....Egli fu accompagnato a Roma e assistito nella sua ultima malattia dal signor Severn, un giovane artista di grandissime speranze, che, come mi hanno detto, "mise quasi a repentaglio la vita e sacrificò ogni altro fine, per assistere instancabilmente l'amico morente". Se fossi stato a conoscenza di questi fatti prima del compimento del mio poema, sarei stato tentato di aggiungere il mio modesto tributo di plauso alla già solida ricompensa che l'uomo virtuoso trova nel ricordo dei propri motivi. Il signor Severn può fare a meno di una ricompensa della "materia di cui sono fatti i sogni". La sua condotta è un fausto augurio per il successo della sua futura carriera: possa lo Spirito inestinguibile del suo illustre amico dar vita e anima alle creazioni del suo pennello e combattere per il suo nome contro l'oblio!

Joseph Poco più di un anno dalla morte di Keats, le acque del Tirreno finalmente chetate dopo un improvviso fortunale, restituirono il corpo sfigurato del giovane poeta, ed in una delle sue tasche fu rinvenuto il terzo volume delle poesie di Keats. La morte li rapì entrambi nella migliore stagione della vita e l'ombra della piramide è oggi severa custode dei loro resti. Comprendete adesso di chi è figlia la mia arte ed il perché io vissi così a lungo? Voglio strapparvi una promessa: Keats qualche giorno prima della morte, volle che io visitassi il cimitero e quando gli raccontai della bellezza del posto e della pace che in esso regnava mi assicurò che gli pareva già di sentirsi crescere sopra i fiori, e tra questi le viole, alle quali era particolarmente affezionato. Fin da quel giorno amai anch'io quel posto ed è là che desidero riposare, accanto a lui. Promettetemi che così sarà!

Marie perché avete scelto me, perché proprio io qui in questo momento?

Joseph Vedete mia cara, i momenti più importanti della nostra vita sono quelli che noi riconosciamo subito come tali e per i quali non esistono spiegazioni razionali, poiché è l'invisibile potenza che ci sovrasta a ispirarceli. A nulla serve chiedersi il perché. Per quanto si sforzi, la mente umana non riuscirà mai a comporre una giustificazione esauriente. E' lecito e doveroso cercare la ragione delle azioni che ci permettono di costruire i nostri giorni, ma presuntuoso ed irriverente sarebbe cercare di attribuire le opere frutto dell'ispirazione, al calcolo ed al raziocinio. A voi, mia cara, io affido il mio messaggio!

Marie Ma cosa dovrei fare?...Quali impegni dovrei assumere?...Io sono ancora troppo giovane, ho bisogno di una guida....Oh Eccellenza sono così smarrita!...Rischierei di deludervi. Temo che voi mi abbiate sopravvalutato... Ho bisogno di riflettere, è accaduto tutto così in fretta. Vi prego concedetemi del tempo, ne riparleremo con calma. Voi avete ancora tante cose da dirmi; in fin dei conti mi avete parlato così poco....

Joseph Marie, Marie calmatevi, non lasciatevi sopraffare dalla paura e soprattutto non nascondetevi: la vostra coscienza sa dove trovarvi. Non chiedetemi tempo, io non posso darvelo! Dio me ne ha concesso fin troppo; e poi ciò che dovevate sapere lo avete saputo; per i particolari non c'è tempo. Datemi le vostre mani. Ma voi tremate figliola mia. Avanti su, fatemi un bel sorriso. I vostri occhi sono umidi. Sono sicuro che è il sentimento della felicità a bagnarli e non quello contrario del dolore. La vostra sensibilità illuminerà la giusta via da percorrere. Non temete, io sarò al vostro fianco come Keats lo fu per me. E adesso vi prego, suonate per me qualcosa. Keats amava molto Haydn e spesso mi chiedeva di suonarlo. Sul pianoforte c'è uno spartito, io non posso più leggerlo; vi prego suonatelo!

Marie (Suona per un po', poi smette di colpo; Joseph ha già reclinato il capo ed il foglio che aveva in mano gli è caduto a terra, Marie è alle sue spalle e quindi non se ne avvede: fa la sua dichiarazione di fede e amore per Keats, una specie di preghiera)

Giuro fedeltà alla vita che mi ha tanto desiderata

Giuro fedeltà agli uomini per i quali tutto è compiuto

Giuro fedeltà alla luce che scioglie le ombre sul mio cammino

Giuro fedeltà al buio che mi riposa

Giuro fedeltà all'usignolo che ispirò il tuo canto

Giuro fedeltà alle viole che profumano di te

Giuro fedeltà all'amore puro e vergine al quale consacrasti la vita

Giuro fedeltà al dolore che ti fu padre e madre

Giuro fedeltà alla morte che ti rapì

E a colui che visse in te, Giuro fedeltà.

Secondo Atto

 

Il Cimitero degli Acattolici a Roma. E' il 31 ottobre 1895. La scena mostra un campo verde con mammole e margheritine in fiore, qualche cipresso. Sulla sinistra le tombe di Keats e Severn, al centro la lapide di Shelley, sulla destra l'"Angelo del Dolore"; qua e là qualche cippo funebre di pietra. I monumenti funebri sono le copie esatte di quelli realmente presenti nel cimitero acattolico di Roma.

 

Custode (Entrando in scena dopo un suono di campanella. E' anziano e cammina lentamente. Si ferma e guarda l'orologio) Eh sì, è già ora di visite! (Riprende a camminare verso il cancello d'ingresso) Speriamo che oggi non succeda come stamane altrimenti non avrò un momento di tregua... (Suonano ancora) Ma certo! Anzi, peggio di stamane sono esattamente le due e trenta in punto e già suonano alla porta! E queste ossa poi, quando devono collaborare che fanno?! Si lamentano! E con loro anche questa stupida carne, che oggi proprio non ne vuol sapere. Ah..brutta giornata oggi, brutta giornata! Arrivo, arrivo. E dire che un tempo non li facevo mai suonare pió di una volta. (Scuotendo la testa) Stupide ossa! (Apre) Buongiorno, prego entrate. (Entra una giovane coppia)

Ragazzo e Ragazza (Con un accento inglese) Buongiorno.

Custode Siete qui in visita ad un parente?

Ragazzo e Ragazza (Evidentemente emozionati) No (Lei fa cenno a lui di continuare)

Ragazzo Noi veramente siamo qui per vedere la tomba del poeta inglese John Keats.

Custode Ah, certo avrei dovuto immaginarlo. Oggi è giorno di visite per il poeta! Venite, venite da questa parte. Guardate, non potete sbagliare, è quella gió in fondo...e quella vicino è la tomba del suo amico Joseph Severn. Andate, andate.

Ragazzo Grazie.

Ragazza Scusate, di chi è l'altra tomba?

Custode Joseph Severn. L'amico del poeta! Non ne avete sentito parlare?

Ragazza (Rivolgendosi al ragazzo) Joseph Severn. Mi sembra di averlo già sentito questo nome.

Ragazzo Ma certo! Ti ricordi? Quando lui partì da Londra per l'Italia, non era da solo. C'era un suo amico, un'artista alle prime armi. Fu lui che lo accompagnò a Roma.

Ragazza (A John) Ma sì, certo! (Al custode) Era un pittore se non sbaglio.

Custode Esattamente: un bravo pittore ed un grande diplomatico.

Ragazzo Un grande diplomatico?

Custode Rappresentò il vostro governo qui a Roma, per dieci anni, prima dell'Unità d'Italia. Molti se lo ricordano ancora. Sapete, c'è tanta gente in questo paese che deve ringraziare il signor Severn se può vedere ancora la luce del sole. A quei tempi bastava un piccolo sospetto per finire nelle sante galere, e parola mia non era facile venirne fuori!

Ragazza E voi eravate già qui quando è stato seppellito?

Custode Ma certo! Io si può dire che ci sono nato qui dentro. Prima di me era custode mio padre e prima di lui mio nonno. Conosco tutta la storia di questo posto, ve lo potrei descrivere palmo a palmo.

Ragazzo E vi ricordate di questo...sì del signor Severn?

Custode Come non mi ricordo! Volete scherzare? Sollevarono un gran polverone qualche tempo dopo la sepoltura perchä dicevano che nessuno si era interessato, che gli inglesi lo avevano dimenticato. Beh in effetti a quella sepoltura non è che ci fosse stata molta gente; e poi lo seppellirono dall'altra parte del cimitero.

Ragazza E come mai?

Custode Ma perché nessuno ci aveva dato degli ordini precisi. Io qui faccio quello che mi dicono di fare; non sono mica io che decido dove seppellire le salme.

Ragazza E poi che successe?

Custode Nulla, l'ambasciata inglese si interessò e dopo qualche anno ci fu ordinato di riesumarlo e di seppellirlo accanto al poeta. Comunque io me lo ricordo, sapete! Certo, l'ho conosciuto. Lui veniva spesso a trovare il poeta amico suo. Ah, una persona molto distinta, educato, lasciava sempre qualche offerta per il cimitero. Alcune volte si sedeva lì su quella panca e rimaneva delle ore a leggere un libro che portava sempre con se. Ma voleva sempre rimanere da solo. Mi ricordo una volta,...lui era appena arrivato e si incamminò come al solito verso la tomba quando ad un certo punto si fermò di colpo, rimase qualche secondo fermo, poi girò su se stesso ed andò via.

Ragazza Cosa era successo?

Custode Nulla, nulla. C'erano due giovani innamorati inginocchiati sulla tomba e lui per non disturbarli, salutò con un cenno del capo e andò via. Ah, che brava persona, un gentleman come dite voi; sì proprio una brava persona. Beh ora è meglio che andiate; se avete bisogno di me mi troverete in quella casina.

Ragazzo Grazie! (Si avvicinano alla tomba mentre il custode esce di scena)

Custode (Fra sé, guardando il cielo) cambierà, e come se non cambierà; e anche molto presto. Queste stupide ossa non sbagliano mai! Quest'inverno sarà dura! Ah.. le mie ossa. E' da giovani che bisogna soffrire non da vecchi!

(I due ragazzi sono arrivati davanti alle due tombe, si tengono per mano e rimangono in silenzio con il capo chino per qualche secondo. Per tutta la conversazione che seguirà terranno un atteggiamento di profondo rispetto verso i due defunti, quasi si trovassero difronte ad una statua da venerare)

Ragazzo Hai letto cosa c'é scritto lì, sulla tomba di Severn?

Ragazza No, cosa c'è scritto?

Ragazzo "Alla memoria di Joseph Severn amico devoto e compagno del letto di morte di John Keats che visse per vederlo annoverato tra i poeti immortali d'Inghilterra. Un artista eminente per le sue rappresentazioni della vita italiana e della natura. Console Britannico a Roma dal 1861 al 1872: e Ufficiale della Corona d'Italia. In riconoscimento dei suoi servizi alla libertà e umanità. Morto il 3 Agosto 1879 all'età di 85 anni."

Ragazza Sai, io non mi ricordavo assolutamente di lui...

Ragazzo E' stato lui quindi che lo ha visto morire.

Ragazza Pensa, Keats sarà sicuramente morto tra le sue braccia!

Ragazzo Mi viene la pelle d'oca solo a pensarci! (Pausa).

Ragazza Tu come immaginavi che fosse?

Ragazzo (Evidentemente distratto) Cosa?

Ragazza La tomba! La tomba di Keats.

Ragazzo Oh, sì certo. (Pausa) Esattamente così, come la vedo. Ed è bellissima...semplice...così...ridotta all'essenziale, quasi a ricordarci la purezza del suo spirito. E poi questa cornice naturale...

Ragazza Oh è un quadro affascinante!...Ho la sensazione che Keats sia ovunque: come sciolto nel profumo di queste mammole, nel verde intenso dei cipressi...

Ragazzo Dovremmo vergognarci! Essere qui partecipi di queste emozioni e al contempo costretti a nascondere le nostre mani nude. Un fiore ci avrebbe liberati dall'imbarazzo!

Ragazza Perché dici questo?! Perché macchiare questo suolo generoso con la nuda linfa di un fiore reciso? No!...

Ragazzo Hai ragione! L'importante è essere qui, anche per un solo momento, anche con un solo pensiero. (Pausa)

Ragazza Lo hai giurato?

Ragazzo Certo! E tu?

Ragazza No!

Ragazzo Come no!

Ragazza (Sorridendo) Ma dai, scherzavo! Certo che l'ho giurato.

Ragazzo Ti prego, non prendermi in giro!

Ragazza Scusa. Ma è che sono così felice che vorrei urlare tanto forte da farmi sentire fino in Inghilterra.

Ragazzo (Prendendole la mano) Anch'io sono felice!

Ragazza Pensi sia giunto il momento?

Ragazzo Sì! (Osservando intorno con discrezione) Va bene! Ti ricordi bene tutto?

Ragazza Certo! L'ho ripetuto a mente cento volte.

Ragazzo Comincia quando vuoi.

Ragazza Ma tocca a te prima!

Ragazzo Ah sì, certo. (Pausa) Caro John, perdonaci se osiamo ripetere le tue parole, ma il nostro sentimento è così, proprio come tu lo hai descritto nelle meravigliose lettere alla tua amata Fanny. (Guardando negli occhi la ragazza) "Un tempo mi stupivo che gli uomini potessero morire martiri per una religione; ne rabbrividivo. Ora non rabbrividisco più. Accetterei il martirio per la mia Religione, che è l'Amore; saprei morire per esso. Saprei morire per Voi. Il mio Credo è Amore, e Voi ne siete l'unico Dogma."

Ragazza "Quanto a me, io non so come esprimere la mia adorazione per una creatura di tanta bellezza: ho bisogno di una parola più splendida che splendido, più bella che bello. Quasi vorrei che noi fossimo farfalle e vivessimo tre soli giorni d'estate, tre simili giorni con voi saprei colmarli con più delizia che non racchiudano cinquanta dei soliti anni."

Ragazzo "Io non vorrei vedere altro che piacere nei vostri occhi, amore sulle vostre labbra, e felicità nei vostri passi".

Ragazza "Il mio amore mi ha reso egoista. Non posso esistere senza di voi. Mi dimentico di tutto tranne che di rivedervi - la mia vita sembra si arresti lì - non vedo più avanti. Mi avete assorbito. In questo momento ho la sensazione come di dissolvermi."

Ragazzo "Se ci amiamo non dobbiamo vivere come vivono gli altri, uomini e donne - io non posso sopportare l'aconito della moda, della fatuità, delle ciance - dovete essere mia sino a morir sulla ruota se ve lo chiedo."

Ragazza "Ho due voluttà da godere: la vostra Bellezza e l'ora della mia morte... ed io vorrei poter prendere dalle vostre labbra un dolce veleno che mi spedisse via. Sono contento che ci sia una cosa come la tomba - sono sicuro che non avrò quiete finché non giungerò ad essa." (Pausa)

Ragazzo Ma tu pensi che anche noi dovremo soffrire molto come soffrì lui, per amarci veramente?

Ragazza E se tu ti ammalassi gravemente?...Io non potrei permetterlo!...Anch'io mi ammalerei della tua stessa malattia.

Ragazzo E se io peggiorassi?

Ragazza Uguale sorte patirebbe la mia carne.

Ragazzo E se una guerra assurda ed assassina mi portasse lontano da te?

Ragazza Io invocando la dea della Pace inonderei il suo tempio con le acque delle mie lacrime, fino a quando, mossa a compassione, raggiungerà gli eserciti e tramuterà l'odio in amore, il rosso fuoco del moschetto con l'eterno verde dell'ulivo, il pugno con la carezza.

Ragazzo E se Cupido ti colpisse con i suoi dardi accendendo in te il fuoco dell'amore per un uomo più forte e più bello di me?

Ragazza Io alimenterò questo fuoco con le mie stesse membra così a costui non resterà altro che nero carbone dentro il quale nasconderò l'anima incandescente, affinché del solo sfiorarmi dovrà pentirsene.

Ragazzo E se alla forza del tempo che tutto muta, la mia carne non saprà resistere? E così anche la mia pelle?

Ragazza Allora sarà per merito della tua saggezza che il mio occhio si illuminerà di una nuova luce, più intensa e immortale: in ogni piega della tua pelle riconoscerò ogni ora, ogni minuto, ogni istante trascorso accanto a te, ed il presente sarà ancora più felice perché confortato dalla bellezza del ricordo.

Ragazzo E se da ultimo assisterai al diluirsi della mia mente?

Ragazza Allora anch'io mi proietterò indietro negli anni e tornerò bambina. Così, insieme ci purificheremo nelle acque della giovinezza: finalmente pronti a ricevere il segnale divino che scioglierà i nostri corpi in un'ombra...l'ombra di un solo ricordo.

Ragazzo Ed io su questo amore che mi porti chiamo a testimone colui che ci ispirò (Rivolta al cippo funebre) e con questo giuramento che adesso rinnoviamo, noi ti facciamo dono della nostra vita: (Si alternano)

Giuro fedeltà alla vita che ci ha tanto desiderato (Inizia un motivo di sottofondo che copre ma non completamente le parole)

Giuro fedeltà agli uomini per i quali tutto è compiuto

Giuro fedeltà alla luce che scioglie le ombre sul nostro cammino

Giuro fedeltà al buio che ci riposa

Giuro fedeltà all'usignolo che ispirò il tuo canto

Giuro fedeltà alle viole che profumano di te

Giuro fedeltà all'amore puro e vergine al quale consacrasti la vita

Giuro fedeltà al dolore che ti fu padre e madre

Giuro fedeltà alla morte che ti rapì

E a colui che visse in te, Giuro fedeltà. (Fine musica. Pausa)

(Suono di campanella)

Custode (Sbadiglia entrando in scena e si dirige verso l'ingresso) Ogni giorno è sempre la stessa storia! Eppure lo sa! Ogni mattina le dico: "non prepararmi nulla di pesante a pranzo, altrimenti poi mi viene sonno". Ma non c'è niente da fare; non ci sente! Io glielo dico ma lei non mi sente. E poi dice che è il vino! Ma quale vino. Mezzo bicchiere al giorno. Tz..è il vino! Come se fossi un ubriacone! (Apre) Oooh.. signorina Marie, siete voi! Che piacere rivedervi!

Marie Caro Giacomino, come state? E' un po' che non ci vediamo. Come vanno i vostri acciacchi? Siete stato ai bagni come vi avevo suggerito?

Custode Oh signorina, no, magari! Qui c'é sempre da fare! Con età il lavoro aumenta invece di diminuire, cosa volete farci! Ma voi piuttosto siete stata poco bene? Sapete, proprio l'altro giorno, con la mia vecchia, si parlava di voi. E' un pezzo che non vedo più la signorina Marie, le dicevo, che sia successo qualcosa? Sa... quando si è anziani come noi si pensa sempre al peggio! Ah... quanto sono felice di rivedervi! Siete sempre bellissima!

Marie E voi siete sempre il mio ammiratore preferito, caro Giacomino!

Custode Oh signorina, dovevate essere qui con me, in questi ultimi mesi! E' venuta più gente in questo periodo che negli ultimi cent'anni! Ed il merito è tutto vostro! Ah se questi piedi potessero parlare vi direbbero quanti passi hanno contato! Su e giù, su e giù per questo viale: dieci, cinquanta, cento volte al giorno! Ma sono felice, felice per voi e per il vostro poeta. Credetemi, un successo!

Marie Dite davvero?

Custode Ma certo! Ne dubitate? Io non vi dico bugie. Guardate, guardate là. Vedete abbiamo appena aperto e già una coppia di innamorati è venuta a far visita al poeta. Sono certo che sono vostri conterranei! Eh...è proprio vero: gli innamorati sono tutti uguali! Guardateli, è già un po' che sono lì.

Marie Caro Giacomino, sono contenta che mi diciate questo. Sapete, gli ultimi mesi sono stati molto duri per me. Ho dovuto viaggiare molto e non ero più abituata. E poi quanta gente noiosa ho incontrato! Non vedevo l'ora di tornare! Ma ditemi, è venuta proprio tanta gente a farci visita?

Custode Tantissima! E tutti chiedevano di visitare la tomba del giovane poeta. Tanti li accompagnavo proprio lì, tanti altri volevano andare da soli; e c'é chi è rimasto fino all'ora della chiusura. Un signore, non molto tempo fa, si è seduto sulla panca, proprio di fronte alla tomba, ed è rimasto lì per un bel pezzo a guardare. Poi quando è uscito mi ha salutato ringraziandomi; mi ha stretto forte la mano e mi ha detto: "Voi siete l'uomo più ricco del mondo!" Chi sa chi era? Me lo sono chiesto tante volte.

Marie Un brav'uomo Giacomino, sicuramente un brav'uomo!

Custode E già!...Ma cosa facciamo qui...su andiamo dentro! Mi dovete raccontare tutto; ed anch'io ho tante cose da dirvi. E poi (Abbassando la voce) ho in serbo una bottiglia di quel vinello abboccato, quello che piace anche a voi! Dobbiamo festeggiare il vostro rientro, no?!

Marie (Con tono di rimprovero) Giacomino, Giacomino, sapete che non dovete bere!

Custode No, per carità! Soltanto un bicchiere al giorno, durante i pasti...Su andiamo, andiamo!

Marie Vi accompagno Giacomino, ma... non penso che potrò farvi compagnia per molto. Ho dato appuntamento ad un giornalista americano, e... dovrebbe arrivare a momenti.

Custode Allora sbrighiamoci. Venite! (Si avviano ed escono di scena chiacchierando. Intanto i due ragazzi hanno preso a girare separatamente fra le tombe.)

Ragazza John! Vieni!...vieni, è qui! L'ho trovata! (Il ragazzo arriva) Guarda! C'é anche la tomba del piccolo William. (Pausa, guardandolo supplichevole) John, promettimi che non sarai così sensibile al fascino femminile, come lo fu lui! Promettimi che non ci sarà nessun'altra donna tra noi due. Ti prego John, promettilo!

Ragazzo (Prendendole le mani) Ma certo amor mio, te lo prometto. Come puoi pensare una cosa simile. Io non conoscerò alcuna donna all'infuori di te.

Ragazza Oh John, spesso ho come l'impressione di soccombere, schiacciata sotto il peso di questo grande amore. Anche il mio corpo mi pare inadatto ad accogliere la vastità di questo sentimento. Spesso mi afferra la paura di non poterlo più governare; è come se tentassi di domare un cavallo selvaggio. John! Si può impazzire per amore? Io sento che è possibile!

Ragazzo Amore mio: io ricondurrò alla ragione la fiera irrequieta; renderò aeree le particelle di cui è fatto l'amore, così che tu non dovrai più temerne il peso; Dar alla tua ombra la mia forma così che, se pur due, saremo sempre uno ed indissolubile. E così sarà per sempre!

Ragazza Oh John...(Gli prende la mano e la poggia sul suo petto) senti come batte forte?! E' lui che devi ascoltare: giudice assoluto ed incorruttibile....Senti come batte il tempo: è musica John, la mia musica....Arriverà il giorno in cui restituiremo a Dio il dono della parola, perché sarà con il puro linguaggio del cuore, che comunicheremo i nostri sentimenti; e allora, soltanto allora saremo in comunione con la verità assoluta!

Ragazzo Imparerò... ti prometto che imparerò! Passerò intere giornate con il mio orecchio chino sul tuo petto e lo renderò sensibile ad ogni sussulto del tuo cuore. Così imparerò a leggerti con gli occhi chiusi; ad ascoltarti con il palmo della mia mano...

Ragazza Ed anche sul nostro ultimo giaciglio (Comincia a voltarsi verso la tomba) si leggeranno queste parole: "cor cordium".

Ragazzo Sì! I nostri cuori diverranno uno...e sarà il "cuore dei nostri cuori"!

Ragazza E se anche per noi la sorte deciderà una sepoltura in terra straniera, chiederemo per il nostro cuore, come fu per Shelley, il tenero abbraccio della nostra terra madre..(Pausa)

Ragazzo Ricordi cosa disse di questo posto Shelley: "Il cimitero è uno spazio aperto tra i ruderi, cosparso in inverno di mammole e margheritine. Il pensiero di poter essere sepolti in un luogo sì ridente potrebbe farci innamorare della morte".

Ragazza Questa è la sensazione che si prova....Shelley non aveva torto, così come Keats. E noi non li abbandoneremo mai, nella vita e nella morte!...Ricordi i primi versi del suo Adone?: "Io piango per Adone. Adone è morto!

Ragazzo Oh piangete per Adone!

Anche se il nostro pianto non può sciogliere

Il gelo che ricinge il caro capo,

Piangete per Adone! E tu,

Ora tristissima,

Scelta fra tutti gli anni a lamentare

Il nostro lutto, desta

Le tue fosche sorelle, e insegna

Il tuo dolore, e dì:

Ragazza "Con me

E' morto Adone; fino a che il Futuro

Non osi obliare il passato, saranno

Il suo fato e la sua fama

Un'eco e una luce

Per l'eternità!"...

Ragazzo Un'eco e una luce per l'eternità: questo sarà di loro!

(Suono di campanella; Marie e il Custode entrano in scena e si avviano verso l'ingresso)

Marie Sì, è un giornalista molto conosciuto in America; ci siamo incontrati al ricevimento dell'Ambasciatore....Si è mostrato molto interessato al mio libro e mi ha detto che conosceva Keats e gli altri poeti inglesi. Per questo l'ho invitato qui.

Custode Ah... non vi ho detto un'altra cosa! (Indicandolo) L'Angelo!

Marie L'Angelo?

Custode Sì, molti visitatori mi chiedono di lui.

Marie Vi fanno domande?

Custode Oh sì, molte. Alcuni, i più scettici a dire il vero, insistono su questo o quel particolare; ma io non gli do mai troppo spago. (Sono intanto arrivati all'ingresso, il Custode apre la porta, i due ragazzi si sono mossi dalla tomba di Shelley e osservando le altre tombe pian piano usciranno di scena, anche il Custode uscirà di scena)

Peck Miss. Lowner! Sono desolato per il ritardo (Baciamano)

Marie Ma no, Mr. Peck, sono io in anticipo. Spero non abbiate avuto difficoltà a trovare questo posto. Sapete, qui a Roma non è molto conosciuto; i romani non hanno mai accettato di buon occhio le inumazioni di cittadini stranieri di confessione protestante sul sacro suolo di Roma; per questo lo hanno sempre ignorato.

Peck Il conducente della carrozza mi ha già spiegato qualcosa. Devo dire che è stato molto gentile. Abbiamo fatto un lungo giro tra le rovine di questa città. E' sorprendente come il tempo si sia arrestato qui. Si ha l'impressione di assistere da un momento all'altro ad una scena dell'antica Roma! Non mi sarei affatto meravigliato se un gladiatore romano o un corteo di senatori mi avessero attraversato la strada!...E poi quante statue...le colonne! Che spettacolo!

Marie Sono felice che abbiate provato tali emozioni; per la verità Roma non è mai stata avara delle sue meraviglie!

Peck Allora... eccoci finalmente in casa dell'Angelo! Dico bene Miss. Lowner?...Però, prima di parlare di questo (Accenna ad un libro che ha in mano) le sarei grato se volesse farmi da guida in questo luogo che tanta ispirazione ha saputo infondere nel suo animo!

Marie Certo Mr. Peck... da questa parte (Si incamminano lentamente)

Peck Vedete Miss. Lowner, ieri ho passato tutto il pomeriggio nel mio albergo con il vostro libro. Ho voluto leggerlo attentamente e devo confessarvi che molte cose sul conto del poeta mi erano sconosciute. Voi ci avete restituito quella parte della vita del poeta che ai più era ignota, e con essa le sensazioni, i patimenti, gli stati d'animo di uno dei personaggi più, come dire... sensibili, della letteratura inglese.

Marie Dunque non l'ho annoiata, Mr. Peck!

Peck Annoiato? Certamente no...tutt'altro! Felicemente sorpreso! Ecco proprio così...sorpreso... (Marie lo guarda con piglio interrogativo e Peck cambia discorso, guardandosi intorno) Come d'altronde mi sorprende la vista di questo posto che, devo riconoscere, voi avete descritto in maniera esemplare...

Marie Questa dove siamo ora è la parte più vecchia del cimitero. Qui furono seppelliti i primi acattolici più di centocinquant'anni fa. Allora qui non c'era nulla tranne, è evidente, la piramide di Caio Cestio e le mura aureliane. Questa zona era chiamata: "i prati del popolo romano" perché qui avevano luogo molte feste campestri, alle quali il popolino partecipava numeroso, anche perché non mancavano mai il buon vino e gli allegri ritrovi.

Peck Strano!...Un cimitero senza neanche una croce!

Marie Oh, era proibito! Assolutamente proibito dallo Stato Pontificio: nessuna salvezza fuori della fede cattolica! "Extra ecclesiam nulla salus!"....Vede Mr. Peck, secondo la legislazione ecclesiastica nessun acattolico poteva essere inumato in terra benedetta o addirittura in chiese cattoliche, e le sepolture dovevano aver luogo solo di notte. Questo anche per evitare che il fanatismo religioso del popolino potesse provocare incidenti durante le cerimonie funebri.

Peck Capisco....Per fortuna oggi le cose sono radicalmente cambiate, anche se quei tempi non sono ancora troppo distanti nella memoria.(Pausa)

Marie Mr. Peck, permettetemi di porvi una domanda?

Peck Ma certo, dite pure.

Marie Cosa pensate veramente del mio libro? Vi prego di essere estremamente sincero.

Peck Oh, assolutamente un buon libro! Certo!...Sono convinto che con questo libro abbiate reso un contributo notevole alla divulgazione della poesia di Keats...tuttavia voglio invitarvi ad una riflessione. Ho trovato molto significative le parole che voi avete posto in apertura del libro; se non sbaglio tratte da un noto poeta italiano...

Marie Leopardi, Giacomo Leopardi.

Peck Leopardi, per l'appunto.

Marie "L'amore e la morte sono le cose belle che ha il mondo, e le sole solissime degne di essere desiderate".

Peck Miss. Lowner comprendo perfettamente che un animo sensibile come il vostro, educato al rispetto di quella nobiltà di sentimenti propria di uomini come Keats, possa trarre motivo d'ispirazione dalla romantica esistenza di questo poeta; così come comprendo perfettamente che non si può rimanere insensibili di fronte al fascino di cui questo posto è sicuramente pervaso. Ma, quello che mi chiedo, è se sia giusto nei confronti di coloro che non hanno avuto la fortuna di vivere le sue stesse emozioni, della massa dei lettori quindi, esaltare la tragicità dell'esistenza umana; e soprattutto la sua consapevolezza. Spero che non vogliate fraintendermi... ma oggi, a mio avviso, i lettori si aspettano da noi qualcosa di diverso, di più rispondente alla realtà.

Marie Voi pensate?

Peck Ma certo! Certo Miss. Lowner. Le nostre nazioni sono le maggiori potenze mondiali. I nostri popoli, con il loro sacrificio hanno creato ricchezza, lavoro, prosperità. Sono loro che hanno insegnato a milioni di altri individui la via dello sviluppo, cacciando l'ignoranza e le usanze selvagge dai paesi colonizzati. Noi, Miss. Lowner, dobbiamo difendere tutto questo, e soprattutto è nostro dovere incoraggiare e sorreggere lo spirito fecondo dei nostri popoli.

Marie E pensate che uno spirito fecondo non possa trovare ispirazione e conforto dalla lettura di una grande ode, o più in generale dalla lettura di un brano poetico?

Peck Non esattamente. Vedete, ciò che ha reso grandi le nostre nazioni è stata la capacità di organizzare uomini e mezzi nel modo più efficiente...e...noi dobbiamo essere in grado di fornire ai nostri lettori quei valori fondamentali di riferimento ai quali loro devono ispirarsi per costruire una società giusta, felice ed operosa! La nostra è una grande responsabilità, ed io ne avverto tutta l'importanza!

Marie E quale insegnamento migliore di quello che ci viene offerto dalla vita e dalle opere di uomini dotati di grandi ideali morali ed etici, quale fu Keats! La loro, sarebbe stata sicuramente una società giusta ed operosa.

Peck Sì, ma non felice, Miss. Lowner! Non felice. Ed è proprio questo il punto. La felicità non potrà mai derivare dall'esaltazione della morte. Taciamo su quest'ultimo intimo mistero! Noi dobbiamo desiderare la vita, con tutte le nostre forze, perché è sulla vita che noi abbiamo potere, non sulla morte. Lasciamo all'uomo il compito di migliorare la sua vita e a Dio quello più gravoso di riprendersela.

Marie La morte è solo l'ultima delle mete. Della nostra vita abbiamo soltanto due certezze: l'esistenza dell'inizio e quella della fine. La nascita è un dono che dobbiamo prepararci a restituire, e attraverso la consapevolezza del nostro destino possiamo raggiungere l'intima pace, quindi la vera felicità: felici di vivere, di costruire, felici di crescere e procreare, felici di godere dei frutti della vita, felici di non essere da soli a vivere tutto questo.

Peck Mi permetta Miss. Lowner, ma Keats non la pensava esattamente così.

Marie A cosa alludete?

Peck Ad una sua affermazione, che voi sicuramente ricorderete, e che mi ha particolarmente colpito: "Tutto quello che so è che la GIOIA è per sempre sparita, e questa cosa, il dolore è penetrata nei nostri cuori, e ci rimarrà per sempre, temo".

Marie Ah...sì certo, fu quella una lettera molto triste...

Peck La vita è quindi necessariamente dolore, finché la disperazione e l'angoscia non diventino abitudine? No... permettete Miss. Lowner, ma non posso accettare questa "cultura del dolore"!

Marie Io credo che il dolore ci aiuti, ci stimoli a crescere, insieme al sacrificio. Il dolore giustifica la felicità: voi siete felice perché avete provato dolore; è il suo superamento a procurarvi la sensazione di felicità. Se non avessimo in noi il senso del dolore non potremmo provare alcuna felicità!

Peck (Enfaticamente) Dolore e Morte!... Disperazione e Angoscia! Disinteresse... Inerzia! Malinconia! E quant'altro ancora! Tutto è perduto quindi, l'uomo è nella terra del tramonto! L'uomo è solo, tragicamente, incontestabilmente solo!... No, Miss. Lowner, perdonate ma non è questo l'uomo!...La verità è che...l'animo di Keats, profondamente provato dalle sofferenze del suo male, ha trovato conforto e giustificazione nascondendosi nel buio pozzo del dolore. La sua poesia è per sé stesso: un fascio di luce, unico avanzo di vita; il resto è notte nera e pesante come la pece. (Pausa, Marie è visibilmente provata dalle parole di Peck)

Marie (Riprendendosi) Voi dimenticate una cosa Mr. Peck.

Peck Cosa?

Marie Il coraggio.

Peck Il coraggio?

Marie Il coraggio di affrontare il male e sconfiggerlo, stimolando i nobili sentimenti. Keats è maestro in questo!

Peck Miss. Lowner non lasciatevi ingannare...

Marie (Interrompendolo) La sua poesia, perdonatemi Mr. Peck, può piacere, come anche non piacere; potremmo discuterne per giorni e giorni. Di fronte a quanti altri poeti Keats deve inchinarsi rispettoso e quanto piccolo dovrà farsi per solo tentare di accostarsi a loro...

Peck Siete consapevole quindi di tutti i suoi limiti!

Marie Non è mai stato un mio interesse ordinare e classificare i grandi poeti in base alla taglia della loro arte! Ognuno di loro ha qualcosa da dirci; ognuno di loro può trasmetterci qualcosa di bello ed irripetibile. Keats ha fatto breccia nel mio cuore e mi ha dato più di qualsiasi altro; per questo lo ringrazio e per questo sono felice!

Peck Ma Keats non vi ama Miss. Lowner, come non ha mai amato gli uomini!

Marie Ah...Mr. Peck qui siete sicuramente nel torto!

Peck Solo la natura contava per lui, la natura e l'Oriente: il mito della classicità greca: fonte ed origine di tutto! Certo, per soddisfare la sua sete di ispirazione poetica è più che sufficiente...anzi! Ma per noi che siamo impegnati duramente nella costruzione quotidiana di un futuro migliore non può che costituire una breve parentesi e non certo un motivo di crescita!

Marie (Scuotendo la testa) Mr. Peck, mi dispiace ma non vi seguo!

Peck Miss. Lowner, ma dov'è la gioia di vivere, dove sono quei NOBILI sentimenti che predispongono il nostro animo ad una visione positiva della vita?! perché ostinarsi a gravare ulteriormente il carico delle nostre passioni, dei nostri patimenti?! perché? Cosa dovremmo dire alle nostre truppe, ai nostri eserciti, ai nostri popoli: sappiate che comunque vadano le cose la vita è sempre dolore e morte! No! Non è così, con questi insegnamenti, che si costruisce; se mai si distrugge!

Marie Voi Mr. Peck parlate da guerriero...e...ditemi: è con il ferro della vostra spada che volete migliorare questo mondo?

Peck Miss. Lowner, non ditemi che avete già dimenticato le nostre origini! Non siamo tutti figli di quest'Angelo! Ben altra è la nostra progenie!

(Mentre parlavano i due si sono spostati dall'altra parte della scena; da questa parte rientrano i due ragazzi e si trovano vicini all'Angelo del dolore)

Ragazza Guarda John: deve essere questo l'Angelo a cui accenna il libro, quando descrive il cimitero.

Ragazzo Sì, certo, sicuramente e lui. E' davvero bello!

Ragazza (Cerca sul libro e poi legge) Ecco!..."...e se dopo aver riflettuto sui celebri versi del canto di Ariel dalla Tempesta di Shakespeare: Ma nulla di lui va disperso, Ché un sortilegio del mare, Lo va tramutando in qualcosa, Di ricco e di strano." incisi a perenne ricordo di Percy Bysshe Shelley, l'animo vostro, vi reclama un'altra emozione, accontentatelo! Volgete il vostro sguardo verso la tomba che qui è madre di tutte le tombe: la piramide. Appena a pochi passi da voi, timidamente velato dai mirti, scorgerete una figura inginocchiata su di un cippo. Il capo chino nasconde il volto incoronato di boccoli d'oro cinti da un nastro azzurro. Il suo braccio scivola in avanti mostrando la delicatezza della sua mano infante. Anche senza le ali vi parrebbe subito un angelo. Questo è il suo nome, e dal dolore si riposa. Colui a cui Dio diede ispirazione ed arte la volle per se stesso ed è il solo che può rallegrarsi dello splendore dei suoi occhi. Story William Wetmore e la sua sposa, qui perennemente in riposo."

Ragazzo E' proprio vero, sembra che stia riposando...e che si debba svegliare da un momento all'altro...(Pausa)

Ragazza Sì. (Gira intorno all'Angelo e gli sfiora la mano) E' dunque lui che dà il titolo a questo libro.

Ragazzo Sì...probabilmente la scrittrice sarà rimasta impressionata dalla dolcezza delle sue forme e quindi avrà voluto dedicargli il libro...e poi quale definizione è più felice dell'"Angelo del dolore" per descrivere l'animo sofferente di Keats?

Ragazza Non solo l'animo, John. Osserva il capo ornato di "boccoli d'oro", potrebbe anche essere quello di Keats!

Ragazzo (Sorpreso) Guarda la data della morte di questo scultore!

Ragazza 7 Gennaio 1895. Ma è morto quest'anno!

Ragazzo Dunque nell'anno del primo centenario della nascita di Keats!....Sai un'altra cosa: ho letto che l'autore di questa scultura era anche un buon poeta. Capisci un poeta!

Ragazza E molto probabilmente conosceva le opere di Keats; forse lo avrà amato come lo amiamo noi!

Ragazzo Forse!

Ragazza Oh John, non ti rattrista il pensiero di questi grandi uomini, che durante la loro vita, con le loro opere si sono accostati così meravigliosamente alla perfezione divina e poi, nell'ora della loro morte se ne sono allontanati, lasciando alla terra eredità dei loro corpi o delle loro ceneri e all'aria quella della loro anima?!

Ragazzo Non lasciarti ingannare! Anche se non scorgi alcun segno del martirio del Cristo al quale hai consacrato il tuo spirito, non temerne né la collera né l'ira, perché il lume del giudizio divino non brilla sulle forme del credo ma nella profondità dell'anima; lì dove il giudizio degli uomini non può arrivare.

Ragazza Ma John, loro hanno vissuto una vita fuori della nostra fede, e molti degli uomini che ora sono qui sepolti, non ne hanno addirittura mai avuta una, di fede. E tu certo ricorderai le parole di Cristo: "Chi non è con me è contro di me".

Ragazzo La fede non si sceglie come un frutto succoso in un pomario, né si eredita come un bene avito. La fede si costruisce attraverso una dolorosa e costante riflessione. E come tessere di un mosaico che, accuratamente levigate e selezionate, attendono l'opera del grande artista per riunirsi nell'unica composizione in grado di raggiungere la perfezione e la bellezza immortale, così le nostre riflessioni dovranno attendere la luce dell'ispirazione per poter assurgere alla potenza della fede. Ed io penso che ciascuno di questi uomini che hanno eletto questa terra a Custode ultima dei loro resti, abbia compiuto questo percorso; la maggior parte di essi forse solo intimamente, senza clamori. A noi non è dato giudicare.

Ragazza John il mio non voleva essere un giudizio ma solo una riflessione, ed i miei sentimenti sono pari ai tuoi. Forse ho peccato di egoismo volendo riunire le loro memorie in un unico tenero abbraccio; quello della mia fede. Ma forse hai ragione tu, al di sopra di tutto c'é un'unica fede: come la punta di questa piramide che unisce tutte le tracce in un unico preciso punto.

(Suono di campanella. I due ragazzi rimangono vicino all'Angelo e dopo l'avvio della scena, escono nuovamente.)

Custode (Entrando) Ho fatto proprio bene a custodire questa bottiglia... sapevo che le sarebbe piaciuta! Eh gli inglesi sì che se ne intendono di vino, non questi ubriaconi bifolchi con la gola sempre spalancata in attesa di una nuova inondazione! Bisogna saper bere con gentilezza, proprio come fanno gli inglesi e soprattutto gustare il vino con la bocca...e non annaffiare le viscere come se si stesse riempiendo una botte! Devo ricordarmi di portare una nuova bottiglia per la prossima occasione; questa oramai si guasterà se non la bevo subito... e già! (Apre: entra un signore distinto di mezza età)

Wordsworth Buongiorno.

Custode Buongiorno a lei! Desiderate visitare il cimitero?

Wordsworth No...(Guardandosi intorno) veramente io sono qui perché cerco una persona...ma forse non è ancora arrivata.

Custode Ditemi...chi cercate, ci sono degli ospiti in visita.

Wordsworth Beh...una signorina, ma...non ha importanza. Piuttosto voi non mi riconosce, ma dovreste ricordarvi di me. Sono venuto già alcune volte qui per quel pezzetto di terra vicino le mura. Si ricorda?

Custode Ma...io...

Wordsworth Sì...foste proprio voi a dirmi che era in vendita e che dovevo rivolgermi all'Ambasciata di Germania per tutte le informazioni. Ricordate?

Custode Ah..si certo. Voi siete quel signore inglese, se non sbaglio!

Wordsworth Esatto!

Custode Sì, sì, certo mi ricordo. Bene! E...ha avuto delle buone informazioni?

Wordsworth Sì, ho parlato con il responsabile ed ora dovrei vedere esattamente il posto. Sa, per la definizione dei confini.

Custode Oh, sì, sì certo. Prego, venite, venite.

(Escono; dall'altra parte entrano Marie e Peck)

Peck Miss. Lowner, perdonate la mia franchezza, ma voi siete vittima di una infatuazione!

Marie Infatuazione!?

Peck Certo! Mi rendo conto che la nostra conoscenza è così limitata da non giustificare questa mia impressione...pertanto la prego di volerla considerare proprio come una sensazione e niente di più.

Marie State cercando di dirmi che questo libro, i miei studi, le mie stesse convinzioni sono il frutto di una innocente, fanciullesca infatuazione?

Peck Via, non prendetela così Miss. Lowner. Cercavo soltanto di riportarvi alla realtà. Dopo tutto è con la realtà di tutti i giorni che dobbiamo misurarci.

Marie Vedete, Mr. Peck, vi dirò la verità: c'é nella mia vita una luce, che si è accesa tanti anni fa e che il tempo incoraggia, così che il mio viaggio è nella sua direzione. Se ciò sia giusto o sbagliato non so, ma per quell'astro che rifulge ho impegnato la mia vita, e il mio animo esulta! Non me ne vogliate se così è.

Peck Voi mi avete frainteso. Io non volevo esprimere un giudizio sul vostro operato: voi siete indubbiamente una donna di ideali certi!

Marie Ed è importante esser certi, non di aver ragione, ma di credere in qualcosa; qualcosa per la quale valga la pena adoperarsi....E forse non c'é momento più degno di rispetto di quando si ha la certezza della bontà delle proprie azioni...anzi, forse un momento più importante c'é: quando riconosciamo di esserci sbagliati.

Peck Finalmente ci troviamo d'accordo! Come spero...voi siate d'accordo con me nel considerare scarsa la disposizione politica e patriottica di Keats. I veri eroi non sono gli uomini politici o i combattenti della libertà, ma i poeti! E quali poeti, poi, non certo quelli attentamente impegnati ad educare l'uomo, ma quelli privi di qualsiasi personalità, quelli che non hanno nulla di proprio da esprimere, da rappresentare! Celebre la sua affermazione: "Oh per una vita delle Sensazioni, piuttosto che del Pensiero"!

Marie No, Mr. Peck, voi fate delle grandi confusioni. E' pretestuoso, da parte vostra, cogliere frasi smozzicate qua e là per utilizzarle a vostro piacimento! Voi peccate di superficialità!

Peck Le affermazioni del vostro poeta sono talmente chiare che non necessitano certo di elaborazioni!

Marie Voi sottovalutate la sua arte e con essa il suo pensiero. Mi sono impegnata, con il mio libro, a dare una giusta chiave di lettura di Keats poeta e uomo, ma a quanto pare non ci sono riuscita! Voi me ne date prova.

Peck Miss. Lowner, il vostro libro è tutto una dichiarazione d'amore per il vostro poeta. Questa sensazione colpisce il lettore già nelle prime pagine e non lo abbandona più. La vostra esposizione è talmente chiara che non lascia alternativa al lettore: anche lui, alla fine del libro, amerà incondizionatamente Keats. Ma il vostro, è il racconto di una favola...una bella, affascinante, suggestiva favola. La storia di un idillio.

Marie E cosa vi è di male in questo?

Peck L'inattendibilità Miss. Lowner!

Marie Inattendibilità? Vorreste dire che quanto ho detto è inattendibile?

Peck Miss Lowner, consentitemi, voi siete stata come abbagliata da quello che avete giustamente definito, l'astro che rifulge. Ma se da una parte voi, più di ogni altro, siete riuscita a penetrare quella luce fino a scoprirne la fonte e la materia dalla quale prende corpo, d'altra parte vi siete consumata la vista per questo unico spettacolo ed i vostri occhi, ovunque voi li porgiate, non riflettono altro che quel bagliore.

Marie Ditelo a quei due giovani innamorati! Provate a convincere anche loro che il loro amore non è attendibile perché negli occhi di uno c'é la luce dell'altro. Sapete cosa vi risponderanno che questo è amore, amore Mr. Peck...e se non ci credete chiedetegli se sono felici!

Peck ...Comunque, datemi retta Miss. Lowner: voi avete reso un notevole servigio alla conoscenza, ma non esagerate la portata del messaggio. Voi avete delle buone qualità, mettetele a frutto. Considerate questo un punto di partenza. E...soprattutto non fatevi irretire dai sentimentalismi; è sul terreno della concretezza che nasce e si fortifica l'albero della storia, dell'immortalità.

Marie Posso rispondervi prendendo in prestito un pensiero di Keats: "Se morissi ora...non ho lasciato nessun'opera immortale, niente che possa rendere i miei amici fieri della mia memoria, ma ho amato il principio della bellezza" e di questo ne sono fiera. (Sono intanto arrivati vicino all'Angelo, Marie scorge Mr. Wordsworth dietro le quinte)

Peck (Osservando l'Angelo) E' dunque questo l'Angelo del Dolore?

Marie (Riprendendosi dalla distrazione) Sì...proprio lui. Perdonatemi se vi lascio solo per un istante. E' qui un mio carissimo amico che non vedo da molto tempo. Vi raggiungo subito...(Incamminandosi, lo chiama) Mister Wordsworth, Mister Wordsworth.

Peck (Leggendo) William Wetmore Story. Suggestivo...molto. (Pausa) Peccato!...peccato che gli americani non possano godere di questa vista!

Marie (In scena con Wordsworth) Oh Mister Wordsworth come sono felice di rivedervi!

Wordsworth Mia cara, vi trovo in splendida forma! Lasciatevi guardare...siete bellissima!

Marie Voi piuttosto...cosa vi è accaduto?

Wordsworth Vi ho cercata, subito dopo aver letto la copia che mi avete inviato, ma mi hanno detto che eravate già partita.

Marie Sì, vi avevo detto che sarei partita per Londra. L'editore ha voluto che partecipassi alla presentazione.

Wordsworth Oh Marie dovete assolutamente raccontarmi tutto: dove siete stata, chi avete incontrato, le vostre impressioni, tutto! Ma...voi eravate in compagnia?

Marie Oh che sbadata che sono! Certo, venite vi presento Mister Peck, un giornalista americano che ho conosciuto recentemente. (Lo prende sotto braccio e si avvicinano a Peck) Piuttosto, voi come mai siete qui?

Wordsworth Per voi! Sono stato a casa vostra e mi hanno detto che vi avrei trovata qui, così ho pensato di raggiungervi.

Marie E avete fatto benissimo...Mister Peck vi presento Mister Wordsworth, mio fedele amico e poeta, nipote del celebre poeta inglese William Wordsworth.

Peck Onorato Mister Wordsworth.

Marie Sapete (Rivolta a Wordsworth) Mister Peck scrive su un noto giornale americano ed è qui a Roma per l'insediamento del nuovo ambasciatore.

Wordsworth Ah...molto bene! E' la prima volta che siete ospite di questa città?

Peck Sì, la prima.

Wordsworth Oh...spero che vi siate trovato bene?

Peck Sì, certo...molto bene!

Marie Allora, cosa mi dite di questa scultura Mr. Peck?

Peck Affascinante, davvero molto affascinante. Ragionavo proprio su questo poco fa. Sono quasi tentato di rapirla...!

Marie Non vorrete dire sul serio?!

Peck No, non temete. Forse è proprio questo il posto più adatto... Bene signori vorrei tanto trattenermi ancora ma purtroppo gli impegni di lavoro mi obbligano a rinunziare, seppur a malincuore alla vostra preziosa compagnia.

Marie Come Mister Peck già ci lasciate?

Peck Sono mortificato Miss Lowner ma ho degli appuntamenti in Ambasciata. Vi sono infinitamente grato per il tempo che mi avete dedicato...(Baciamano)

Marie A presto Mister Peck.

Peck Mister Wordsworth sono felicissimo di avervi conosciuto e spero di incontrarvi nuovamente.

Wordsworth La speranza è anche mia Mister Peck. (Peck si avvia verso l'uscita) Allora mia cara, vogliamo andare anche noi, così strada facendo mi racconterete di questi mesi?!

Marie Oh no, vi prego! Stiamo ancora un po' qui; è da tanto che non vengo e poi quest'arietta così fresca e delicata....Non avvertite anche voi tutte le sfumature di questi profumi fragranti di cui qui è ricca l'aria? Venite, sediamo qui. Sapete, vorrei raccontarvi tante cose, ma non voglio essere superficiale e quindi non vorrei dilungarmi sulle persone che ho conosciuto né tanto meno sui ricevimenti o le gentilezze dei rituali. Con voi non ho bisogno di inutili chiacchiere! Vorrei piuttosto parlarvi di quelle intime sensazioni che ho provato in questo periodo.....ma poi finirei per parlarvi male degli uomini perché è della loro arroganza...della loro ignoranza... dei loro sacrifici sull'altare del Dio Pluto che non potrei sottacere e ciò ci renderebbe tristi! Invece voglio essere felice con voi! Voglio che mi diciate la sincera verità: cosa pensate che avrebbe detto Mister Severn di questo libro? Lo avrebbe apprezzato? Cosa mi avrebbe rimproverato? Vi prego ditemi, sapete che mi fido solo di voi!

Wordsworth Cosa avrebbe detto Mister Severn? Ah questo posso dirvelo con estrema certezza. Vi avrebbe risposto con le parole di Keats: "...sento che scriverei semplicemente perché amo e desidero il bello anche se dovessi ogni mattina bruciare le mie fatiche notturne e nessuno dovesse mai neppure vederle...Perciò voglio esistere senza stuzzicare il demonio della stampa per vivere, e senza dover rincorrere l'ammirazione degli uomini e delle donne; di questa immensa solitudine spero che Dio mi dia la forza di godere."

Marie Non potevate scegliere miglior risposta!... Oh Mister Wordsworth, sapete...questo è un giorno speciale per me! Quante volte ho sognato questo momento negli ultimi anni! Quante volte mi sono chiesta come sarebbe stato! Oggi, 31 ottobre 1895, si chiude un capitolo, forse il più importante della mia vita. Penso di immaginare cosa provasse Dio al sorgere del settimo giorno della Creazione, quando si avvide che tutto ciò che aveva creato era cosa buona e quindi si riposò! Questo riposo è oggi anche il mio. Oh perdonate l'accostamento Mister Wordsworth!

Wordsworth Non temete! Vi conosco da troppo tempo per lasciarmi ingannare dalle vostre legittime emozioni.

Marie In questo cimitero, dove giunsi poco più che ragazzina da un lontano Paese, il profondo affetto e l'amore incondizionato che portavo per il mio poeta si sciolsero in calde lacrime alla vista del suo sepolcro. E così ancora fu quando esso non fu più solo e due volte più numerose caddero le mie lacrime. Li ho amati entrambi e di questo amore sono cresciuta. Keats mi ha insegnato l'amore, il primo amore...quello puro ed incorruttibile. Joseph mi ha insegnato a costruire il tabernacolo dove custodirlo. Ed oggi finalmente si è compiuto il ciclo della vita che tutto governa! Il seme che la poesia di Keats adagiò nel mio animo ha dato i suoi frutti, ed oggi io gliene faccio dono, in questo stesso giorno in cui cento anni addietro il miracolo della vita si ripeteva per il poeta dai riccioli d'oro.

Wordsworth Miss Lowner, io non ho mai dubitato di voi e della vostra fede. Ciò in cui credete e la passione che vi infondete nobilita anche chi vi è accanto e di questo vi sono grato.

Marie Mio caro amico non attribuitemi meriti che non ho. E' della bontà del vostro animo che dovete essere grato. (Pausa) Mister Wordsworth desidero che voi sappiate una cosa che mi porto dentro da troppo tempo oramai. Voglio farvi partecipe di un segreto che non ho mai avuto il coraggio di rivelare a chicchessia.

Wordsworth Ditemi mia cara. Se per il solo rivelarlo il vostro animo può trarne giovamento vi prego di non indugiare!

Marie Sono passati oramai diversi anni da quella sera! Ero appena tornata da un breve soggiorno a Londra. La mia attività di corrispondente mi assorbiva tutta la giornata e dopo la morte di Severn, rari erano stati i momenti di riposo. Sempre avanti e indietro per i servizi più disparati. Era quello un periodo particolarmente difficile, sia per gli avvenimenti sociali che si susseguivano freneticamente sia per il mio stato d'animo, che mi dimostrava tutta la sua disapprovazione per il modo in cui impiegavo il mio tempo. Tempo che sottraevo allo studio delle opere di Keats e alla realizzazione di quelle iniziative che tanto avevo desiderato portare a termine.

Wordsworth Sì certo. Ricordo quel periodo, sono passati alcuni anni. Se non erro, fu subito prima che voi decideste di trasferirvi definitivamente qui a Roma.

Marie Esatto! Proprio allora.

Wordsworth Ricordo che eravate molto nervosa ed inquieta; ma soprattutto vi vedevo sofferente. Vi ricordate? Ebbi anche a manifestarvela questa mia impressione, un giorno, a casa vostra.

Marie Certo, e ve ne fui grata. Sapete, molto lo devo anche a voi, se sono riuscita finalmente a prendere la decisione di ritirarmi qui a Roma e dedicarmi esclusivamente alla stesura di questo libro. Una sera ero particolarmente offesa con me stessa. Mi ritornavano alla mente gli ultimi istanti di vita di Joseph: la sua casa, il pianoforte con le note di Haydn, le sue parole dolci, semplici, dense di significati, il mio giuramento!

Wordsworth Il vostro giuramento?

Marie Fu poco prima che morisse che pronunziai quelle parole!

Wordsworth Quali parole?

Marie Le stesse che avete lette sul mio libro firmate da "un anonimo".

Wordsworth Volete dirmi che quelle parole sono vostre?

Marie Fui io a pronunziarle ma qualcun altro me le ispirò.

Wordsworth Oh Marie, mi stupisce pensare a quanto grande sia il vostro cuore per custodire la vastità di tale sentimento!

Marie Capite! Quel giuramento mi ritornava costantemente alla memoria; e viva era in me l'impressione dello spergiuro. Tutto mi faceva intendere che non v'era più traccia nella mia vita di quelle forti emozioni provate a casa di Severn, in quell'afoso pomeriggio del 1879. Venni qui, al cimitero. Ci venivo spesso per trovare un po' di pace e serenità. Ma quella sera era diverso. Venni qui quasi sospinta. Ricordo ancora l'espressione di Giacomino quando mi vide. Pensava mi fosse accaduto qualcosa. Il tempo era inclemente, quella sera: pioveva a dirotto e i tuoni mi spaventavano. Nonostante questo sostai a lungo sulle loro tombe. Giacomino si ritirò nella sua casina, per via dei suoi malanni e mi pregò di chiudere il portone attentamente prima di andar via. Era oramai l'ora della chiusura. Così, lentamente mi diressi verso l'uscita. Mentre cercavo con lo sguardo il vialetto principale un lampo luminosissimo squarciò il buio denso che mi circondava. Fu allora che lo vidi per la prima volta (Sono vicini all'Angelo)

Wordsworth Ma era già qui a quel tempo?

Marie Solo da pochi giorni...lo scultore lo fece collocare qui, in occasione della morte della sua compagna.

Wordsworth Capisco!

Marie Fui abbagliata da quella visione! L'intensità di quel lampo ne aveva esaltato la figura. Il colore bianco candido sembrava avesse assorbito tutte le particelle di quel raggio luminosissimo e la purezza delle sue forme mi inondò la vista. Rimasi attonita per non so quanti istanti: un'infinità! Poi una folgore ancor più luminosa, forse la prediletta fra le armi di Giove, lo colpì ed io caddi a terra stordita dalla potenza del tuono.

Wordsworth Che spavento!

Marie Non so quanto tempo rimasi a terra. Quello che ricordo è che quando mi riebbi, tutt'intorno era buio, quasi temevo che i miei occhi non attendessero più al loro compito. Ma quando mi volsi, la vista non mi tradì. Era bellissimo, candido, perfetto! Solo, in quel mare di buio, risplendeva come un astro.

Wordsworth Marie!

Marie Sì!...Mi rialzai lentamente e come rapita dallo splendore di quella visione mi feci più vicina. La tentazione di sfiorargli la mano mi assalì. Mi accostai ancora di più ed infine cedetti. Non so se la toccai o se soltanto l'ebbi sfiorata, ma la sensazione che provai..ah quella sì la ricordo benissimo! Ritrassi subito la mano ed il cuore cadde nel vuoto: non era una mano di pietra! Il suo era il calore della carne umana!

Wordsworth Marie, ma cosa dite!

Marie Una sensazione di gelo mi aggredì le ossa. Lo stato di atterrimento nel quale ero sprofondata non mi consentiva alcun movimento. I miei occhi erano rapiti da quella figura. Ad un tratto ebbi la sensazione netta che la vita mi stesse abbandonando. Avvertivo chiaramente il tentativo dell'anima di staccarsi dal corpo: le dita affusolate di quella mano si mossero lentamente, come nel tentativo di riattivare la circolazione dopo un lungo periodo di immobilità.

Wordsworth Marie, vi prego!

Marie Poi il gelo di quella sensazione divenne ghiaccio: l'Angelo sollevò lentamente il capo e mostrò il suo volto. Lo so per certo che lo mostrò ma ahimè...mi fu cancellato il ricordo, così non saprei descrivervelo, ma immagino che fosse di una bellezza indefinibile, perché uno stato di letizia cominciò a farsi strada tra i ghiacci del mio animo....Infine mi parlò!

Wordsworth Marie, vi prego attendete un istante! Concedetemi una pausa! Queste emozioni sono già un difficile esercizio per un giovane cuore!

Marie Perdonate Mister Wordsworth! Mi sono lasciata trasportare dalla forza di quel ricordo...ma, dopo tutto questo tempo, è questa la prima volta che le mie parole danno voce alle sensazioni che provai, e voi ne siete l'unico testimone e tale resterete.

Wordsworth Marie, mia cara, io non so cosa vi accadde quel giorno ma certo qualcosa di straordinario ha segnato il corso della vostra vita! E' forse l'estrema sensibilità del vostro animo che vi ha dato la possibilità di provare quelle emozioni che sono precluse ad un animo indifferente..e dunque vi parlò!

Marie "Grazie a te, o donna, io vivo": queste furono le sue parole! Il suono della sua voce era di una dolcezza pari forse solo all'ambrosia. Nonostante ciò i miei occhi soffocavano nel terrore, i miei muscoli cedevano sotto il peso della carne. Volli fuggire! Ma lui mi trattenne con queste parole: "Donna! Prima mi infondi la vita e poi fuggi?" Lo fissai terrorizzata ed ebbi il coraggio di rispondere qualcosa. Poco a poco ripresi le mie forze; il sangue sembrava avesse ripreso a scorrere nelle vene. Avevo un'unica volontà: fuggire! Indietreggiai...ma un momento prima di voltarmi per raggiungere l'uscita, d'istinto chiesi: "Chi sei?" Lui che già aveva chinato il capo, si destò e disse: "Sono del tuo dolore, Custode. E chi fugge da me, cieco insegue l'eterna speranza!" (Pausa) Ero ancora spaventata ma...riuscii a farmi coraggio..., mi convinsi che era tutto un sogno. Certo! Solo un sogno!....E come accade nei sogni tutto può succedere....Ed è per questo che non bisogna aver paura; non si può aver paura di un sogno. I sogni non fanno male!

Wordsworth (Rincuorato) Ma certo! Un sogno, cos'altro! E poi è colpa anche di questo posto. Qui il tempo non ha dominio. C'é una grande forza che comanda qui dentro: dietro questa apparente tranquillità si nasconde un'energia diversa, quella della morte! perché la morte ha una sua energia. Che ci sia qualcosa di vitale anche nella morte?

Marie Ma perché io avvertivo tutto questo? perché questo sogno?!

Wordsworth Suggestione! Certo siete stata vittima di suggestioni.

Marie L'angelo non la pensava così: "la morte è muta solo per i sordi ed è un nulla solo per i ciechi!" fu questa la sua risposta. Poi mi parlò ancora. Ma alle sue parole non riuscivo a dare alcun senso. Mi sforzai di comprenderlo! Ma non capivo cosa volesse dirmi...infine gli chiesi cosa volesse da me! E lui mi rispose: "Tu mi hai destato da un sonno infinito. Io voglio destarti dal sonno della tua coscienza!". (Con forza) Ma la mia coscienza non dorme! Le ho sempre impedito di dormire! Qualcuno un giorno mi disse: "Non nasconderti, la tua coscienza sa dove trovarti!" Joseph Severn! La mia memoria si popolò di immagini che credevo sbiadite. Che persona adorabile! Ero così affascinata dalle sue parole, dai suoi gesti. In lui cercavo Keats, il mio poeta! Il fiore della mia giovinezza. Di colpo la mia mente si aprì: quel fiore era stato reciso ed urlava la sua morte con l'esplosione dei suoi profumi che la sua bellezza custodiva. "Lascialo vivere! Bagna le sue radici aride, con le limpide acque del tuo entusiasmo, donale un solco della tua migliore terra, liberalo dalle selve maligne e soffocanti. Egli ti compenserà colmando i tuoi occhi di gioia e rallegrando l'aria che respiri con la dolcezza dei suoi profumi"!

Wordsworth Fu questo ciò che vi disse l'Angelo?

Marie Sì!...forse fu proprio questo ciò che mi disse.

Wordsworth E poi?

Marie Fui preda del dolore. Un dolore inarrestabile, che mi cresceva dentro e pareva volesse esplodere con violenza inaudita. Mi sentii come la madre sciagurata che ad un tratto si accorge di aver abbandonato per anni il proprio figlio, l'unico figlio, la ragione della sua vita!

Wordsworth Marie, ma come potete dire questo! Fu il vostro animo sensibile di giovane fanciulla che rinnovò in voi le sofferenze del poeta amico vostro; fu dalla sua vita che voi traeste forza ed energia; fu il pensiero delle sue sofferenze che sollecitò in voi nobili sentimenti; fu il suo dolore, che voi faceste vostro, a rivelarvi l'asprezza della vita e con la sua poesia voi andaste oltre tutto ciò. Come potete dire di averlo abbandonato! Voi che lo avete amato più di voi stessa!

Marie Non è sufficiente amare! E' necessario agire, creare, e non si può creare senza sofferenza, così come io donna, non posso partorire senza doglie! Osservatevi intorno: Joseph, Keats, Shelley, sono tutti figli della morte, come qui c'é n'è tanti. Chi ricco di danari o di affetti e chi povero di felicità o di fama: ma tutti indistintamente figli di una stessa madre. Ed è a lei che noi consacriamo il nostro dolore, quello vero, quello supremo: la perdita della nostra carne. Come può l'uomo che non rinunzia a ciò che ha avuto in dono, la vita, rinunziare a ciò che ha costruito per sé!

Wordsworth Ciò che dite è verissimo Marie,... ma... che fare?

Marie Imparare da chi ci ha preceduto. Da chi con grande sofferenza si è immolato per la verità, insegnandoci la giusta via! Farsi pervadere i sensi dalla bellezza delle forme, dalla purezza degli sguardi, dalla ricchezza dei canti, dai profumi incontaminati, dallo splendore della natura della quale siamo parte, ma che sempre più spesso con le nostre bestemmie rinneghiamo. Abbiamo tanto bisogno che qualcuno ci insegni a vivere, a non sciuparla questa vita!

Wordsworth Ed è proprio questo il miglior dono che voi offrite ai vostri lettori!

Marie Questo libro rappresenta il mio punto di arrivo, lì dove Joseph volle che giungessi, ma mi è doppiamente caro perché, d'altra parte, mi ha dato la possibilità di sistemare attentamente il mio bagaglio personale ed ora sono finalmente pronta per iniziare un nuovo viaggio. Un viaggio che mi porterà alla scoperta dell'uomo, quello vero... lì!... dove l'uomo è presente a se stesso, dove si riconosce parte del tutto e non sovrano e despota di tutto.

Wordsworth Ma dove?

Marie Dov'è la felicità! E la vera felicità è solo figlia della sofferenza, quella naturale, non quella costruita o peggio inventata dall'uomo!

Wordsworth Marie, ma dove volete andare? Cosa significano queste vostre parole?

Marie Mister Wordsworth, non guardatemi con quegli occhi: non dovete temere alcun olocausto! Al contrario voglio vedere i vostri occhi colmarsi di gioia e non irrigidirsi dallo spavento.

Wordsworth Ma le vostre parole...

Marie Le mie parole non nascondono nulla di cui dobbiate temere. Io non ho smarrito la via...l'ho trovata! E questa volta porta dritta verso il cuore di questo nostro mondo.

Wordsworth Siete forse intenzionata a recarvi in un altro Paese? Forse mille miglia lontano dai nostri confini?

Marie Lasciate che di confini se ne occupino i nostri governanti, che già lo fanno così male! A noi non interessano, così come non ci interessano le divisioni, le stratificazioni, le separazioni, le distinzioni. A noi interessa l'esatto contrario: l'unione, l'accordo, la concordia. Dobbiamo lavorare per unire ciò che intere generazioni hanno così tristemente separato!

Wordsworth Marie, permettetemi, ma io sono sinceramente preoccupato per voi!

Marie Io vi comprendo amico mio, ma voglio che voi riflettiate più profondamente. Keats in una sua lettera scrisse: "Nutro l'ambizione di fare del bene al mondo: se sarò risparmiato questa sarà l'occupazione dei miei anni maturi."

Wordsworth Marie, non potete abbandonare proprio adesso. Voi avete il dovere...

Marie E' dunque un mio dovere collezionare successi a tutti i costi; proprio come l'avaro fa dei propri danari, il ladro del proprio bottino, il goloso dei propri peccati? No!...Cosa vorreste che io facessi: scrivere per gli altri e quindi non per me stessa! Osservare le mie vele gonfiarsi nella direzione dei venti così da condurre la barca lì dove le bocche soffiano più forte?

Wordsworth perché ostinarsi ad aprirsi un varco contro vento; è contro natura! I venti non vanno combattuti ma assecondati. Osserva l'uccello come piega le sue ali ed usa il suo timone. Egli sfrutta il vento per migrare, è la forza del vento che sorregge i suoi muscoli quando sorvola i continenti. Se così non fosse, cosa sarebbe stato di questa specie? A noi non sarebbe giunto neanche il ricordo!

Marie Dite bene: è a lui che devo ispirarmi. Lui sa dove andare. La meta da raggiungere è sempre presente nel suo vigile sguardo. Come la rondine che dopo una lunga assenza torna al suo nido, dopo un lungo, difficile, estenuante viaggio, così sorretta dai venti delle mie passioni potrò superare le insidie della vita e felice tornare al mio nido, quando finalmente giungerò al termine del viaggio. (Pausa) "Ho capito che non c'é altro da perseguire se non l'idea di fare del bene al mondo; alcuni lo fanno con la loro presenza, altri grazie all'intelligenza, altri con la loro benevolenza, altri ancora con quella specie di potere che consiste nel donare gioia e buon umore a tutti quelli che incontrano; e in mille altri modi tutti egualmente rispettosi dell'autorità della Natura. Non c'é che un modo per me!..." Lui, seppe scoprirlo....ora anch'io...lo so! Andiamo ora, accompagnatemi! (Si incamminano sottobraccio verso l'uscita)...Oh Mister Wordsworth...sapete, mi tornano sempre in mente le ultime parole di Severn, e quella musica...la nostra musica...Haydn. (Escono, i due ragazzi entrano in scena sostano per l'ultima volta sulla tomba mentre le note di Haydn accompagnano la voce di Severn fuori campo)

SEVERN Una sera prima che morisse mi guardò fisso. I suoi occhi, posseduti da un'ardente animazione, erano penosamente larghi e brillavano fuori dalle cavità del suo volto distrutto. "Severn, ti lascio in eredità tutta la gioia e la prosperità che io non ho mai posseduto...Questo sarà l'ultimo Natale che vedrò, che desidero vedere...ma tu ne vedrai molti e sarai felice. Sarebbe una seconda morte, per me, se sapessi che a causa della tua bontà tu abbia a soffrire in futuro." Nell'ammonirmi sull'imminenza della sua morte, mi supplicava ripetutamente di fare attenzione alla mia salute dicendomi che non avrei dovuto osservarlo nel suo morente ansimare, né respirare i suoi ultimi respiri, né respirare sopra di lui. Di tanto in tanto mi impartiva tutte le sue ultime disposizioni su cosa desiderava che fosse fatto dopo la sua morte. Mi disse con la più grande agitazione che abbia mai mostrato, di prendere la lettera, appena giunta, di Miss Browne - che non aveva avuto il coraggio di leggere né tanto meno di aprire - e di riporla insieme alle altre che fossero giunte troppo tardi per trovarlo in vita, nel suo sudario, sul suo cuore. Verso le quattro e mezzo del pomeriggio, di venerdì 23 Febbraio 1821, si notò l'avvicinarsi della morte. "Severn, sollevami, perché muoio. Morrò senza sforzo. Non temere. Grazie a Dio è venuta". Lo sollevai tra le mie braccia; sembrava che il catarro gli ribollisse in gola. Ciò andò crescendo fino alle undici di notte, ora in cui egli gradatamente discese nella morte, così tranquillo che io credevo ancora che dormisse. Mi tenne la mano sino alla fine e mi guardò finché i suoi occhi non persero ogni visione e non si coprirono del velo della morte. E confesso che quel pallido viso di morto fu per un poco una consolazione per me, poiché io lo avevo visto esprimere tanta sofferenza e fu una felicità per me il pensare che la desolazione di quello sventurato fosse giunta al termine. Prima di partire da Roma, venti anni più tardi, mi recai per l'ultima volta alla tomba di Keats. Non immaginavo di trovare qualcuno in quel luogo solitario, invece con grande sorpresa vidi un giovane ed una giovane che evidentemente si amavano e che, a giudicare dall'aspetto erano senza dubbio inglesi. Inginocchiati, e tenendosi per mano baciavano la terra sotto cui giacevano le spoglie del poeta che essi amavano. Dal luogo in cui ero feci rapidamente uno schizzo e quando arrivai in Inghilterra fu quello il mio primo quadro che dipinsi. Il suo titolo è "Alla tomba di Keats" ovvero "Fama", perché ora il suo nome è inscritto nel cuore e nella mente di tutti coloro che amano la poesia e l'umanità; e non come volle Keats che sulla sua tomba si leggesse: "qui giace uno il cui nome fu scritto sull'acqua".