DIARIO DELLE MILLE E UNA NOTTI

 

Ritengo opportuno cambiare qualche nome e riferimento per rispetto di chi mi ha regalato ricordi e sensazioni indimenticabili,comunque, i fatti e le persone qui riportate non sono frutto di sola immaginazione.

 

Scrivo queste note perche` sono convinto che il presente si costruisca sulle basi di un passato e senza memoria del passato ci troveremmo a vivere in un castello privo di fondamenta.Vorrei ampliare il contenuto ogni volta che le rileggo giacche' mi affiorano nuovi e sensazionali ricordi ma, in realta', ho un'appuntamento tra dieci minuti e sono gia' decisamente in ritardo.Come capita spesso .E volentieri.

 

NON VOGLIO LA FERRARI.

 

Giuseppe e` da decenni uno dei miei migliori amici.Sorride senza bisogno di barzellette e non si dispera se la Roma perde o Mariella non e` voluta uscire perche` e` stressata dopo una giornata di durissimo lavoro, quattro ore di palestra e mezz`ora al telefono col suo ex.

 

Da qualche settimana si andava a sentire musica al New Goldoni.

Disco- pub stile rustico nascosto dietro i flutti della Fontana di Trevi, allietava le nostre serate con musica rock quale Beatles, Rolling Stones,Police, insomma i classici intramontabili.Le due salette sopra e sotto erano decisamente strette ma la Band faceva ballare anche i topastri annidati sulle panchine di legno massiccio e le birre giravano su e giu` per le scale nonostante la folla.Usciti dal locale con qualche drink in circolo, la fontana a pochi metri risultava ancor piu` spettacolare e,nel vero, si trattava di far attenzione a non caderci dentro.

 

Anche quella sera, finita la partita di basket e buttata giu` di corsa la cena telefonando a quattro amici, monto a cavallo della mitica 126 bianca tre posti ( per non avere il ginocchio sui denti avevo tirato leggermente indietro il sedile) e vado a prendere Giuseppe.

Il rito del caffe` dopo cena aveva priorita` assoluta.Poteva esserci missuniverso ad aspettare ma su questo eravamo e siamo tuttora intransigenti.

Dopo il caffe` sotto casa partiamo quindi alla volta del New Goldoni chiaccherando del piu` e del meno.

 

-ad aprile me ne vado in Spagna - mi dice Gio` - c`e` mio zio laggiu` che ha aperto due ristoranti e le spagnole sono simpatiche.

- O.K. ,se passo il prossimo esame ti seguo, ma non tanto per le spagnole quanto per il Flamenco.Sono stato da quelle parti e ti assicuro che vederli ballare e` uno spettacolo. Comunque,effettivamente,anche le spagnole che ballano la tarantella sono uno spettacolo!

 

Chiaccheravamo zigzagando con il potente mezzo per i vicoli del centro storico di Roma quando, proprio mentre parcheggiavo, vediamo passare al nostro fianco una bella brunetta che passeggiava a braccetto con un ragazzo elegante.

Capelli a caschetto corvini, stivaloni neri alti sopra i pantaloni jeans attillati, la fanciulla, anche se piccolina di statura,ad una prima occhiata sembrava decisamente in ordine.

  Forse sorpresi dalla rapidita` del mio parcheggio in uno spazio riservato ai motocicli, i due ci sorridono ampiamente.

- Gio`, quei due hanno una faccia simpatica e la ragazza ha un qualcosa di particolare.

- Sono d'accordo Albe`, soprattutto voltata di spalle la ragazza ha un sorriso stupendo.

Scendiamo dalla macchina, sempre con fatica inverosimile viste le dimensioni ridotte del mezzo e quelle esagerate delle mie gambe,e i due avevano girato l`angolo.

Sulle scale del New Goldoni incontriamo Giancarlo.

Conosciuto in una vacanza in Grecia nel lontano 84` giocando all`indianata sul porticciolo di un`isoletta delle cicladi, si era presentato come un tipo poco socievole , abbastanza arrogante e presuntuoso.Per contro, io stesso a sentir lui avevo un atteggiamento tutt`altro che simpatico.

Se e` vero che chi disprezza compra quello deve essere stato il nostro caso.

Dopo qualche tempo Giancarlo divenne, ed e` oggi, uno dei miei migliori amici.

Bastava un po` di musica Funky e ci trasformavamo in ballerini di prim`ordine fregandocene di tutto il resto.Giuseppe si univa a noi volentieri e, di solito, ci seguiva Marco, un vecchio amico appassionato di musica come noi.

DJ tanto di professione quanto di spirito, era pronto a dimenarsi tra le folle spazzando via i vicini, visti i 120 chili di stazza.

Passavamo intere nottate a scatenarci in locali di ogni genere ballando e scherzando su tutto e su tutti compresi noi stessi.Uscivamo sudati anche l`inverno, senza soldi e senza donne o meglio, con pochi soldi , magari con diverse amiche, e qualche vaga speranza su qualche fanciulla conosciuta in loco.

 

Gia` allora gran parte delle ragazze, soprattutto le cosidette "minigonna e tacchi a spillo", preferivano la macchinetta sportiva magari con un conducente mollicone allo studentello squattrinato.

 Se dimentichiamo i rapporti sessuali mancati, sono ben contento di aver avuto la 126 base ; non ho mai visto delle gran risate quali le nostre a bordo delle suddette spider biposto, soprattutto se uscite da un regalo per il diciottesimo compleanno.

 

Cosi` era andata anche quella notte.

- Albe`, mi fai fare sempre troppo tardi - aggiunge Gio`, come al solito.

- Dai che sono solo le quattro, ci prendiamo due cornetti caldi e voliamo a casa.

- Sei fortunato che ancora studi e puoi recuperare le notti insonni; vedrai quando dovrai lavorare.

 

Siamo ormai lanciati nel il nuovo millennio,tutti e due con trent`anni suonati, con un po` di fortuna io lavoro da diversi anni e torno tardi la notte sempre volentieri.

Le sentenze di Giueppe,dieci anni dopo, sono le stesse. Sono cambiati i riferimenti ,non piu`allo studio quanto al tipo di lavoro o all`abitudine a fare tardi e chi piu` ne ha piu` ne metta.

Nonostante gli ammonimenti, il vecchio Gio`, viene a prender volentieri il cornetto alle 3 di notte e ci aggiunge anche il cappuccino se e` la giornata giusta.

 

I pipistrelli che si muovono per locali a notte fonda sembrano essere meno stressati di quelli in giro per negozi alle sei del pomeriggio.

Le ore di sonno mancate si recuperavano sonnecchiando a casa mentre gli altri andavano a comprarsi il cellulare,la camicia firmata, le scarpe di vero cuoio e il maglioncino per andare a sciare.

 E soprattutto: escludendo il 98% dei programmi televisivi , il 99% dei giornali sportivi,il 99,5% delle chiaccherate sul cambiamento di stagione e staccando il telefono se non c`e` qualcosa di vitale in ballo.

 

 Dondolandoci verso la macchina, al rientro dal New goldoni, questa volta ci aspettava una sorpresa.

Un foglietto sul tergicristallo si intravedeva gia` da qualche metro.Una sensazione certamente non nuova e generalmente non troppo gradevole.

- Albe`, mi sa che ti sei preso l`ennesima multa .

- Aspetta che forse questa volta e` andata meglio , sembra un ammonimento, forse e` semplicemente qualcuno che mi manda a quel paese per avergli ostruito il passaggio.

Era un foglietto bianco scritto in stampatello con due firme illeggibili in calce :

" chiamaci al numero &ldots; "

Non una parola di piu`. Estremamente sintetico se non ermetico il biglietto ci lascia di stucco.

- Sara` uno scherzo - commenta Gio`- se telefoniamo ci prendiamo solo una serie di insulti.

- Eppure mi incuriosisce, direi di non chiamare subito solo perche` se e` uno scherzo, come e` probabile, non mi va di dargliela vinta immediatamente.

 

Chiaccherando sull`accaduto ci avviamo verso casa illuminati dal rosso fisso della spia della benzina che,

come al solito, ci accompagnava preparandoci all`eventuale emozione di un ritorno a piedi.

 Bisognava comunque chiamare al piu` presto, quantomeno per risolvere l`enigma. Avrei chiamato io, visto che probabilmente si trattava di lamentele sul parcheggio.

 

La domenica seguente mi sveglio di buon ora ( mezzogiorno?) per portare a termine la missione.Cerco la strada piu`diplomatica per un contatto improbabile ed esordisco ripetendo il numero composto.

 

- Si, mi dica,..chi parla?

 

Una fanciulla dalla voce composta e un tono gentile mi conferma la correttezza del numero.

Non sembrava sorpresa dalla chiamata.

Il tono della risposta era confortante.Escludevo gia` le ipotesi peggiori formulate con Giuseppe.

 

- Beh,..mi scusi il disturbo ma&ldots;.

 

Le spiego la storia del foglietto telegrafico.

 

- Ah!!, finalmente, la 126 bianca !.. Certo, l`ho lasciato io, anzi, &ldots;l`abbiamo lasciato noi, beh.. non so come spiegarti,.. hai notato due che passeggiavano nei pressi della fontana l`altra sera&ldots;.

Il mio amico ed io siamo abbastanza giocherelloni e ci avevate incuriosito ripiegati nella piccola 126. E poi&ldots;. insomma, abbiamo scommesso sulla telefonata&ldots;.

  Scusaci davvero, magari eravamo un po` brilli!

 

La fanciulla sorrideva dell`accaduto e questo mi confortava ulteriormente. Ero sorpreso dall`azione di coppia ma comunque contento dell`accaduto.

 

E nelle sue prime parole,"Mary" aveva sottolineato: "il mio amico"quindi niente rapporti coniugali.Tra l`altro, se mi ricordavo bene, con i suoi stivaletti alti, pantaloni stretti e taglio di capelli alla francese, la fanciulla oltre ad avere i modi gentili era molto carina..

Visto che non amo stare troppo al telefono taglio corto.

- Mary, che ne dici se ci incontriamo qualche sera e chiacchieriamo con piu` calma seduti ad un tavolino con una birra fredda? Magari porto l`amico che era con me e tu l`altro ragazzo che era al tuo fianco.

Sorpresa dal mio passaggio immediato all'azione ,Mary replica con fermezza.

- Non so,.. tu potresti essere Jack lo squartatore ed io la Vedova nera in cerca di facili prede&ldots;

- Beh,.. per una volta posso rischiare di cadere nella tela .

- Facciamo domani sera New Goldoni, 9.30?

 

- O.K. , in fondo e` quello che volevamo quando ti abbiamo lasciato il biglietto.E oltretutto magari vinco la scommessa&ldots;

- Ancora devo scoprire di quale scommessa si tratta.. comunque &ldots;, mi spiegherai a quattro occhi.

Aggancio il telefono euforico e divertito.

Tutto era andato meglio del previsto. Le ipotesi piu` disparate;polizia, vendicatori in borghese, si erano rivelate prive di senso.

 Il foglietto era stata una gran sorpresa e ne riservava certamente altre.E poi al di la` di come sarebbe andata a finire, anche questa volta, una novita` irrompeva nella nostra vita quotidiana.

E ci andava benissimo.

Dovevo avvisare Giuseppe al piu` presto per definire il piano della sera seguente e raccontargli il tutto.

 

Avevo una moto cagiva 350 Ala rossa anni 80 con la quale ho vissuto momenti indimenticabili. Mi infilavo nei prati proibiti delle ville Romane spesso e volentieri, da solo o meno e mi sentivo un cavaliere errante. Tra l`altro mi risparmiava ore preziose di traffico per tutto il periodo universitario.

Monto quindi a cavallo del bolide rosso e volo dal mio compagno di avventure.

Lo trovo come al solito impegnatissimo in profumeria a cercar di convincere la bionda cliente di turno a comprare la tinta rossa o verde che la rende piu` bella.

Per essere profumiere direi che come minimo bisogna saperci fare con le donne visto che la cliente di turno aveva bisogno di un`intervento di chirurgia plastica piu` che di una profumeria.

Un caffe` al baretto li vicino, e ci mettiamo d`accordo per la notte.

Qualche sospetto ancora lo avevamo;sarebbe venuta sola? Con l`amico? Con qualche amica?Bah.

Il giorno dopo , con il solito ritardo di un quarto d`ora , arriviamo al New Goldoni e entriamo con passo circospetto.

Niente.

Ci saluta la barista, ci guardano storto due balordi, ci studiano un paio di ragazze, ma, secondo il nostro vago ricordo, di Mary o simili non ce n`era. Coscienti del fatto che,come in altre occasioni, saremmo riusciti a dormire lo stesso anche in caso di bluff, ci sediamo al primo tavolo libero con un drink.

- Albe`, deve essere stato uno scherzo. Vedrai che si presenta Giancarlo d`accordo con qualche amica che si fara` delle gran risate alla faccia nostra.

- Beh,in fondo sarebbe ugualmente divertente.Basta che accada qualcosa altrimenti ce ne andiamo giu` a ballare.

 

Proprio quando stavamo per perdere le speranze, vediamo Mary a braccetto col tipo della fatidica sera avanzare verso di noi con passo cadenzato.

Stivaletti al ginocchio, gonna corta , calze a rete e giacchetta a bottoni dorati.Il tutto rigorosamente in nero. Ci sembro` ancora piu` attraente della volta precedente.

- Ma quanto sei alto!

  ero abituato a questo esordio, anche se quando mi son trovato a Manhattan in coda per entrare in una discoteca black con 150 neri immensi mi sono sentito piuttosto un nano fortunato.

 

- questo e` il mio amico Jimmi, sono contenta di conoscervi.

 

Buoni bevitori, si rivelano tutti e due simpatici e la serata scorre via al meglio.

Al ritorno il vecchio Gio`:

 

- Albe`, l`amico e` simpatico,ma ti guardava in modo strano, mi sa che ti ha lasciato lui il biglietto, stai in guardia!

 

In effetti avevo notato qualche risatina particolare e qualche scambio di battute tra i due, ma poteva essere del tutto normale.

 

Salutati in maniera diplomatica, per quella sera eravamo rimasti sul 'Ci sentiamo'. Ma la moretta mi incuriosiva e gia' meditavo le mosse successive.

Giuseppe non sembrava interessato alla fanciulla quindi per non saper ne` leggere ne` scrivere, pensavo di proporre un`uscita cheek to cheek.

Qualche giorno dopo alzo il telefono e lancio l'idea.

 

- Mary, ti devo parlare d'affari al piu' presto&ldots;

- Sembra una proposta interessante,anche se ,..considera che non ho grossi capitali disponibili ..

 ribadisce prontamente la cavallerizza.

 

Il mio esordio al telefono non era certo dei piu' romantici ma non mi veniva in mente niente di piu' commovente.

Le andava bene parlare "d'affari".

Alla condizione che poi ci saremmo incontrati con i suoi amici.

 

Il giorno dopo mi avventuro in una zona sconosciuta di Roma alla ricerca del portone giusto.

Arrivo dopo lunghe ricerche in un quartiere elegante fuori citta` con palazzi fantasiosi e terrazze piene di fiori. Parcheggio la potente 126 base tra due Maserati e aspetto guardandomi le facce dei passanti.

 

- Ciao pilota, scusa il ritardo.. ma visto che non arrivavi mi ero attaccata al telefono.

 

In realta' sapevo che qualunque donna al di sopra dei 14 anni e al di sotto della Svizzera mi avrebbe fatto aspettare quel quarto d'ora al portone per l'ultima controllatina allo specchio.

Sorpresa e divertita da come riuscivo ad entrare nella piccola macchina la fanciulla si accomoda sui sedili, non in pelle, del bolide, accavallando le gambe,fasciate da una simpatica minigonna, come non avevo mai visto fare.

Mi propone una passeggiata al centro per poi incontrarci con suoi amici .

 

Giuseppe diceva la sacrosanta verita`.

Arrivato a Monte Caprino, un piccolo colle nei pressi di piazza Venezia, un gruppo di ragazzotti brillanti era ad aspettarci.

Zero donne, tagli stravaganti di capelli e battute di ogni genere su me e su Mary confermavano l`idea del vecchio Gio`.

 

Si scopriva l`arcano: la famosa scommessa era stata fatta da Mary e l`amico su chi dei due mi avrebbe conquistato.Ma avevo l'impressione che qualcuno stesse estendendo la scommessa.

Il 90% di quei ragazzi era gay.

Niente in contrario sui gay, ma l'accaduto mi lasciava sorpreso anche se , in fondo, divertito.

Restammo a chiaccherare un bel po`.Certo, dopo un`oretta di fuoco incrociato fui costretto a darci un taglio.

- Che ne dici,cavallerizza, se lasciamo l'allegra brigata e ci infiliamo un qualche postaccio per un drink a quattr'occhi?

- O.k., dimenticavo che mi devi parlare d'affari..

 

Contenta, forse per aver vinto la scommessa, Mary sorrideva piu` del solito.

 

Arrivati al Saint Louis Music club, vecchio locale praticamente sotto le rovine del Colosseo,musica jazz di sottofondo e candela sul tavolino,Mary mi fece capire abbastanza in fretta che non si trattava semplicemente di un gioco.

 

 Una delle storie indimenticabili della mia gioventu' stava per iniziare.

Finivamo sempre avvinghiati nella 126 o nell'ampio salotto di casa sua al termine di ogni serata.

Se poi i genitori erano a casa, si utilizzava la sua cameretta.Con un piede puntato sulla porta la fanciulla riusciva a farmi dimenticare in pochi secondi l'imbarazzo della serratura senza chiave.

 

Quando dalla 126 base,ormai piu' di la che di qua', passai alla fiammante Uno grigia dai sedili reclinabili con un semplice schiocco di dita, ci sembrava di volare in una stanza matrimoniale di un'albergo cinque stelle.

 

Non potro' mai dimenticare la bruna cavallerizza e gli stratagemmi che inventava per colorare la nostra avventura.

 

 

 

 

 

 

 

 

SUCCEDE SOLO NEI FILM.

 

Non e` vero.

Certo, la vacanza di gruppo organizzata dopo mille diatribe prenotando un albergo con doppi servizi dove si mangia bene e si spende poco, non aiuta.

 

Il biglietto "interail"costava poco piu` di 300.000 lire.

Nessuna prenotazione. Potevi girare in treno un mese per tutta l`Europa fermandoti dove volevi e quando volevi .

Si trattava di saper leggere un`orario dei treni ,avere meno di 26 anni ed evitare le cabine di prima classe.

Vi garantisco comunque che anche la IIa classe dell`Orient Express Parigi -Budepest non era affatto male.

Viaggiavo con uno zaino da campeggio, quattro soldi in tasca e una vecchia chitarra classica che strimpellavo alla meglio.

Partivo da solo proprio per evitare, almeno in vacanza, di dover prendere decisioni dopo quaranta minuti di discussione sul da farsi.

Egoismo o bramosia di liberta` ? Ai posteri l`ardua sentenza.

Scelte di questo tipo possono dare un risultato uguale a zero oppure a dieci.

Non ci sono vie di mezzo.

 

Quella scelta in particolare si rivelo` un successo su tutti i fronti. Alla partenza avevo previsto una ventina di giorni in giro per l` Europa , rimasi invece oltre il limite del biglietto, inventando storie impossibili per corrompere il controllore dell`ultimo treno che pretendeva il pagamento del viaggio di ritorno.

 

Mentre in Italia non era molto diffusa come tipo di vacanza, all`estero l`Interail era praticamente un`istituzione.

Nei treni si trovavano centinaia di giovani ragazzi e ragazze, da soli o meno, con zaini enormi corredati di ammennicoli di ogni genere come .. sacchi a pelo arrotolati sopra, scarpe allacciate sotto , pentole piu' o meno pulite dondolanti ai lati.

 E ancora ,chitarre, birra, capelli biondi, cappelli da cowboy e treccine da pippi-calze lunghe coloravano anche le carrozze piu` arrugginite.

 

 Trovare un posto per sedersi o peggio ancora per sdraiarsi era certamente un`impresa, ma con un po`di fantasia un appoggio nel corridoio si riusciva a strappare.

A volte viaggiavo di notte, unendo l`utile al dilettevole. Risparmiavo i soldi della notte in citta` e potevo sdraiarmi su tre poltrone e dormire comodamente.

Se poi ero davvero stanco, scendevo alla stazione successiva in un paese qualsiasi cercando un giaciglio che somigliasse ad un letto in un campeggio o ostello di quinta categoria, e dormivo ad oltranza.

 

Nel vero, non sempre la situazione si presentava cosi' rosea. Ad esempio, potevano capitare compagni di viaggio che non avresti mai voluto avere.

 

Durante una delle mie traversate notturne, passai una nottata senza dormire e rischiai anche di giocarmi il portafoglio.

Scompartimento vuoto, allungato su tre poltrone con tendine chiuse e sigaretta accesa , ero pronto ad una buona dormita quando sento degli schiamazzi nel corridoio proprio vicino al mio presunto giaciglio.

  Si avvicinavano, discutendo con il controllore.

Non potevo essere cosi' sfigato che con tante cabine semi-vuote andassero a cercare proprio questa. E invece, all' improvviso spalancano la porta.

 

Pantaloni pelle di leopardo, borsette luccicanti e parrucche bionde, questa volta la legge di murphi aveva colpito. Quattro donne nigeriane,nere come il carbone , in cerca di una fortuna difficile in una terra piu' ricca della loro, mi si stavano piazzando in cabina.

Pronte a vendere tutto quello che possedevano, cioe' le minigonne corte e i pantaloni leopardati, avevano chiaramente scelto il soggetto sbagliato.

 

 Scocciato dall'invasione di cabina piu' che dalla tipologia dei personaggi,ma in fondo rassegnato, le saluto e mi schiaccio vicino al finestrino per fargli spazio.Divertite dalla mia apparente disponibilita', le signorine iniziano ad allungare i sedili creando una specie di letto a tre piazze dove dentro c'ero anch'io.

Chiusa la tendina e serrata la porta,si sdraiano praticamente su di me.

 Infilo il portafoglio praticamente nelle mutande e, ripreso il libro, provo a leggere .

 

Le osservavo attraverso le pagine. In fondo, la situazione mi incuriosiva e reggicalze e slip cominciavano a fare effetto.

Nessuna delle quattro era un gran che, ma l'istinto animale che come sempre lottava con la ragione, mi faceva immaginare grovigli di gambe e rossetti a livello dei peggiori film pornografici.

 

- Che ci fai in giro solo su questo treno ?

- Ti va bene se ci stringiamo qui ? Ma se ci addormentiamo dici che ci rubano le borsette?..

 

e cosi via, una serie di domande a raffica e gia' me ne trovavo una praticamente addosso.

In bilico tra sogni proibiti e sospetto di ritrovarmi senza soldi per il caffe', passai qualche momento a studiare un piano d'attacco o di difesa, eventualmente.

La risoluzione fu continuare a leggere apettando gli eventi.Ero stanco ed in generale propenso ad aiutare i paesi del terzo mondo facendo beneficenza, piuttosto che sovvenzionando le signorine.

 

  Mi svegliai alle prime luci che se ne erano andate, portafoglio e chitarra c'erano e lo scompartimento era nuovamente libero.

Tutto era andato bene anche se, lo confesso, piu' di una volta mi son chiesto come sarebbe andata se avessi allungato una mano sotto una delle suddette minigonne.

 

Tornando all'Interail, avevo una ventina d'anni quando decisi di intraprendere la prima avvetura.

L`autostop mi sembrava un po' forte, nel senso che significava proprio andarsela a cercare,cosi' optai per il famoso tiket aperto per l'Europa.

 

Nel vero, qualche anno dopo mi trovavo in Francia ,sotto la pioggia col dito all'aria,facendo l'autostop. Ma questa e' un'altra storia.

 

Primo obiettivo della traversata, necessariamente strategico:Amsterdam.

 

Innumerevoli ore di viaggio,senza soste e, teoricamente, senza prenotazione. Nemmeno il posto a sedere.

Una partenza all`avventura doveva essere cosi`.

 

Certo, a trent` anni inizio ad apprezzare le avventure nelle stanze con un letto comodo. Pigrizia o qualche soldo in tasca? Bah,..chi puo'dirlo.

 

Avevo programmato la partenza di notte nella speranza di allungarmi su un paio di poltrone.

Era luglio e faceva un caldo bestiale. Tra chitarra, zaino alto piu` di me e cappello panama per eventuali giornate di caldo torrido ( ad Amsterdam? ), arrivo alla stazione Termini gia` stanco per I dieci minuti di metropolitana.

 

Salito sul treno, mi accorgo subito che non sarebbe stato cosi' semplice.

Fiumi di pellegrini come me alla ricerca di un posto.

Alcuni ormai rassegnati seduti davanti ai bagni, altri accovacciati o addirittura sdraiati nei corridoi fregandosene dei passeggieri di passaggio.

Spingendo a destra ed a manca , colpendo gli astanti con il pesante zaino attraverso i corridoi stretti del treno alla ricerca del fatidico posto.

Niente.

Maledicendo il mio presunto spirito d`avventura tento una soluzione moderata, tanto per non partire con il piede sbagliato: una cuccetta di seconda classe.Rintracciato l`addetto , metto mano al portafoglio.

Mi mostra lo scompartimento dove era rimasta una cabina libera e mi ci infilo senza esitazione.

A volte un compromesso puo' aprire una strada e quello sarebbe stato il caso.

 

Lettino piu` corto di me, cinque persone dentro ,ma il giaciglio per la notte c`era davvero. Una mamma con bambino piangente, un nonnetto intento a divorare un panino gigante e altri personaggi improbabili non somigliavano molto ad un gruppo di modelle svedesi , ma in fondo erano tipi tranquilli e il nonnetto cercava di comunicare offrendomi patatine e pop corns da mangiare.

Ero nuovamente eccitatissimo dalla partenza; la curiosita` sicuramente era stata la leva principale che mi aveva spinto in quella situazione, come in seguito in molte altre, e delle immagini e sensazioni nuove scaturivano anche da quella cabina di seconda classe.

  Anche il vecchietto con panino rappresentava una suggestione nuova. Chiaramente il viaggio in quel caso non era solo finalizzato a raggiungere delle destinazioni ma faceva parte della vacanza .

 

Sistematomi nella cuccetta quasi piegato in due, stavo ascoltando il walkman. In quelle occasioni i Pink Floyd erano perfetti; "Wish you were here" , "Animals" o qualche brano dei Police per i momenti piu' caldi. Un paio d'ore e il treno fa la prima fermata: Firenze.

 Fino ad allora era rimasto un posto libero nello scompartimento ed era stato adibito a magazzino.Valige, borsette,cappelli e cappellini occupavano lo spazio dell'assente. Al sibilo dei freni del treno, l`incubo di un nuovo arrivo, quindi spostare chitarra, valige e sacchetti accomunava tutti gli inquilini della cabina in causa, me per primo .

Puntavamo le nostre speranze sul fatto che difficilmente si viaggia soli e li c`era un solo lettino.Forse saremmo riusciti a tenere il magazzino anche dopo Firenze.

Le nostre speranze crollarono fragorosamente dopo pochi minuti .

Qualcuno veniva accompagnato dal controllore proprio in quella cuccetta. L`uomo delle ferrovie ci intimava di sbaraccare tutti i nostri aggeggi dal posto letto e far accomodare una signorina che coperta da uno zaino gigante cercava di infilarsi in cabina.

Scocciati, ma costretti alla gentilezza operiamo in tal senso e.. addirittura la aiutiamo a sistemarsi.

Devo ammettere che, per quanto mi riguarda, il problema del magazzino passo` abbastanza in fretta in secondo piano.

Era una bionda occhi azzurri jeans attillati con e magliettina troppo stretta per quello che copriva.Forse una quarta o quinta misura sorretta da un corpo decisamente piu' leggero.

Sarebbe stata la nostra nuova compagna di viaggio.

 

 Aveva una ventina d`anni e tornava in Olanda dopo una vacanza in Toscana.

Dopo qualche microsecondo di timidezza la fanciulla iniziava ad elogiare l`Italia e gli Italiani e, aiutato dalle quattro parole che conoscevo in inglese, mi lanciavo nella conversazione facendo addirittura da traduttore al nonnetto che si studiava la fanciulla dimenticando l`eta`.

  Il treno si preparava ad attraversare le Alpi e la notte ci invitava ad allungarci nelle piccole cuccette di seconda classe.Chiaramente non ci pensavo neanche, vista l`euforia del viaggio e la conversazione sempre piu` vivace con l`olandesina.E non ci pensava neanche lei.

Lanciata nel racconto delle sue avventure e disavventure, la bionda si coloriva di rosso sia per la sua carnagione chiara che per le birre che continuavamo ad ordinare al barista ambulante.

Eravamo usciti dalla cabina per lasciar dormire gli altri che avevano tirato giu` i sei lettini e spento la luce, tanto per chiarire le intenzioni.

Altri giovani nottambuli vagavano per le carrozze scavalcando chi leggeva o dormiva nei corridoi e sognando la destinazione finale.

Sfoderata la chitarra, ci spostiamo di fronte alla toilette dove c'era un po' di spazio anche se non certo sembrava il posto piu' romantico per un'idillio.

  Quando ormai ero lanciato a strimpellare qualche canzone di vecchia data,dimenticando (quasi) magliettina attillata e tutto il resto,la bionda da il via ad un piano che solo successivamente avrei capito.

Come al solito la fortuna ci aveva messo lo zampino anche se la Dea bendata non si puo` certo occupare dei dettagli, quindi a quelli ci avrei dovuto pensare io.

- ..il problema della nostra cabina, sara' che non riusciro' sicuramente a dormire.. soffro di claustrofobia e .. in quel lettino con due persone che mi dormono sopra!

 

Alla fanciulla era capitata la cuccetta in basso dove in effetti si subiscono tutti i movomenti di quelli sopra.

La mia cuccetta era quella in alto. Visto che per me faceva lo stesso, le propongo subito di fare a cambio .

 Sembrava sorpresa dalla mia proposta. Comunque, ringraziando, inizia a trasferire le sue cose sul mio quasi-ex- letto.

 Sistematomi alla meglio nel nuovo cubicolo, le auguro ingenuamente buona notte e mi accendo la lucetta da lettura.

La fanciulla intanto si girava e rigirava nei piani alti facendoci temere un capitombolo da un momento all'altro.

- &ldots;no way, non riesco a dormire &ldots;e qui sopra fa anche freddo -

 

commenta la bionda non lasciandomi finire il capitolo. Mi affaccio dal loculo e controllo il termostato.

Ci saranno stati trenta gradi.E sopra anche di piu'.

- ti presto la coperta se vuoi - aggiungo, per darci un taglio.

- Ma no,..non ti disturbare &ldots;tu riesci a dormire? Prova a venire qui sopra e vedrai se non e' piu' freddo!&ldots;Sali qui se non mi credi..

 

in effetti mi sembrava di aver intuito le intenzioni bizzarre della bionda, ma fino a quella palese dichiarazione, non ci potevo credere.

Quelle erano storie che succedevano solo nei film.

Film o non film, non aspettai ulteriori segnali e montai nella cuccetta superiore a fianco dell'intraprendente olandesina.

 

La fanciulla a questo punto aveva mollato i freni,probabilmente io stavo anche facendo la parte dell'addormentato.

I sospetti erano fondati. Nonostante le quattro persone a un palmo dal naso e la cuccetta stretta e instabile la bionda allungo' le mani.Dapperttutto.

 E non per accendere la luce.

 Sta di fatto che al mattino avevo un sonno bestiale e le facce dei nostri compagni di viaggio delle cuccette adiacenti non credo riusciro' mai a dimenticarle.

Non era finita qui.

 Alle prime luci dell'alba notiamo uno scompartimento vuoto poco distante e per continuare propriamente il discorso iniziato la notte precedente trasferiamo baracca e burattini.

 

Chiuse le tendine e serrata la porta fu il controllore ad avvisarci strillando che Amsterdam era ormai a pochi minuti ed il nostro faticoso viaggio volgeva,purtroppo, al termine.

 

L'olandesina di Utrecht mi lascio' indirizzo, numeri di telefono,fax,email, e chi piu' ne ha piu' ne metta, ma il mio piano inziale prevedeva Amsterdam e deviare i miei percorsi per una donna conosciuta in treno mi sembrava francamente un po' forte.

La salutai calorosamente e da quel giorno non l'ho mai piu' vista ne' sentita.