Allucinazioni (Sparse)

 

Mi ricordo di quando gli occhiali

Erano un lontano ricordo e la vista

Già sfocata dalle pellicole della vita

Rendeva meno amaro il contorno e

L'incipiente cecità mi rendeva felice

 

 

Semplicemente il tempo precipita

Da quella carrozzella in cui adagiato

Guardavo il girotondo di farfalle e

Un carillon anticipava il metronomo

Che a 250 all'ora come un cuore impazzito

Scoppiava semplicemente...

 

 

Ho ancora la voglia di riflettere in un

Angolino nascosto dallo sguardo di sconosciuti

Che non capiscono il cammino di chi vuole

Solo (a piedi nudi) calpestare l'erba e sentirne

Il profumo di un aratro che passa

 

 

 

Perchè è così difficile

del tutt'uno afferrarne il senso

E gridare al mondo che esiste

(Esisto) ma il mondo non ascolta ?

 

 

Sento di morire a poco a poco

Tanto ci mettiamo poi che ci si

Mette di mezzo questa maledetta

Tecnologia di cavi e tubicini non più

Rigettati da un corpo che assorbe un 'immortalità

Non desiderata...

 

 

Vorrei cambiare luogo

Vorrei cambiare logo

Il marchio mi brucia

Vacche profanate e...

Un tir ci conduce sull'autostrada...

 

 

Un poeta scrive con la penna che

Trema per il dire sicuro di cose tra

La diffidenza differenza di spessori

E l'accetta li rende così uguali...

 

 

 

La nevrosi mi affascina

Penso di essere sopra

Sopra a tutti passano i pensieri

Non incrocio menti

Forse sono a dormire!

 

 

 

E' proprio vero!

Invecchiando torniamo crisalidi

Un pò cretine e la saggezza

L'abbiamo lasciata alle spalle

Un bambino ci ricorda che dietro

L'angolo c'è uno scivolo e

L'altalena ci illude per un attimo...

 

 

C'è troppa violenza per le strade

C'è troppa guerra di parole e di fatti

C'è troppa cattiveria - in giro -

Figlia di un padre egoista e di

Una madre puttana che ha venduto

Il proprio latte a vitelli clonati...

 

 

Non vi dovete stupire se affermo che

credete di vivere nel benessere di una truffa

Usuraia che vi chiederà tassi sempre più alti

E trascinerà i poveri resti nel limbo bivio

Bivacchi di barboni che vi nutriranno per

L'ultimo pasto

 

 

 

Se dovessi rappresentare il tempo che vivo

Sarei imbarazzato nella scenografia di una

Parete bianca che avvolge quattro cocci

Di bottiglia lasciati lì per caso da uno sprovveduto

Il cui alito confonde l'ordinaria puzza

 

 

Il dettaglio non conta!

La misura...meglio se un'extra large!

Nasconde il particolare insignificante!

Una tasca bucata perde il resto!

 

 

Esplorazione di magma di lettere

Apostrofi di uno spazio che aggancia

L'inizio di una processione di croci

Il paese osserva da punti di domande...

 

 

L'amore pretende un dono

Che non posso regalare

Perchè l'ho già prestato

Alla vita che non restituisce

 

 

 

Amo leggere chi ha lasciato un segno

Tra i vagiti del tempo colgo lo spunto

Per urlare silente dall'oggi plumbeo

E non scrive cio che vede...

 

 

 

Comunico senza tanti fronzoli

Scappiamo da questo scempio

Distruggiamo il non senso

Torniamo a essere normali

Nella pazza incredulità

Riprendiamoci gli oggetti smarriti

 

 

L'altro giorno camminavo e camminavo

Nel frattempo riflettevo e consideravo

Tra un passo e l'altro lo sguardo chino

Cercava una giustificazione del presente

Giaceva sul ciglio della strada aspettando

il rosso del semaforo

Occhio di un io-Dio ferito e morente

 

 

Da bambino non mi ricordo di

Giochi di balocchi con una Madre

Tante Madri attorno a me mi

Accompagnavano nel rituale di

Marciapiedi battuti da altri bambini

Per raggiungere la scuola più vicina

Dove Madri diverse ci educavano

Al disegno di un acquarello che

Non conoscevamo ma la tavolozza

Ci aiutava a edificare i colori di

Future vite dai contorni sfumati e irriverenti

 

 

Sento che sono tempi difficili

Duri da accettare per un tiepido

Piatto di minestra alla sera quando

Le brutture della vita rimbalzano dallo

Schermo su i nostri occhi (non più stupiti)

E la digestione tarda a venire come

L'amore che fugge e non vuole più

Incontrarci...

 

 

Talvolta penso alle periferie

Favelas costellazioni di poveri

Che non hanno un sole che li

Possa riscaldare

Che non hanno una notte

Che li accompagni nel lungo sonno

Che non hanno nulla che

Li possa convincere a restare

Solo un pallone sgonfio

Regala un sorriso al piccolo

Ragazzino che gioca la sua partita...

 

 

Perchè devo leggere i grandi del passato?

Perchè devo scrivere di paradisi perduti?

Perchè non vivo il mio presente?

Perchè cammino cieco e la paura dei nostri giorni

Arretra la storia che insegna a essere giudicata dopo...?

E' questo? Dobbiamo aspettare cinquant'anni per

Rappresentare questa merda di tempo che pretende

Da subito cantori coraggiosi e non carte truccate

Di un poker-strip e i vestitini non si

Scrostano dal corpo?

 

 

Ora so

Il fiore non guarda la natura

Le stagioni gli hanno rovinato

La festa di quel dì quando gioioso

Scherzava con l'amico Sole che

Gli ha ora voltato le spalle per un'aria

Nuova, melodia dispersa di polveri

(quali?...non importa...), che salite

al suo cospetto reclamano l'oscuramento...

 

 

 

La mattina inizia il dramma di un atto

così scontato e povera arte minimale

nei gesti di un fantoccio pedone che

si reca nei bordelli dove la recita di sè

plaude il significato privato dalla vita

 

 

Quante volte guardo fuori dalla finestra

E la tristezza m'abbraccia quasi a

Volersi scusare per il dolore (non mio)

Che reca al postino e recapita lettere

A caso di non desiderate nuove...

 

 

Mi piace improvvisare quel poco

Che rimane dell'esser libero...

La scelta di una briosche e un cappuccio

Quand'è caldo e con la schiuma!

 

 

Talvolta suono la chitarra

Talvolta il pianoforte

Talvolta il basso

Sempre le percussioni

Un'armonica a bocca

Quando penso a una pelle diversa

Sono bianco, pallido,

l'anima nera è sempre lì...

un colore nascosto

urla sommesse e strozzate

vogliono gridare ma non possono

l'involucro bianco reprime la libertà!

 

 

A cinquant'anni ti rendono la vita complicata

Cominci a puzzare e il pesce lo pulisci male...

Non sai più in quale pescheria soggiornare!

Per un drink ti guardano male perchè non sei più un bianchetto...

Ti tolgono gli spazi, le panchine sono già occupate dai vecchi,

Sul bus non c'è mai posto a sedere, l'ufficio diventa un bughigiattolo,

la donna ti lascia per uno più giovane e i figli ti chiedono i soldi!

 

Poveri stolti!

 

A cinquant'anni mi rendete la vita più semplice...

Libero...

Di essere solo

Di pensare

Di andare alla deriva con l'accompagnatore di turno...

Di dire di NO

Di crepare come voglio!

 

La depressione non guarda in faccia

Nessuno (un intruso) all'improvviso

Diventi tale da molestare la mente

Ora sana che non ricorda il bene

Che le hai voluto...

 

 

Rumori di urla ridda di ventriloqui

Tiro alla fune tra pace e guerra

In mezzo bambini come palle da tennis

Sballottati vincono e perdono

Il set si apre e appare il giullare

Trastulla con il gioco di tanti morti

Soldatini di plastica pronti a bruciare

Da fiammifero gettato lì...in mezzo...

 

 

Che schifo la mia strada apro il cancello

Erbacce mi guardano barbe incolte

Incrociano la polvere solleva lo sguardo

Tira a campare per adagiarsi su pelo

Un tempo lucido di quello incorniciato

Tra argentei riccioli ricco decoro su

- Mensola spolia -

 

 

Sta per succedere che apro il frigo

vuoto spessore di bianca plastica

riempio il mio teschio anche Lui

Vuoto e aspetta la prossima volta

Sta per succedere che scendo dal letto

Le pantofole in bagno sorreggono

L'anoressico smaltimento di rifiuti

La lampadina ha i fili scoperti

Sta per succedere che la notte

Anticipi i ritmi di un dopo come un altro

Mi sveglio quasi subito

Tempo buttato via...

 

 

C'era una volta il poeta e scriveva

Del suo tempo intriso di emozioni

C'è oggi un poeta che scrive del

C'era una volta perchè il tempo

È sempre quello e le emozioni

Aspettano da qualche parte...

 

 

Rinnego il cammino

Tra la puzza del rifiuto

E non vedo l'incrocio

Annebbiato dai tombini

Il calore di un termosifone

Accresce la sinfonia di

Bipedi dallo sguardo giù

mi dico

Ricominciamo il folle gioco

Di passi ovattati e la paura

disturba

il consueto rituale

consuma la fretta

di dire le solite cose...

il quartiere osserva

dice e non dice

cela e libera il galeotto

sperduto s'aggira

e al successivo incrocio

s'arrende

 

 

Passa un tram

Quei bei vecchi tram

di una volta

ancora per poco

ora

simili a eurostar

con quei brutti musi

pensano di essere belli

così affusolati

silenziosi

anonimi

 

Quei bei vecchi tram

di una volta...

 

 

Un cinese dietro l'altro

take away di ogni tipo

turche-turchi a gogò

indiani

unti e bisunti

toh...

una trattoria toscana

sono a casa!

Questa cazzo di globalizzazione

Questo cazzo di euro

Questi fottuti cinesi!

Però...il take away è

Ancora&ldots;

A buon mercato&ldots;

 

 

Quante facce isteriche

Ti strombazzano ai semafori

Ti urlano negli uffici

Fretta di concludere tra le lenzuola

Sputano per terra

Ti ruttano in faccia

Facce maleducate

Facce gonfie

Il silicone le ha deturpate...

 

 

L'inquilina mi sorride uscendo di casa con la borsa della spesa

Il marito dell'inquilina mi sorride uscendo da un bordello di Viale dei Mille

E io sorrido...perchè li vedo entrambi felici...

 

 

 

 

 

Forse ricordo di essere stato bambino

Di avere un fratello lontano

Un amore importante

Breve eclisse di luna piena

Breve stagione autunnale

Poco il tempo per pensare

Di essere come sempre

Solo con il mio bicchiere

Griffato Rosenthal e di...cristallo...

 

 

Lesso misto di lingue biforcute

Pollo al sangue con un pizzico di curry

Patatine salate fritte nell'aria inquinata

Acini d'uva su un piatto vuoto

Acidità di stomaco

Improvvisamente vomito

Mi sveglio di soprassalto

Ora ricordo

Ho sognato un'intellettuale...

 

Rispetto,amore,educazione,senso della famiglia...

Mio Dio, sto male...che cosa ho mai sniffato stamattina?

 

Mi sento (sempre) fuori dal coro di chi

ha fatto della consuetudine il minore

dei mali quando le vere pecore pascolano

libere e il fattore assorto si riposa e le guarda

fumandosi una sigaretta tra la pace della natura

 

Questa sensazione di precarietà...

Forse è tempo di andarsene

La vita ? un giocattolo inutile!

Quando si inceppa il meccanismo

È tempo di cambiarlo o di cambiare

La pila e la durata dipende dal

Consumo che ne fai e non sai

Mai perchè l'altrui giocattolo

È sempre il più bello...

 

Andiamo verso l'ignoto del

Vuoto correre dietro uno spot

Dipinto di bianca dentatura

La presentatrice macabro fumetto

Annuncia l'inizio della trasmissione

Che ha per filo conduttore... è consigliata

La visione a un pubblico adulto...

L'altro pubblico aspetta l'atto secondo

Di questa triste messinscena di un

Palinsesto che non ha scelto e che

Gli piove dentro casa e la culla già

Dondola di troppi pensieri.

 

Io sono sempre dell'avviso che dire

Ci confonda con il branco e tanti dei

Aspettano la tua voce per il gusto

Di sotterrarti perchè la loro raucedine

Abbisogna di cori modesti per poter

Tirare alla pensione...

 

Mi piace pensare al fatto che tutti pensano di

Essere più belli, più furbi, più ricchi, più immortali,

più intelligenti e poi quando muore il vicino di casa

toccano ferro aspettando di rimandare il proprio turno

E dunque solo una misera conta che li tiene in pista?

Un pallottoliere è l'unico senso della vita?

Forse si, appesi deboli a una catenina di palline di

Plastica presa a un mercatino per poche lire,

tanto vale la considerazione di se...

 

Non ho ancora redatto il mio testamento

Non ho nulla

Una preoccupazione in meno

Che fatica scrivere quattro fesserie

Su chi è stato meritevole e su chi non ne è degno

Vorrei donare il mio nulla

A chi mi ha sempre amato nel silenzio

di un estraneo -

 

 

Non capisco perchè i poeti

Raccontino le emozioni di

Altri poeti come delle cover

"Best collection" di vecchi vinili

sostituiti da cd con una musica...la stessa!

 

Siamo in tanti!

Ci vorrebbe una bella guerra!

Così sfoghiamo le nostre aggressività!

Lo diceva sempre mia nonna...

Lo dico sempre anch'io

 

Siamo in troppi!

Una bella calamità naturale!

Così sprofondiamo come i dinosauri!

Lo diceva sempre mia nonna...

Lo dico sempre anch'io

Siamo incolori insapori e inodori!

Almeno le metropoli puzzano

E sentono i gas di scarico imbuto

Da travaso per i meandri del cielo

Mia nonna non lo poteva dire

Avvolta da una fredda nebbia

Che allora passeggiava per

Le rade vie e una ciclabile

Indicava la direzione...

 

 

 

Mi stai allontanando dalla tua vita

Passo dopo passo mi digerisci

come un bicchiere d'acqua a fine pasto...

Ti restituisco le tue cose impolverate

Come il nostro non vivere e il non essere

Di un bambino che talvolta (quando vuoi tu) diventa uomo

Per cacciare l'indesiderato ospite...

 

E' proprio vero che la liberazione

Lascia il passo alla più disperata

Solitudine e il senso della vita

Ti sfugge di mano, una mano

Che ti teneva stretta al suo petto

 

Un amore sgangherato sin dall'inizio

Come quelle macchinine che noleggi

All'aeroporto e non sai quanta strada

Potrai fare per via dell'usura...

 

Tardi sono arrivato quando il danno già

Fatto non mi concede la tregua di un attimo

Per poter riparare il rubinetto che perde

La goccia dell'amore che schianta

Sul lavandino e disinvolta se ne va...

 

Strano questo millennio nel suo inizio

Figlio di un vecchio poco saggio che

Si circonda delle peggiori disgrazie quasi

Fossero belle dame da portare a un

"Happy-hour" per un veloce aperitivo

e poi aspettare l'eclisse della città

oscurata e con occhi sopiti guardare

la metro che ingoia l'alba dell'ingordigia.

 

Sono la matricola 524

Dunque ho un nome

Mi chiamo Cinquecentoventiquattro...

Non sono allora un numero!

Come sono contento!

E pensare che ero convinto

Di essere un codice fiscale

Il numero di un citofono

L'Ehi tu...detto da un passante

Una carta di credito

Una password con

Una data di scadenza

Sono la matricola 524

Dunque ho un nome

 

Mi chiamo Cinquecentoventiquattro...

Mi chiama il momento

Mi dice di aspettare la risposta

Nella pausa dell'intervallo troppo

Breve per un caffè non consumato

E il tempo riprende a lavorare

 

 

Oggi splende il sole e

Mi apparto a riflettere

Sul mio non capire la

Mia donna - ora di un altro -

Che l'ha rapita per un sogno

Che le avevo promesso e

Le sabine non anelavano

Essere rapite e consumate.

 

Quando incontri qualcuno

Ti sembra di fare un passo avanti

E un nuovo pezzetto si aggiunge al tuo

Puzzle incompiuto dalle troppe assenze

Per i tasselli mancanti e l'abbandono

Successivo aumenta i buchi che pensavi

Di chiudere e allora aspetti il nuovo errore

Pronta a ricominciare il gioco ormonale che

Illude per poco tra risa e baci diversi e la testa

Ti segue ricordando il passato che non

Puoi più riprendere...

 

Cerchiamo un corpo più giovane

Dimenticando che il nostro non lo è

Più e gli ultimi fuochi reclamano

Un pompiere che accorra con calma

E spenga l'immaginazione di noi

Bambini che sognamo quel vecchio

Ancora lontano e quando si avvicina

Scappiamo e fingiamo di essere altri...

 

Non mi stancherò mai di ripetere

L'assurdità del nostro vivere tra

L'indifferenza di tutti e un morto

Per strada non attira l'attenzione

Perchè è successo a lui e a me

Non potrà mai succedere...

 

 

 

L'unica vera malattia inguaribile

È il sesso che miete miliardi di

Vittime che non possono essere

Curate e manca l'antidoto perchè

I sensi si moltiplicano e sono

Resistenti agli antibiotici e poi

Perchè resistere?

 

La poesia, sempre il solito ritornello

Di gabbiani sparuti che chiedono

All'alba dov'è il mare perchè la

Petroliera l'ha nascosto e quando

Giunge sera il colore è sempre uguale!

 

Ritornare a essere semplici, veri nei

Pensieri , nello scrivere di un mondo

Che non ci appartiene ma lo subiamo

E il suo coraggio ci porterà nella fossa

Che spegnerà quella voce che

Passeggiava distratta...

 

I massimi sistemi, una gran bella puttanata!

Loro sono sempre lì, statici, da millenni

Non dicono, siamo noi che chiediamo e

Ci diamo le risposte che vogliamo per

Gratificarci di una merda di vita spesa

Tra le nostre miserie e l'essere così

Fragili , figli di un disegno che non

Esiste , esiste solo che ora ci sei e dopo non più.

 

Non dobbiamo pensare a un perchè!

Così è tutto più facile e possiamo

Dire che l'evoluzione della specie

Non vi è stata e due cellulari in più

Ci collegano con l'infinito...

 

 

La sensibilità improvvisamente

Dimentica che hai fatto parte di

Un breve tragitto con chi

Ti ha portato sul palmo della mano

Come la persona migliore al mondo

In quel momento spezzato da lieve

Brezza indecisa

 

 

Essere in balia di tutti

Di tutto non vi è ragione

Provo una grande pena

Per chi risolve il rebus

Ma l'anagramma è di troppe

Lettere e il malcapitato accorcia

L'alfabeto così è tutto a posto...

 

Ritorno a dire che l'amore si

Rinnova nello scazzo quotidiano

Di quando ti svegli e fuori ti

Aspetta quella donna che

Alla fermata ti guarda e sorride

Per il pensiero che potrebbe essere

Diverso e poi scendi prima sperando

Che il mattino successivo quel sorriso

Ti dia il buongiorno e scenda assieme a te!

 

E...parliamo un pò di questi anni

Ammuffiti e sotterrati dalla noia

Di chi si non si dà pace al grigiore

Di un cielo, una volta azzurro, che

Non si guarda più perchè attraversiamo

Strade con sguardi abbassati e un cane

È l'unico animale che riusciamo

Ad accarezzare perchè i morsi li

Abbiamo già presi da altre bestie

Che ringhiano e vomitano parole

E non si riconoscono più

E più non si amano

E più sono soli

Aspettano sempre di essere morsi

Di mordere perchè la dentiera ancora tiene

E gli anni passano così...

Tra i contorni di una forma e il nulla dentro il vuoto.

 

Ci si lamenta di tutto e di tutti

Perchè non capiscono che il silicone

Non allunga la vita e le rughe dentro

Ci corrodono assieme alla Coca light

E allora ci si lamenta di un tale che

Non riesce a darti l'amore chiuso

Nell'ottuso egoismo di soddisfare

Una voglia primordiale e di nuovo

Ci si lamenta degli altri sbagliati

Nel pilotare un'arca che affonda

Perchè il mare è mosso e il

Conducente ti butta a mare perchè

Non sai nuotare!

 

Ci si lamenta di NOI

 

Mi piace osservare una direzione

O l'altra o un'altra ancora oppure

Pensare che non ci sia perchè il

Puntino è tra tanti puntini e

Ciascuno guarda il proprio

E la bussola indica le vere coordinate...

 

 

La poesia è semplicemente un modo

Di essere, di vivere, di sentire quel

Soffio che giorno dopo giorno spinge

Il respiro a fermare il tempo

 

 

 

Il tempo stabilirà i nuovi riequilibri

E cio che oggi è triste domani sarà

L'inganno di un momento come gli altri...

 

Quanta presunzione e quale arroganza

Nell'esercito dei soldati semplici

Che all'assalto di vuote trincee

Piantano una bandierina prima di

Morire pensando di essere stati liberi

Un cecchino spara qua e là

Ogni tanto ci prende e il sommo

Artefice di tutto questo sistema i conti...

E chiude la cassa prelevando quei quattro soldi!

 

Non ci faccio niente con il tuo voler bene!

Non mi basta

Non mi aiuta

 

Solo...

 

M'affossa!

 

Quando leggo alcune poesie

La tristezza mi assale

Per lo spreco di Infiniti che limitano

Il finito di chi ha ben poco da dire!

 

Come è triste comunicare così

Un sms sanziona il solito epilogo

Almeno una volta non c'erano

Cellulari che allungavano l'agonia

Di futili parole e cresce la disperazione...

 

 

 

E così ci risiamo...

Ancora qualche giorno e si

indossa il vestitino della festa

per uno sconosciuto che è

nato per caso, per caso se

ne è andato ,poi è ritornato

ma noi non ritorniamo, ci fa

piacere pensare che la morte

è vita nell'immaginario collettivo

di un profumo della Lacoste con

un bel culo di un nuovo dio

che al posto di una capanna

si adagia su un comodo sofà

e il bue e l'asinello di quel presepe

ci guardano e tristemente sorridono

perchè la storia non ci ha cambiato...

 

 

 

Ogni giorno muore qualcuno

Ogni giorno qualcuno nasce

Tanti corpi vanno e vengono

Dimenticati dal sopraggiungere

Di altri più o meno sfortunati

Che nel tragitto trafitto di trappole

Tra una fermata e una cartoleria

Cercano qualcosa di indelebile o

Una gomma per cancellare il

Presente ma la carta assorbente

Respinge al mittente il tempo

Che vive e ti aspetta così al suo Capolinea...

 

 

Tutti vogliamo essere ricordati

Ma i posteri dimenticano presto

Chi c'era e non c'è più e poi

Perchè dobbiamo essere ricordati

Se siamo solo di passaggio e poi

Perchè essere ricordati in questo

Schifo di mondo dove, a malapena,

Ricordiamo di essere soli tra soli e

La voce grossa ci riporta nelle

Voci grossolane e grasse risate

Ci fanno sentire più allegri in compagnia?

 

C'e sempre la speranza che l'anno nuovo

Sia meglio di quello appena trascorso e allora mi

Sovviene il dubbio che il meglio sia un peggio

Che si itera e più non riusciamo a distinguerne

Il confine e viaggiamo con la fantasia in

Un unico sogno e quando ci risvegliamo

Nulla è cambiato , solo l'alba della storia

Saluta e invita a riscriverci...

 

Io do sempre

Ricevo poco

Tutti si tengono stretto

Il loro limite

L'informazione viaggia lontano

E' sufficente saltare il limite!

 

 

Questo bisogno di comunicare...

Questo bisogno di dire...

Questo bisogno impellente di scrivere...

Come quando ci scappa, una,due,dieci volte al giorno...

Come quando ci scappa una parolaccia...

Come quando ci scappa uno schiaffo...

E allora...?

Questo...avevamo da dire...?

 

 

Era un pò di tempo che non suonavo la chitarra

Un blues mi riporta ai nostri ghetti e

L'ufficio-piantagione produce cotone-software

E il padrone mi paga sempre troppo poco

Perchè i soldi non gli bastano mai e poi mi dico

Perchè mi incazzo? Continuo a suonare e capisco

Perchè il blues sia la musica di (quasi) tutti e immortale!

 

Che faccio domani?

Invecchio

Il resto?

Solo fesserie!

 

 

 

La contraddizione è quella cosa che

Ti permette di stare in piedi e di

Non zoppicare perchè sei scivolato

Da un gradino troppo alto anche se un

Pavimento lucidato e lindo nasconde

le insidie barcollanti da troppa

sicurezza...

 

Racconto la poesia del quotidiano

Scontato...una botta di vita ci vorrebbe

Per cambiare la trama che da secoli

Si ripete sempre uguale e i sentimenti

Parlano delle solite cose e la minestra

Riscaldata non porta buone nuove

Anzi raffredda i condimenti...

 

Questo 2003 inizia alla grande!

I morti aumentano perchè qualcuno

Rivuole la propria terra e gli altri

Occupano le città che vogliono

Essere libere e la partita va avanti

E il risultato è sempre di parità...

L'arbitro non fischia perchè non c'è...

Gli allenatori incitano le squadre

All'attacco e i goal segnati non hanno

Più validità perchè la rete è piena di buchi...

 

Un sax accenna la melodia

Il basso lo segue freneticamente

L'ansia di una batteria prosegue

Nel ritmo caotico della mia città

E il tacchettio agitato di una donna

S'intrufola nella stazione della metro

Si chiudono le porte e inizia la folle corsa

Degli strumenti ora impazziti e un grido

Mitiga la disperazione di una libertà

Galera di malati di testa e il caffè della

Pausa pausa nell'assordante ridda di rumori

Si stringe la testa e la ripetizione uccide il

Singolo gesto gesto di tutti e all'unisono

Si spoliano degli indumenti perchè la misura

È vuota e bisogna aspettare i prossimi passi

Ora lenti infine sempre più veloci, incespicano

E la donna cade travolta da un clochard il

Cui bastone rotola lungo le scale e il tempo

Lo lascia là...e altri incespicano e ruzzolano...

 

Un canto sommesso e lieve

Quattro note di un piano

Danno il benvenuto all'inatteso

Ospite che sembra gradire quella

Musica così diversa e nuova

Si siede e ascolta

All'inizio non capisce ma poi

Entra nella scorza ed estirpa

Tutti i nei cancerogeni

Un'altra pelle si ritrova

Il piano prosegue la pulizia

Un calore improvvisamente lo assale

Si muove ora con tutto il corpo

Miracolo delle emozioni trasfuse

Il sangue riprende colore e la

Bestia si trasforma nel suo divenire

Bella la visione d'assieme e per un

Attimo cattura la verità, troppo poco

Per tre minuti d'ascolto e la traccia cambia...

 

Ora dico quello che penso e che ho sempre pensato

Il poster mi guarda,giovane e robusto, bello e perfetto

Peccato che...anche lui invecchierà come tutti e poi

Bisogna vedere se vivrà, quanto e come.

Guardo il poster come lo specchio dei miei ricordi

Il cartone si decompone lo specchio no, ti fissa sempre!

Toh...una scheggia nel vetro e mi guardo l'occhio

Ora filiformi venature rosse anticipano la totale

Cecità della notte e il cuscino bianco con bianche

Lenzuole immagino a breve e lo specchio forse

Sarà ancor più scheggiato o forse no perchè

Non resisterà a una bomba che colpirà questa casa

O forse mai l'eternità che diventa mortalità di un oggetto

Ma allora che cosa sopravvive? Forse quel poster in un altro disegno

Continuerà a vivere con uno specchio nuovo

Una gara tra la precarietà dell'umano e l'immortalita dell'oggetto...

 

Ora dico quello che penso e che ho sempre pensato

Il nulla ha svuotato il niente e prima la forma

Circondava l'assenza del vuoto del c'era una volta

Un girino sopravvissuto nello stagno e qualche

Felce riparava da un sole malato il ranocchio

Che giocava come tutti prima di divenire adulto

Nello stesso stagno e la puzza aumenta perchè

Mancano le perturbazioni e ti ritrovi a crepare

Senza poter cambiare le lenzuola...la rana

Ha sbagliato qualcosa e il principe azzurro

Bacia chi non è nei paraggi perchè l'essere

Troppo brutti deturpa il paesaggio malato

Dal gas di scarico di troppi aerei che fanno

Finta di salvare il mondo con il loro carico

Di dolore per poi tornare indietro con qualche

Soldo rubato alla povertà dei più che nulla

Possono e devono pagare il proprio debito...

 

 

 

Il discorso si articola tra numeri primi perchè tutti non accettano di essere pari o dispari...

 

 

A ritroso

 

Una Mente ricorda il proprio passato

Mente su se stessa

Mentono le parole figlie della menzogna

Mentono i gesti nipoti di Noi

A ritroso...nella vergogna della vita...

 

 

Paradosso

 

Felici di essere vivi

Disperati per non poter morire

Tragedia umana in un palcoscenico bislacco

Il tempio vigliacco chiude ora i propri battenti

 

 

 

Forse uno sguardo

Diceva e non decideva

 

Forse una voce

Parlava oppure no

 

Forse quell'amore

Incipiente pensiero

 

Il silenzio tace nella pausa

 

Paura...?

Non so

 

Dopo

Semplicemente

Sciupa

Quel tempo

Non si volta

 

Ora uno sguardo

Ritrovi

 

E la voce

 

Di nuovo

Sussurra

 

Domani

Spegne la nota

 

E poi

Non so

 

Forse quello sguardo

La dolcezza di un gesto

L'io a ritroso

Dimentica

L'esistere...

 

 

 

 

Il tempo di sbagliare

Tardi troppo tardi...

Indelebile l'errore

Ritrae la marea

Stanca l'onda

Addormenta

Il mare

liscia la brezza

più non fa le fusa

E tutto

Torna come

Prima

 

 

Cosa dire di quel bene

Privato dal sorriso

Serio monito al

Passaggio del

Testimone

L'intruso

Astutamente

Insinua

Vince

Breve tragitto

Per poi

Rallentare

Ferma il passo

Ha perso il bene

Torna all'inizio

Ma

Lo sparo

Annuncia

Un'altra

Corsa

 

 

In quel momento

Afferri l'impossibile

Nel vuoto della vita

Una goccia nel secchio

Ravviva l'imbrunire

Quella congiunzione

Come una meteora

Torna a nascondersi

 

 

Io

Tu

Due corpi

Due anime

Insieme tracciamo

L'instabile felicità

Divide il momento

Diverso per entrambi

Io

Tu

Due corpi

Due anime...

 

 

Quando ti penso

Archetipo di Venere

L'emozione esplora

Dove la mente

Mente la vanga

Non anela coltivare

Il deserto attorno...

 

 

L'orizzonte talvolta

Osservi e la direzione

Opposta alla tua

Nega l'amore

Addormentato in stanze

Buie perchè la luce

Ha scelto

L'incompiutezza

Della parte

 

 

Non troverò mai

La probabilità

Fisica

Di

Un corpo

Che

Gravita

Attorno

Al

Mio

 

 

L'amore ti

Chiede

La mano per

Poi stringertela per

Poi abbandonarla

Pronto a un'altra stretta...

 

 

Mi presento

Così come sono

Ogni volta mi rispiego

La solita musica

Quel poco della clessidra

Mi spazientisce

Sabbia sempre più fine

E...la fine...

Non si sa quando

Allora mi riallontano

E mi ripresento

 

Così come sono...

 

 

A letto nessuno

Vuole giocare

Una folle competizione

Per schiantarsi

Da qualche parte

Nessun vincitore

Solo un letto

Disfatto a metà

Solo un Lui

Ricorda una polycar

Solo una lei

Ricorda una barby...

E il carrozzone

Dei sogni mancati

Cambia destinazione

 

 

 

 

 

 

L'inizio

Sembra

Perfetto

Rivivo

Rivivi

Riviviamo

Il passato

Malattia

Ora

Guarita

Poi

Oggi

Un mal di testa

Non passa più

Domani

Quel

Male

Lontano

Muore

L'inizio...

 

 

I buoni sentimenti...

All'improvviso

Due belve

(...perchè non ti sei mai amato...)

Scimiottano la vera natura

Che si procura il cibo

Nelle corse della savana...

 

Ho sempre pensato che

L'egoismo non permetta

Di amare chicchessia

Ma nessuno vuole ammetterlo

Perchè questo bene rifugge

dal peggio di tutti...

 

 

Cosa rimane

Da una mezz'ora di sesso?

La solitudine (unica soddisfatta)

Esce dalla stanza e due ombre

Nude e tristi

Rivestono il corpo

E i vestiti

Hanno preso aria...

 

 

 

 

Le impalcature che sovrastano

La testa ci fanno sentire forti

Ma al primo cedimento

Questa maledetta debolezza

Arriva sotto i piedi e travolge

Tutto e tutto si annulla nel

Rifiuto di sè.

 

 

Sembra impossibile

Svegliarsi ogni mattina

Con la vergogna di

Un profumo da quattro soldi

Che ti accompagna in una

Giornata come le altre e

Quella cosa così speciale

Che potrebbe capitarti

Non è poi speciale

Semplicemente ci si dimentica

Il nostro non vivere...

Il piacere delle piccole cose...

Il lusso di potersi isolare

Dal branco ammalato e morente...

 

 

Il business vuole che tu produca

Per sentirti il migliore tra i migliori

Come tanti Gennariello aspettiamo

L'educatore, il personal trainer che

In una palestra ci insegna a gonfiare

I muscoli e una bistecca di manzo

Ci tiene in linea e mia nonna

Ammazzava il tempo preparandomi

Dei ravioli con tutto l'amore che

Poteva donare e mio nonno mi

Portava in Duomo e quattro

Piccioni mi rendevano felice...

 

Oggi si usa la bocca

non sorride mai

se ridi sei un infelice

tutti ti guardano come se fosse una disgrazia

quando parli nessuno ascolta

una mummia è più sincera

vera nella conservazione

della storia...

 

 

 

 

 

 

 

Si narra di un ventriloquo che

di nascosto e all'improvviso parlava

diceva cose vere

disturbava l'infelice vivere di tutti

da sempre si cerca di smascherarlo

e ciascuno si guarda dentro per

trovarlo e per sopprimerlo

ma quella vocina attende

trionfante di uscire da un corpo

appesantito da troppo silicone!

 

 

Quante coscienze abbacchiate!

Alcune sono contente così...

Altre subiscono il trash

Dei nostri tempi e una partita

Di pallone e una soubrette ignorante

Mi riportano a Rio dove alcuni

Politicanti corrotti impoverivano le

Coscienze e un piatto di fagioli

Condito con una soave bossa

Allietava il fine pasto...

 

Ci vorrebbe una rivoluzione dei valori!

Stanchi e sopiti aspettano da qualche parte

Che qualcuno li prenda per mano e li conduca

Nella via principale tra sguardi sparuti e assenti

Forse qualche bandierina sventolerebbe e

Un applauso sempre più ritmico e forte

Accompagnerebbe il passaggio di

Un dio dimenticato tra la fuffa del presente...

 

 

E' tutto un remix...

Un remake

Come siamo monotoni!

Così uguali!

Scontati

Nei sentimenti

Nel vivere

Nel far finta di...

Nell'efferatezza!

Nel nulla di tutto...

Nella nascita

Nella morte

Siamo Noi

 

Lo stress?

Un'invenzione!

Mia madre aspettava

Le bombe e mangiava tuberi!

Aveva solo quindici anni

Ora ne ha settantasei...

Non è stressata

Non lo è mai stata!

Il prozac ai bambini

Per renderli innocui

Passivi e dipendenti!

Sono già stressati

Dalla competizione

Di altri bambini a loro

Volta stressati da genitori

Che competono con se stessi

Perchè parlare è faticoso!

 

 

Cosa aspettiamo a ribellarci?

Non sarà un TV-color a 118 pollici... a tenerci

Incollati su una sedia?

O sono i cristalli liquidi...?

O il 27 del mese sempre più misero

Perchè il signor Euro ha deciso di renderci

Più poveri?

O ci sta bene così?

Abbrutiti e bastonati nelle nostre case?

Traditi.... da mogli figli ,amanti e puttane...?

Quale dignità possiamo pretendere

Dal momento che ne siamo privi?

E poi osteggiamo uno stupido orgoglio

E un'ancora più stupido pregiudizio

Fieri di pensare di essere umani, individui,

io-pensanti decisi e decisori dei nostri e

altrui destini...

Bestie onnipotenti che nulla possono

Contro il tempo e nell'affanno della corsa

Arrivare primi è solo una iattura...

 

 

Il silenzio dice che la favola

Diventa sogno per un mendicante

A passeggio nella buia spiritualità

Del ricordo di voci ottenebranti

Tra calici di seno e il bicchiere

Mesce il dolce miele distillato

Dai troppi nessi di futile legame

E non riconosce un bambino

Perchè mai ha guardato come era

Distratto dalla fine abbagliante e

Desiderata e la notte lotte rotte

Per paesi lontani dove stella

Non risplende oltre il guado

Trafitto da spade perse spuntate

Per i troppi morti che il tempo

Accomuna e il mendicante solo

Aspetta che il corpo lo sopprima

 

 

Superpotenze offresi in vendita

Svendute al primo blablà di voci

Più grasse, grasso da mungere

Perchè l'obesità è un lusso e

L'anoressia richiede energie ma

Non sanno che la storia insegna che

Non si può sempre essere i più

Potenti, ricchi, belli dalla bianca dentatura e

I brutti un giorno non saranno

Più brutti perchè le monete

Sceglieranno l'altro piatto della

Bilancia e il superpovero si

Abbevererà alla fonte proibita

Come un miraggio nel deserto...

 

Perchè ogni volta ripetere

Il consueto rituale a perdere

Di tornare a camminare a ritroso

Come i gamberi con la differenza

Che il nostro mare è un'immensa

Chiazza di petrolio e opaco il bisogno

Di specchiarsi?

 

La pace, parola grossa per la stupidità

Di chi poco ha studiato a scuola e la storia

Non ha capito per le troppe date cimiteri

Di numeri e il ricordo confonde...

Si deve trovare un motivo per giustificare

Il nuovo olocausto alle porte e la ragione

Non ha un motivo solo perchè il baratto

Non è più un mezzo di scambio...

 

Gli antichi romani sono scomparsi

A seguire... i nuovi gladiatori figli di

Un eccesso che li rende vicino a Dio

Quello vero prepara intanto la nuova semina...

 

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono triste

tutti mi rispondete: "dai, su..., non essere triste!

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono allegro

Tutti mi rispondete: "beato te, che sei felice!"

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono innamorato

In coro mi rispondete: " io mi sono appena lasciata!"

 

Chissà come mai

gentili poeti

le emozioni

non viaggiano mai

all'unisono ed è quasi

un disturbo sapere che l'altro vive...

 

 

Io e la poesia

(Monologo)

 

Due parole per dire&ldots;

 

Che ho sempre pensato che la poesia

potesse essere di tutti, universale e

non degli imitatori degli imitatori

 

Che potesse essere come il Jazz

un'improvvisazione che approdi là

dove non è mai ben chiaro...

 

Come le nostre vite

Pronte a essere spezzate

 ora o dopo o quando...

 

Come il gusto eterno di due note semplici

o un lamento blues di B.B. King

una poesia nera e vera

Il vissuto nel sangue

nel ricordo di bianchi traghettatori

caronti di nuovi inferni in terre lontane...

 

Ho sempre pensato che la poesia

non dovesse essere l'interpretazione

più o meno riuscita di

uno spartito del Carulli

o di una sinfonia di Wagner

o le pause di Satie così

studiate con gli intervalli

ubbidienti come tanti soldatini

pronti a immolarsi per una musica assente

- Le pause appartengono a tutti -

 

La poesia... un monopolio di sigarette

Sempre le solite, marlboro o gitane

Che differenza fa?

 Con il filtro o senza?

Nuociono gravemente alla salute...

C'è scritto, un cancro e puff!

Peccato che ci sia il fumo passivo...

Lo dobbiamo subire anche all'aperto!

Ma hanno la vita breve, la legge punisce

i trasgressori

 Si...

 Ma che li punisca!

 

Ho sempre pensato che la poesia fosse

nell'aria inquinata che respiriamo,

nella vista rara di un bel tramonto,

nell'amore ancora più raro per una donna

 

Tra i fondi di un bicchiere colmo di vino

Tra le parole che si fanno adulte

nelle conversazioni mute di due amici

e non in qualche salotto spelacchiato o

spazio ammuffito e buio

come buie e grigie le scuole

in cui studiavo con il marcio

del legno che puzzava e la

maestra che puniva la mia mano

"maledetto mancino" che il

Diavolo ti abbia in gloria schernito

da saccenti compagni che mi tiravano

le noccioline come giovane cucciolo in

gabbia dietro una vecchia lavagna

logorata e scrostata dal tempo che non l'ha

Perdonata - la maestra - il diavolo l'ha poi accolta in gloria!

 

Jimi, un maledetto mancino nero,

ha cambiato le sorti della musica

Una poesia diversa che ha sconcertato

le solite bolle di sapone appesantite

dalla paura di dover cedere il passo ai

soliti extra-comunitari...

 

Hai sempre avuto ragione , caro Hank,

a disprezzarli - non sono cambiati -

Sono sempre loro!

Affluenti di un fiume

arido,in secca, sterile, senza pesci,

moribondi in attesa d'acqua...

 

Quest'acqua che scarseggia

Il tempo cambia e

le previsioni non sono buone

Sole a volontà...

 

Immagino le rive di questi ruscelli,

ai lati file di banchi

 e banchieri che si guardano

e non dicono

non possono dire

 manca l'acqua

 

 

 

I pesci non passano

...e che cosa potrebbero dirsi...?

Prendono un libro di storia e ricordano

come era e...

 come non è più

 

La storia si crea nel suo divenire e

non può essere copiata

- Impostore -

 

La poesia inizia a fluire , prima lenta

poi le rime proseguono il cammino

del respiro diverso dal tuo

 

Tossisci ora...

 la nicotina ti fa male!

 

Ho sempre pensato che la Poesia

fosse in uno sgualcito poster di un bar

o la Marilyn tappezzeria di un TIR

inginocchiata con le calze a rete di

una nera che ti prende il coso e te

lo succhia sino a farti male male

 

Maledizione di una vita a senso unico

Unico modo di uscirne anticipare il saluto

prima che qualcuno ti stenda un bel

lenzuolo bianco immacolato e lavato

con l'orsacchiotto ammorbidente

 

Che cazzo!

 

Non mi è mai piaciuto quell'ammorbidente...

 

Come quelle donne che indossano quel profumo

così borotalcato che ti prende la testa e ti fa

vomitare e l'ascensore in cui sei chiuso con lei

vomita assieme a te...ma anche questo..è poesia!

 

 

Due parole per dire...

 

Che mi sbagliavo e mi sono sempre sbagliato!

Poesia è l'esatto contrario della mia proiezione

al potere di un immaginario

 fatto di scatole vuote da riempire

di segatura che si appiccica alle scarpe e

 non ti molla sino a sera

 quando ti sfili le calze bucate

col pollice che ti guarda e impreca

prima di darti la buonanotte

 

Poesia è la sveglia delle sette con contorno di un corpo

che gesticola la propria inutilità seguita da un tiepido

cappuccino e la brioche sbriciola sul pavimento

prima di entrare nella casa della mafia dove stacchi

il ticket agnello sacrificale nel mattatoio dove otto ore

passano spavalde tra l'imbecillità di sparuti avvoltoi

 

I miseri resti mi porto via - parte della carcassa -

prima di congelarmi nella veglia del sonno dopo

una bresaola insaccata tra la celluloide di

pupille riflesse nella data di scadenza

 

Io mi addormento sotto il cuscino dipinto

TV Color di un canale di troie che danno

numeri solo numeri e tanti una cascata che si interrompe

e sbaglia il dito stanco da tanta complicazione per

ricominciare a caricare la pila del giorno dopo in

un gioco che ripete la poesia del reale

 

Io e la poesia...

 

 

Punteggiature senza senso

Il senso dell'essere ora

che è non senso altrimenti

si arrabbia e non può darci

la possibilità di dire

il non detto

 

 

Le stagioni non sono più le stesse

Il tempo fa le bizze

Esattamente come Noi

Bizzarri rosicchiamo

Avanzi di giornate

sempre uguali

Diverse nell'ora d'aria

che respiriamo e guardiamo in alto

se una goccia o un escremento di un piccione

segna il territorio - il Nostro territorio -

Stolti nell'illusione di aver comprato

anche quello dove torneremo e

Qualcuno ci dovrà coprire con una stupida vanga

o ci terrà come ampollina in qualche cesso

dove lo scempio si compie e prosegue il proprio corso

Corso Monforte - a Milano -

percorrevo l'altro giorno, poesia di volti

distratti e frettolosi, vuoti e incattiviti

 

La fretta di produrre carbone da infilare nella calza

Calze a rete fruscii sotto una gonna che

ha dimenticato di amare, di sentirsi vivere e

Poi

Penso alla mia donna - la mia Poesia -

E che merita, meritiamo molto di più di quel niente che abbiamo!

 

La tenerezza...

 

Di quando 	la vedo al mattino

Di quando 	mi sveglio con lei

Di quando 	la prendo per mano

Di quando	parliamo sommessi...

 

Ricordo di noi bambini alla scoperta

di altri bambini prima di divenire

adulti schiavi e privi

di parole nelle ovvie iterazioni

 

Riiterate ripetizioni che (ri)conducono

all'inizio di quel discorso che

non conclude e si morde l'ultima vocale

nel conclave di voci confuse prima di

perdersi nell'illusione di aver trovato

un punto che chiuda il lamento di quella frase...

 

 

 

 

 

Due parole per dire...

 

Che ho sempre pensato alla poesia

nelle fusa affettuose del mio gatto

e non nel riciclaggio di sacchi di patate

a cui pagar cospicui dazi a

squallidi mercanti d'arte impoveriti

dalla propria miseria umana ricoperta da

un libro di Montale con le

pagine sgualcite e impolverate

da saccenti starnuti del dopo

copertura di grasse ignoranze

travestite da battone slave

che sulla Binasca reclamano

il loro diritto alla vita

vita non scelta

un'altra vita pensavano

un altro padrone cercavano

un altro lavoro

un marito

un figlio

e

io

penso

ai nostri mecenati

che battono sulle strade di

una falsa poesia

chiedendo

(non danno)

percentuali

ai

loro clienti

 

Per una pagina lampeggiante

 

Per un premio inutile

dai troppi anonimi vincitori

 

 

per le scuole che si aggiungono

 

a scuole olocausto dove

 studiavo con il marcio

del legno che puzzava e la

maestra che puniva la mia mano

"maledetto mancino" che il

Diavolo ti abbia in gloria schernito

da saccenti compagni che mi tiravano

le noccioline come giovane cucciolo in

gabbia dietro una vecchia lavagna

logorata e scrostata dal tempo che non l'ha

Perdonata - la maestra - il diavolo l'ha poi accolta in gloria!

 

 

 

 

 

 

 

 

CHISSA' COME MAI...

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono triste

tutti mi rispondete: "dai, su..., non essere triste!

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono allegro

Tutti mi rispondete: "beato te, che sei felice!"

 

Chissà come mai

quando scrivo che sono innamorato

In coro mi rispondete: " io mi sono appena lasciata!"

 

Chissà come mai

gentili poeti

le emozioni

non viaggiano mai

all'unisono ed è quasi

un disturbo sapere che l'altro vive...

 

 

****

Poesia

 

Un amico mi dice

che qui, nel nord,

il verde della pianura

divora gli altri colori

nascosti a ridosso

dei monti.

 

E un altro mi dirà

da una ridente

cittadina sull'Arno

che il fiume costeggia

sinuoso le vallate

di Bacco provocanti.

 

Qui, nel sud, canta solo,

instancabile

un bianco gabbiano

e la sera si riempie

di una leggera brezza suadente

e cresce il profumo

degli oliveti

e quel cipresso narciso

s'innalza

come una giraffa

gigante tra i fiori silenti.

 

E passano delle grandi nubi sulla mia testa!

 

 

 

 

UN UNICO TEMPO

 

Mi piace camminare nella fretta dei passi

E il sottosuolo rimbomba dei pensieri che

Sopra incedono quasi fossero distanti

Ed estranei come amici che si salutano

Per poi sparir(si) dietro l'angolo

 

Mi piace osservare il fragore di cuori

Come tori nell'arena incerto il vincitore

Quando il rosso stinge

E macchia l'infedeltà di quel cieco

E il bastone anticipa il gradino (fatale)

 

Mi piace cercare il nesso là

Dove pascola il non essere e

Stacco il ticket di quell'istante

Eterno nel non senso di un appetito

Che non sazia l'aver aspettato

 

Mi piace seguire il lento scorrere

Di quel ruscello che concilia

Il sonno della natura, non russa

Il pastore per paura del risveglio

Chè l'alba giunge già

 

Mi piace camminare,osservare,cercare,

seguire, fissare quella foto che stampa

così come sei ma il movimento toglie

la fissità e tu prosegui nelle successive istantanee,

il bianco e nero il tuo passato...

 

***

 

 

ROTTA DI COLLISIONE

 

Sfioro un corpo

Silente l'approdo

nel porto del cuore

Pasticcia lo skipper

E il vento...

Cambia la direzione

Galleggia una bottiglia

Mi sporgo

L'afferro

Un altro corpo da sfiorare...

Rotta di collisione

Tra iceberg sparuti

Raggiungo il tropico

E l'infinito si allarga

 

 

 

 

MAREA

 

Sfiora la mano

Un brivido gocciola

La schiena un cubetto

di ghiaccio scioglie

l'arsura e il desiderio

appaga la marea si

dilata nell'oceano e

bianca schiuma

approda a riva

 

 

 

 

GOCCIA

 

La goccia lacrima sul vaso

stanca di una lontana guerra

che divide il cuore illlusorio

- le due metà - rinfrescano

l'antica distanza e lo scorrere

di quel rivolo bagna l'ultimo

amore rivolto su se stesso

in un prenatale ricordo

 

 

 

 

FLASH

 

Flash

Scopiamo! Alla grande! Il letto canta la speme di Eros.

Il Bastardo ritrova il sorriso malcelato nel rituale decò

Flash

La periferia incontra il centro dove cammino

tra cubetti di porfido e la rotaia striscia

il passaggio di un incontro molesto

 

Flash

 

Spengo la mente nel sonno bagnato

sogno di quel chip e l'insonnia risplende

 

Flash

 

Lei mi dice che l'amore sgualcito nel cassetto

necessita la candeggina il colletto della camicia

 

Flash

 

Accade lo spazio cerca l'angolo

Non trova pace

Il peacemaker esclude l'emozione

che nasconde il germoglio

 

Flash

 

Corpi,corpetti

Sinuosi balletti

Ombre cinesi

da dietro il calvario

un calvados sorseggia

la sete nel cristallo

 

Flash

 

Sperimento

mento nel dirti che t'amo

Si guarda attorno

il Bene disperato

Spera nel nodo

che stringe la mano

rassegna l'ultima stretta

 

 

 

 

BREVE AMORE

 

Ti fumo distrattamente

e la cenere che (sola) cade

inesorabile accorcia

quel mozzicone d'amore

che ci resta e l'assenza del

fumo rimanda all'alone

cerchio bianco di sposa

un tempo innamorata

Spengo la sigaretta

La cicca consumata

calpestata dal mondo

abbraccia il posacenere

nell'ultimo respiro

 

 

 

 

La fine del viaggio

 

La fine del viaggio avrà gli occhi di un tenero amante

o l'ingenuità necessaria del non vivere

per vivere?

 

Oppure il riflesso di una giornata piovosa

che non vuole schiudersi all'orizzonte?

 

Attesi saliremo i gradini del cielo

E alle porte del Tempio

Il Teschio di nuda verità

Dirà

 

Sosta ora alla fine del viaggio

distratto l'imprudente viandante e non sa

che scrutare attorno il mondo

che inizia con il nuovo giorno.

 

Non so come sarà

Ma so che sarà

 

 

 

 

 

 

 

NOTTE

 

Nel ritiro

Della notte

Vago errante

Inseguo la memoria

Che un altro

Ama

La mia morte

La regalo a te

Nel crepuscolo

sonnacchioso

 

 

 

 

Romanzo

 

La virgola di quel mentre

Confonde la frase

Sembra ricominci il gioco

Un punto ci aspetta

Una parafrasi ci salva

Il pacemaker di un vecchio

Conta le pause

Tra battiti d'ali

L'angelo sorvola

Il romanzo già scritto

 

 

 

 

Interrogativo

 

Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato...

Una scissione? Le due parti si allontanano?

Il fisico saluta il costruttore dei ricordi per poi

morire in un ventre di un'altra...?

Un'altra terra?

Un altro oceano?

Un cielo che occhi hanno visto in tramonti

più o meno sempre uguali?

L'interrogativo si sarebbe sciolto a breve,

il tempo necessario per approdare

alla nuova riva.

Stremato decisi di abbandonare il corpo e

di consegnarlo al suo carnefice, la mia pila,

IO, un giocattolo con la carica a esaurimento.

Da bambino giocavo al dottore...

Ora un dottore diverso mi guarda per l'ultima volta

Prima di lasciarmi morire...o vivere.

Ma...perchè vivere ancora se tutto è vissuto?

O...perchè morire se tutto è già morto?

La dolce morte (vita) accolse tra le sue braccia

Le due parti e il malato terminale potè morire

O vivere...