IL VOLO



Guardavo dentro me

come fossi sospeso

piegato in avanti

sull'orlo del precipizio

di un mondo sconosciuto.

Paralizzato da segrete paure,

pareva di cogliere

suoni lontani,

scorgere colori mai visti.

Mi resi conto

di ascoltare il silenzio.

Non più imbalsamato

nella fisicità di un corpo

materializzavo il desiderio

d'essere inghiottito

in quelle viscere buie.

Una febbre irrequieta

induriva le mie membra.

Decisi.

E mi lasciai cadere.

Fu così che imparai a volare.























DORMO



Dormo nel letto della follia.

Chi mi circonda non fa meno di me.

Tu non puoi pensare,

di mutare il mio essere

di pulire i miei abiti

lerci e sporchi di pazzia.

Non puoi zittire

le mie grida nella notte

di inibire i miei orgasmi

con la luna,

di asciugare le mie lacrime

che spezzano il silenzio

di quest'angoscia,

di placare l'ira verso l'uomo.

Io dormo qui,

nel letto della follia.

Se hai coraggio

faccio posto anche te.





























FRAMMENTI

Là,dove non vidi più me stesso

nelle nebbie putride della nullità

là dove si spensero le ultime luci

della speranza di un uomo

là dove grida d'angoscia

scivolavano come acqua sulla pelle

perché sotto la pelle

era già disperazione.

E io muto, fermo, nudo,

come un albero

sopravvissuto alla tempesta

……ma spogliato di tutto.











































QUANTI MORTI



Quanti morti?

Quanti morti ancora

……i nostri occhi dovranno vedere.

Nel nome di un Dio,

nel nome del potere.

Quanti morti le nostre dita,

dovranno ancora contare?

Quanti silenzi scenderanno nelle case

a coprire il dolore delle madri?

Quanti silenzi scenderanno

a coprire le parole,

a spezzare gli sguardi,

a far scorrere lacrime pesanti?

Saranno dieci silenzi,

che faranno compagnia a dieci bare.

Saranno dieci padri.

Saranno cento silenzi,

che faranno compagnia a cento bare.

Saranno cento figli.

Saranno mille bandiere,

a gloriare mille silenzi.

Sarà un unico grande silenzio.

Ed i suoi figli,

con occhi che non scorgono orizzonti,

chiederanno ai loro padri………

quanti morti ancora?















ANGELO NERO



Angelo nero,

che aleggi tra nubi di fumo,

oscuri le mie segrete

fantasie colorate.

In questo posto,

dove l'odore della disperazione

inebria la mente

di uomini senza vita,

dove la speranza

non è mai entrata,

dove un bicchiere

è la mano di una donna

che accarezza leggera

i tuoi capelli.

Seduto ad osservare il nulla,

festeggio questa tristezza.

Questi uomini non sanno

ma stanno ad aspettarti

smarriti in pensieri

che esorcizzano la paura.

























TRAMONTO NELLA STANZA ROSSA



E' un tramonto rosso fuoco,

che incendia le nostre carni.

Il calore della stanza,

il calore dei corpi,

la pelle umida,

simmetria, perfezione

due corpi in un solo corpo,

la passione che folgora.

Le nostri menti

non producono pensiero,

ma il pulsare del sangue

guida il movimento.









































Per dirti ti amo



Tra capelli sciolti e camicie da uomo

t'ho incontrata in un giorno di pioggia

nello scorrere d'inutili parole.

Come un temporale d'aprile

hai bagnato le mie certezze di cartone.

Ti racconto di un animo errante,

storie di viaggi e strade disegnate

galeone in perenne viaggio

solcando mari di solitudine,

cercando isole incantate.

Non come il poeta di via dei Giudei

ma quì, lontano dalla pioggia

che risparmia i tuoi portici

e sotto questo sole

che brucia tonde pietre

tra nuvole barocche e suoni arabi

m'invento dei versi

per dire il mio amore.

Parole dolci e tristi

come un fado portoghese

o estasi ritmica

di un bolero di Ravel.

Il mio pensiero è

il gabbiano di Livingston

che vola libero e gioca col vento,

che vola libero e si perde nel vuoto.

Chissà stasera se sognerai

coperta dalle stelle

che colorano questo cielo

e se in sogno, sbattendo le ali

ci incontreremo

in un angolo di mondo solo nostro,

lasciandoci cullare

dal canto del vento.

Ti tenderò la mano e mi porterai via

e così potrò asciugare i tuoi occhi bagnati,

dove ogni lacrima è goccia d'amore.

Chissà se in queste mie parole

rivedrai i tuoi sogni,

chissà se queste parole

serviranno a dire ti amo,

mentre bevo ancora un sorso

di rosso vino del sud.























































BLUE CURACAO



Non piangere adesso.

La musica riempie questo spazio

Pensieri volteggiano tristi,

al ritmo di un tango.

Il gin si colora di azzurro.

Mi ricordi di genti dell'est.

Occhi color del mare

e il giallo sole sui capelli.

E' inutile parlare

in questa notte infinita.

Le nuvole leggere muovono

ombre sulle nostre lacrime.

Adesso hai deciso,

ma dopo un abbraccio

non voltarti per un rimpianto.

Nascerà una nuova alba

e nell'armonia delle cose,

senza pace,

più nulla saprò di te.





























NUVOLE LIBERE



Seduto ascolto il rumore

dei passi dei miei pensieri.

Intorno non si ode parola.

La luna è chiara.

Rade stelle brillano in cielo.

Antichi cipressi

circondano questi posti.

Tutto sembra obbedire

alle leggi dell'eterno fluire.

Nuvole si muovono leggere

creando ombre

sui piani distesi.

Contemplo il loro movimento.

L'erba scintilla ancora di pioggia.

Il giorno stà scomparendo

ed io riposo libero.



































MALEDETTO E' L'AMORE



Maledetto è l'amore,

quando la mano tende

per stringerti poi

in una tentacolare morsa.

Quando lei ti scaccia dal suo cuore,

e la tristezza cancella

il flusso dei pensieri

E ancora più acuto

è reso il dolore.

Le immagini sbiadiscono.

Le immagini ossessionano.

Tutto appare

fuori dal suo tempo.

Le lacrime solcano sul viso

le vie del dolore.

Attorno è silenzio,

pesante come l'infinito.

Il tempo scorre lento.

L'anima non ha più un centro.

Nessuna pace, nessuna quiete.

Ritorno all'animale uomo.

Come una bestia ferita,

impazzisco.





















RICORDI



Vecchie strade amiche

torno a voi.

Sento l'emozione

Di un passato ormai lontano.

Le corse innocenti,

lo sguardo di mia madre.

Riconosco ogni cosa.

Le case nascondono

quei tramonti che

i miei piccoli occhi ammiravano,

pensando ogni volta

che il buio inghiottiva il sole

di aver fatto un passo in più.

Ora sono qui,

col cuore colmo

di commozione stupenda,

scaldato da questo sole

che profuma di cibo e rose.































IMPRESSIONI.1



Sotto questo cielo

carico di stelle e di malinconia

Mi specchio con la luna.

Versi di una civetta

Fendono il silenzio

che circonda questa notte.

Ed è solo un giorno

che va via.



IMPRESSIONI.2



Straniero in questi luoghi

Dove i gretti e i meschini

Trovano spazio.

Perché amore è sofferenza?

Perché amare lacera il corpo?

Il mio passo solitario,

per queste fredde strade.

Questa nube bassa

copre il volto triste

di questa città.

























IMPRESSIONI.3



Immaginarsi altrove.

Celate armonie.

Buio avvolgente

che stupisce e ammalia.

Dove tutto non ha peso.

Dove la ragione

è un vuoto senza fondo.

Immergersi, scomparire,

lasciando poche tracce

in questo mondo

che non capisce e odia.



DOPO L'AMORE



Vorrei che il momento

durasse a lungo

Poter volare oltre il muro.

Leggero alzarsi sul mondo.

Il sole scompare

e con esso la luce.

Niente illumina il tuo corpo.

Una nuvola dispersa dal vento.

Accendi una sigaretta

e tra il fumo penso

………siamo uomini.

















IMMERSIONE



Caduta libera.

Immersione nel vortice.

Ghigni atroci

E sorrisi compiacenti.

Uomini persi

Ruotano attorno ad un asse.

Non esauriscono il loro moto.

Il mio corpo cade,

il mio pensiero rimane alto,

sospeso ……… e fiero.



PASSEGGIANDO



Il sole è alto.

Riflessi sui vetri

di squallide case.

Un cane percorre

la mia stessa strada.

Questo sole caldo

brucia i miei pensieri.

Continuo il mio cammino.

Due storie di vite

perse in solitudine.

Adesso il cane mi guarda.

Adesso io lo guardo.

E il silenzio

accompagna il nostro cammino.













PENSIERI



Pensieri, solo pensieri.

Costante invariabile nel tempo.

Con i pensieri

Gioca la mia mente,

gioca ed il mio animo soffre.

Ma a volte sa anche ridere,

e quando lo fa mi diverto.

Nel buio capto

La luce della felicità.

Il mio pensiero

È come un passero di mare.



IMMOBILE VELOCITA'



Treno che viaggia

verso spazi infiniti

Corrono veloci

le campagne dietro i vetri.

Sensazione di velocità

che porta lontano.

Sono solo.

Abbasso lo sguardo

e vedo le mie scarpe.





















SUONI



Rumori, ritmi ossessivi.

Cultura mediterranea.

Sole e colori.

Mentalità emergenti.

Circuiti arabi.

Chiare e piccole case.

Contatti umani.

L'azzurro del cielo

si confonde con i tuoi occhi.

Rumori, ritmi ossessivi.

Venti caldi africani.

Impressioni desertiche.

Unica direzione

per il tuo cammino.

Questo vento mi accarezza

mentre il silenzio adesso

copre suoni lontani.

































OMBRE



Immagini sfuocate.

Amori mai vissuti.

Ombre che mi seguono

e riaprono ferite

D'inganni, tradimenti.

Donne velate,

le cui mani,

non ho mai potuto stringere.

Per raccontare di isole incantate.

Fissandosi negli occhi

aspettando che l'onda del silenzio

ci travolga.



VUOTO



Circondato dal vuoto

che hai lasciato

il tempo non ha più frazioni.

Fiume che scorre inesorabile.

Acque agitate dai miei pensieri.

La tua lontananza

mi avvicina al dolore.

Sentire addosso

lo scorrere angosciante

di immagini e ricordi.

















ZERO



E' morta l'anima

Aspettando l'effimero momento.

Esseri murati

nell'essenza degli automi.

Come catene ai piedi,

le nostre voglie.

Inutili passioni.

Dentro un labirinto

le nostre voci

si perdono nel nulla.



COSA SONO?



Questo tempo inesorabile

trascina i miei giorni

nel mare dell'ignoto.

E cosa sono tristezza e dolore?

Gioia e sorriso?

Amore e passione?

Ed io? Chi sono?

Come foglia al vento

Mi lascio volare.

Cos'è l'eterna ricerca del bello

quando l'esteta

non ha occhi per vedere.

Quando lo specchio

non ha immagine riflessa.













BIANCO



Bianco, solo bianco.

Il sole alto muta i colori.

Bianchi muri delle case.

Ombre, movimenti.

Creo figure.

Immagini dell'esistenza.

Sbiadita, triste, malinconica.

Incupita dal pianto.

……… e creo ombre,

sui muri, nei miei pensieri.

Tutto attorno è silenzio.

Ma il silenzio è un coro

che riempie il mio animo.

Musica soave che

dona pienezza al mio essere,

rendendo meno mesto questo cammino.

Tutto attorno è bianco

e silenzioso.

Lo sguardo curioso di un bambino,

senza gioia, senza sorriso.

I suoi occhi

seguono il mio andare.

Il suo corpo è lì,

spalle sulla parete.

Continuo i miei passi,

il bambino ora non guarda più.

Abbasso lo sguardo e penso,

…………i sassi non sono più

giochi fantastici.









QUEI GIORNI



Quei giorni quando mi mancherai.

Quando la mia mente sola,

interrogherà il tempo che è stato.

Il silenzio diventerà materia

e l'animo vi sbatterà il grugno.

I pensieri saranno mille echi

che risuonano nel cuore.

E il tempo non sarà altro

che un sottilissimo filo da tagliare.

Vane saranno le intenzioni.

Quei giorni in cui mi mancherai

Non servirà spiegare al cuore

che l'amore ho conosciuto.

Perché interrotto sarà

Quel vitale flusso di sangue,

rosso d'emozioni,

che coraggio ti infonde

per affrontare quel viaggio

che gli uomini chiamano vita.





























MOVIMENTO ZERO



La mia mente è lontana

Dal punto della fisicità.

Nel buio della stanza

Guardo muovere il tempo

E il suo lento scorrere.

Occhi chiusi.

Schegge di colori.

Movimento zero.

Buio………

Silenzio………

Immenso buco nero.

Giochi di colori.

Attorno a me………

Solo silenzio.







































SENZA TITOLO



Come i cavalli a Waterloo

Corrono i pensieri.

Una corsa verso la morte

O il ritorno dei vincitori.

La mia vita la sorte sconosce.

Cadere a terra e

disarcionare l'uomo.

o il trotto maestoso

nella sua fierezza.

Ignaro del futuro

accarezzato

dal freddo alito della fine.

Riscaldato

dal fuoco della gloria.

Corro cieco

verso il mio destino.



































ACQUERELLO



Guardo il tuo viso, estatica presenza.

Lento movimento, che schiude le tue labbra e dici: "là finisce il mondo,

là potremo volare".

Il tuo viso è un involucro di perle.

"Potremo vivere senza l'umana presenza,

essere eterici, alzandoci in volo,

per perdersi nelle nuvole

dell'utopia".

Le tue parole sono

soffio di vento in autunno.

Richiede molta forza

guardare oltre il muro.

Ti alzi e dolci forme

modellano abiti velati.

A fatica colgo le impressioni.

Con un gesto gentile, lento,

come accarezzando l'aria,

le tue mani muovono appena

i tuoi capelli.

E' bello guardar fuori.

Come se il tempo

attendesse con calma

la fine delle mie sensazioni.



















BIANCHI CAVALLI



E io vi aspetto bianchi cavalli

Sotto la pioggia e questo vento.

Sarò qui ad aspettarvi.

E non fate che l'attesa

sia macchiata dall'ansia.

Lasciate che sia guidato

dal candore della mia serenità.

Starò qui ad attendere.

Ascoltando il vostro galoppare.

Inchinandomi di fronte

alla vostra maestosità.

Sotto quest'albero dai neri frutti.

Come nero è il silenzio.

Come nera è la notte.

Perché non ci sarà luna ad illuminarla.

Io vi aspetto

e non allontanerò il mio sguardo

dalla profondità che ha l'orizzonte

in questa terra.

Aspetto il vostro passaggio

per attraversare il sentiero

della quiete.

Dove non esiste l'umana differenza.

Dove il buio non incute timore.

Perché saremo noi il buio.

Perché saremo noi il silenzio.















PENSIERI



E penso cos'è la vita,

quando i desideri nascono

senza speranza, e ci perdiamo

in una lucida follia.

Apparendo ancora più triste

il tempo che viene meno.

Curvi nel nostro cammino,

schiacciati dal peso dei ricordi.

Penso, qual è mi chiedo

il perché delle nostre azioni.

Il perché delle nostre parole.

E se dietro i nostri volti

c'è la luce della verità.

Se questo mondo è di maschere

Chi tiene i fili e muove

La nostra vita come pupi siciliani.

Chi apre e chiude il sipario

Di questo grande teatro.

Chi scrive il copione di

questa nostra recita.

Manichini vuoti d'essenza,

figure erette,

nella nebbia rarefatta.

Cosa ci lega

se non c'è corda che ci leghi.

Solo un percorso ci rende uguali.

Dal buio del ventre

nell'acuto del dolore materno,

in progressione, presenza fisica terrena.

Poi, alla totalità del buio,

all'integrità del silenzio.





UN'AMICA



Anna di notte vende il suo sesso.

Tra le gambe la poesia

di un'infanzia violentata.

Del buio della solitudine,

che offusca i colori del gioco.

Offre il suo corpo

ad uomini senza misteri,

scialbe figure erette.

Il suo corpo un soffice cuscino,

dove dormono vite già spente.

Lei è qualcosa di magico,

come un sogno,

in un corpo che

non sa più sognare.



LIBERO



Domani partirò

Per scrutare l'impenetrabile.

Per dire l'indicibile.

Per osservare l'inguardabile.

Folle e contento

Non ditelo oppure,

gridatelo al vento.

Poco importa.

Domani partirò

Senza alcun bagaglio.

Andrò a cercare l'uomo

che era in me.

Smarrito tra questa immensa folla.

Di questa pazzia ne farò rifugio.

Senza regole da osservare.

Senza regole non mie.

Ho smarrito l'uomo che era in me.

Libero si chiamava.

Libero è ancora il suo nome.

Viaggerò con i miei sogni

e lo cercherò.

Ma voi, vi prego,

non cercate il folle.

Domani partirà.

Domani sarà libero.



SENSAZIONI



Corro, salto come un bambino.

Ripercorro i binari

dell'infantile innocenza.

Un rumore. La porta si apre.

Il vento entra.

Porta con sé

l'aria fredda dell'inverno.

Si raffredda il calore

dei miei ricordi.

Chiudo la porta.

Mi siedo.

Ritorno adulto.

Ed ho paura.





















A QUEST'ORA



A quest'ora muore

tutto ciò che non è mai nato.

Corpi che sfilano in un muto corteo.

Triste copione della quotidianità.

L'odore forte della pioggia

che ha bagnato queste strade.

Rumore di passi

scandiscono il ritmo del ritorno.

L'inanità si fa materia.

Un sogno mi colpisce.

Lascio che sia lui a guidarmi.

Anche se poi, sarà solo

un altro giorno.

Come se il tempo fosse vento

e mi spazzasse via.

A quest'ora muore

tutto ciò che no è mai nato.

Perché il sole ha accecato

i nostri occhi e il buio

ha oscurato la nostra mente.

Da qui io e il cielo

siamo unica cosa e

e stelle su di me

a coprire il mio sogno.

Coreografia sempre identica,

una scena che non cambia.

Piccolo teatro per i miei occhi.
A quest'ora è già morto

ciò che oggi non è mai vissuto.

Stò per abbandonare questo giorno.

Tra poco ne abbraccerò un altro.

Muliebri pensieri come zampilli

bagnano la mia mente,

mentre specchio le mie voglie

con la luna.

Non ho amato questo giorno.

Non conosco ancora

quello che incontrerò.

Porteremo a letto

solo i nostri pensieri.

E ci chiederemo

in un silenzio che pesa,

se domani qualcosa nascerà.



SGUARDI



Fuori è un mondo bagnato

Da questa pioggia africana.

Ancora un po' di rum,

poi vado via.

Passeggiando per luoghi

troppo distanti dalla mia vita.

Occhi si guardano,

sguardi si incrociano.

Sei andata via,

chiudendo quella porta.

Due ragazzi si baciano.

Il ritmo ossessivo della musica

riempie questo posto.

Mi alzo in piedi e

faccio un giro di danza.

I movimenti hanno cadenza inquieta.

Quell'inquietudine dei soli.











L'OROLOGIO



Apro gli occhi.

Le lancette non si muovono.

Così è sembrato.

Mi distraggo appena un attimo.

Mi alzo da terra.

Ricompongo i miei pensieri.

Rialzo gli occhi,

e le lancette non sono più

al loro posto.

Questo tempo va avanti.

Questo tempo che

non riesco afferrare.

Sempre più distante

dal primo vagito.

Molto più vicino

all'ultimo respiro.



































DENTRO UN LOCALE



Seduto qui dove gli angeli

Non si fermano mai.

Tra nuvole di fumo,

smarrisco il mio sguardo nel nulla.

Gli occhi si muovono

scrutando percorsi scontati.

Tu cammini lenta,

trascinandoti in voluttuosi movimenti.

E ti avvicini.

Sei molto bella.

Disturbi i miei pensieri.

Ti siedi e parli.

Racconti dei tuoi amori.

Io non amo me stesso.

Non posso amare te.

Mi accarezzi, mi alzo.

Vado via. Esco fuori.

Cercando di essere inghiottito

nelle viscere di questa città.





























UN AMICO



Nelle sere trascorse in quel tavolo del bar

parlavamo della vita.

Noi, dal cuore clandestino.

Sempre in cerca di una patria

Per i nostri esuli sentimenti.

Tra un bicchiere di rosso siciliano

e quelle facce tristi

attaccate a una bottiglia.

Era lì il nostro mondo.

Lontano da mille rumori.

Vicino ai più svariati umori.

Mi raccontavi di frasi

scritte su fogli poi gettati via,

dentro un cesto che può

nascondere la malinconia.

Non sono un poeta dicevi,

e stringevi quel bicchiere

come un uomo stringe

la mano alla sua donna.

In quel bar io ci torno spesso,

ma che tristezza quel tavolo.

Il silenzio qui è un viandante.

Da quel giorno è un po'

che vive i questo locale.

No, tu non eri un poeta,

ma la tua vita era poesia.

Un quadro maledetto

a cui giorno per giorno

aggiungevi sfumature.

La sera è molto triste.

Ancor più della nostra solitudine.

Non riesco a immaginarti adesso,

ma non ho la forza di bere

quel rosso siciliano.



NOTTURNO



I miei passi si perdono nel buio

in questi posti avvolti dalla nebbia.

Nel poco cielo, silenziosa

la luna mi insegue.

Lievi sussurri in questa notte infinita.

Tutto tace. Tutto dorme.

Mi sento smarrito in questa pura follia.

Sei andata via senza traccia

e nulla, più nulla so di te.

In queste tenebre sento chiara

nella mia mente la tua voce.

Un'immagine costante.

Un sogno sempre lontano.

Solo questo dolore senza fine

nel tempo sembra non morire.

































INVEISCO



Esseri gretti e insignificanti.

Maledetti i vostri sguardi.

Lame infuocate,

che si insinuano nelle carni.

Vite senza significato.

Sorrisi beffardi.

Volete che mi nasconda?

MAI! STOLTI!

Guarderò dentro i vostri occhi,

che parlano di invidie.

Gelosie e rancori.

VI SFIDO. NON HO PAURA.

Delle vostre interminabili voci.

Dei vostri ghigni deformi.

Che come demoni della notte

danzano attorno a me.

La diversità è pazzia?

Ebbene sono un pazzo!

Sentire la libertà è un delitto?

Ebbene sono un assassino!

Ma voi, continuate ad affondare

nella vostra palude di niente.

Non cambierò strada.

Mi dirò che sono vivo.

Fiero di essere quest'uomo.

Non permetterò a nessuno

di calpestare la mia terra vergine

Sputerò su voi il mio ribrezzo.











BASKET



Un corpo leggero nell'aria.

Sospeso nell'attimo.

In un cielo colorato

da migliaia di persone.

Una luna arancione.

Disegnata a spicchi.

Si sposta nello spazio breve,

volando sopra teste

di muscoli che guardano.

Ruotando verso la sua destinazione.

Rumore di rete che si sposta.

Una carezza o uno schiaffo.

L'adrenalina che sale.

Occhi che per un attimo si fermano.

Voci subito dopo esplodono.



ASSENTARSI UN ATTIMO



Appari lieve in un'immagine
contorni appena visibili
di un corpo celato
dalla nebbia rarefatta dei ricordi.
Osservo smarrito
e questi spazi attorno
sono una gabbia.
Vorrei fuggire.
Da quì.
Da te.
E da me.
In luoghi lontani.
Assentarsi un attimo
lungo una vita.



INTERNO



Mi guardi e i tuoi occhi

sono gemme che splendono

nell'oscurità di questo posto.

Accarezzi dolcemente le mie dita.

Il tuo seno, si svela appena.

Con un filo di voce

mi chiedi se ti amo.

Il mio sguardo segue

i movimenti frenetici

del cameriere.

I miei occhi sono bagnati dal vino.

La bottiglia è quasi vuota.

Non riesco a rispondere.

Come un trapezista

colto da improvvisa vertigine.

Sospeso nel vuoto dei sentimenti.

E allora ti prego, alzati.

Alzati ed esci fuori da questo posto.

Non rimangono più neanche le piccole cose.

Ti farai leggere le carte.

La mia anima non si mischia

Coi tarocchi di zingare felici.

Uscirò fuori da qui.

E in quella piazza al buio,

muoverò leggero il corpo solitario,

come dentro una foto mai scattata.

Faccio quattro passi nella disperazione.













UN GIORNO DA TE



I nostri corpi

si muovevano vicini

senza sfiorarsi.

Incrociando gli sguardi

nel silenzio di un'estate

ormai alla fine.

Protagonisti di un fumetto

riempivamo delle strisce

in bianco e nero.

Il passato, ormai,

scivolava via.

Volevi dirmi del tuo amore

ma dalle labbra tremanti

non nascevano parole.

Io, volevo dirti del mio amore

ma le lacrime

mi bagnavano la gola.

Dov'è finito il tuo sorriso?

Camminavamo in quella

stretta stradina.

Via dell'inferno

mi pare si chiamasse,

accarezzata appena

dall'ombra delle due torri.

Un cane stanco e forse indifferente

ci guardava,

ignaro delle nostre paure.













CENTRO COMMERCIALE

In questa teoria dell'angoscia

il pensiero rimane

sospeso a mezz'aria;

come un cero acceso

innanzi un crocefisso sanguinante

si consuma lentamente la mia vita.

Vorrei capire.

Vorrei scoprire.

Le sfumature.

Delineare i contorni.

Quei profili dal quotidiano nascosti

nell'apparenza delle cose.

E invece mi trovo a girare

tra gli scaffali di un centro commerciale.

Un paesaggio colorato

da conserve e offerte speciali.

Dove l'animo ha l'emozione

di una commessa

in tinta blue pastello.

Ti seguo aggrappato

a quel filo misterioso e sottile

che mi lega alla tua vita.

Tentato sempre più

a gettare via la maschera.

Ogni istante della mia esistenza

sembra una fotografia.

E da un immobile istantanea

vorrei che il silenzio scenda

a riempire questo enorme locale

animato da volti inespressivi.

Se ti dicessi quello che provo,

mi diresti del mio inesauribile gusto

ad essere infelice.

Ma vorrei farti capire

che non si può mercificare tutto.

Compresa la mia malinconia.

E che in fondo,

se posso sentirmi così,

ringrazio il mio odio

per questo mondo fatto di niente.

























































IMMAGINI DI FINE ESTATE



Li guardo passeggiare avanti e indietro

seduto al tavolo

di uno squallido bar

come l'ultimo dei bohemien.

E' un movimento continuo

che sposta l'aria

altrimenti dallo scirocco rarefatta.

Un vulcano incazzato

fa da sfondo alle visioni

di un uomo incazzato.

Pensavo che da piccolo ero certo

della mia partecipazione attiva

al cambiamento del mondo.

Ora, molti anni dopo

inizio seriamente a credere

che il mondo,

questo schifo di mondo,

vuol cambiare anche me.

Voler parlare della mia vita

è come raccontare un'utopia.

L'infinita ricerca di un'isola felice,

di rotte solitarie,

solcando mari immaginari.

Li guardo passeggiare

e mi rendo conto che questa umanità

non ha più sogni.

Ma Freud, oggi, sarebbe alla ricerca

di un lavoro interinale?

Traccio disegni con la mente

mentre osservo l'ondeggiare

di un magnifico esemplare

di culo di donna.

Pensieri incontrollati

alterano forme e colori

ed io divento sciamano di me stesso

cercando improbabili cure

per la mia anima.































































LA PIAZZA HA FORMA DI CONCHIGLIA

Trecce da bambina

in un corpo adulto

di una donna calda e sensuale.

Confusi tra questa gente

splendono i tuoi occhi come perle,

illuminando i miei muliebri pensieri.

Le luci dei bar riflettono

sulla storia di questo posto

circondato da contrade.

La piazza ha forma di conchiglia,

e racconta di sfide

che si perdono nel tempo.

Fantini disarcionati

e cavalli imbizzarriti.

Urla di gente che incita.

Vorrei poterti dire

dell'emozione dentro me.

Ma sarebbe un patetico

tentativo di trovare parole

probabilmente inadeguate.

La mia coscienza

non aveva considerato

questa magica impotenza.

L'impossibilità di rinunciare

a coglierti,

come il più colorato

dei fiori di campo.

In questa sera di tardo autunno

raccontami di te, della tua vita.

Sotto questo cielo di Toscana

respirando l'aria

intrisa di pioggia

mentre il tuo sguardo innamorato

si poggia su di me.

Fammi capire, ti prego,

il senso delle cose.

Vorrei raccontarti delle mie bevute,

delle mie angosciose notti

di solitudine e di sogni.

Di tutte le volte che gli anni,

scorrendomi sulla pelle

mi facevano capire d'essere solo un uomo

spinto dal tempo.

Ma in questo silenzio,

tra fortezze medievali e musica jazz,

stringendoti la mano

in questo modo strano,

chiudendo gli occhi

dico a me stesso che sono vivo.