Quando tu puggi io lasco
"Daccordo!" gridò Mino piantato davanti al verricello "Andiamo di bolina."
"Sì, è meglio," rispose lo skipper "abbiamo vento di Tramontana."
Quattordici ore di navigazione con mare forza 6!
Erano partiti dal porto di Palermo con una barca a vela di medie dimensioni per fare una crociera alle isole Eolie, ma si erano ritrovati a fronteggiare Nettuno incavolato.
La passione per il mare accomunava i partecipanti a quellescursione.
Una piccola combriccola più il conducente della barca, Tore, grande esperto di vela e dimbarcazioni da diporto.
La Xamamina era stata un vero toccasana!
Non avevano vomitato ma quando erano sbarcati a Vulcano, avevano avuto la sensazione che la terra continuasse ad ondeggiare e oscillare.
"Quando tu orzi io cazzo, e quando tu puggi io lasco. Intesi?"
ripeté Mino, che era stato lorganizzatore dellavventura.
Costruiva da sempre modellini di velieri, con una pazienza e precisione da certosino. Difatti il suo amore per la vela era sorto in età infantile.
Adesso ne era divenuto maniaco.
Se non cera vento, si dannava. Se la barca doveva andare a motore, diceva che avrebbe preferito farsela a nuoto.
Insomma, una specie di patito!
Se il vento era favorevole e soffiava forte, gli silluminavano gli occhi, sorrideva sotto i neri baffoni e increspava le labbra, mostrando un compiacimento da beota gaudente.
Il fratello lassecondava sempre e lo aveva seguito anche questa volta, portando con sé la moglie.
Erano Andrea e Cinzia.
Il primo stravedeva per la pesca e durante quella gita, rimase sempre con la lenza in mano, sciupando esca a mai finire e non riuscendo a prendere il più piccolo pesciolino.
Ma lui sintestardiva e continuava a usare lenze a traino e lenze di fondo. Lenze così e lenze colì.
Come esca, aveva provato il gambero..&ldots;...e niente!
Gamberetto, gamberoni, gamberino&ldots;.niente!
Più si dannava più nulla pigliava.
I pesci talora erano visibili ad occhio nudo. Ma lo salutavano divertiti e facevano sberleffi.
"Se vi pesco! Vi faccio vedere io!"
Quando Andrea andava a dormire, si esibiva nel suo russare potente
e vigoroso. Allora tutti si lamentavano, protestavano e inveivano.
Lo avevano soprannominato: La motozappa!
Marianna, la cugina che lavorava allistituto digiene, aveva sentenziato: "In questa barca, ci vuole maggiore pulizia!"
Il marito si chiamava Tonio e possedeva un gommone.
Sapeva sempre tutto ed interveniva su tutto.
La sua loquela era inesauribile!
"Dovresti pescare con unesca diversa," aveva detto ad Andrea.
"Tu non ne capisci niente!" aveva ribadito quello.
"Già, e intanto tu non peschi nulla."
Questi alterchi erano continui e movimentavano la gita, ma ancor più esilaranti erano gli scambi di vedute tra Mino e Tonio.
"Se si tratta di badare alle vele, ci penso io," diceva il primo.
"Io invece mi occupo di timonare," ribadiva laltro.
"Sì, così andiamo a sbattere contro qualche scoglio!"
"Lo scemo che sei. Parli tu che fai sempre caramellare le vele!"
"Ma come! Se procediamo bene è proprio grazie allottimo regolaggio che eseguo io!"
"Ma che ne capisci tu che possiedi solo una barchetta a vela?!"
"Già e tu invece sei un Gommista e vai solo su gommoni!"
Per fortuna tra questi battibecchi, sinseriva Tore con cortese fermezza, per dare le giuste indicazioni di manovra.
Il più giovane componente dellequipaggio era Achille, figlio di Marianna e Tonio e velista appassionato.
Era un ragazzino bellissimo e un po capriccioso.
"Vorrei vivere per sempre su questa barca!" aveva esclamato.
La povera Cinzia aveva cercato di adoperare il water dellimbarcazione
e cera riuscita a stento. Infatti le dimensioni erano infinitesimali.
Di conseguenza, poteva solo urinare. Se si fosse provata a fare dellaltro, non ci sarebbe mai riuscita, poiché quel fac simile di cesso rendeva improbabile ogni evacuazione; a parte il dondolio della barca!
Gli esseri civili buttano la carta igienica dentro il water.
Invece no.
In quella specie di camera a gas, bisognava metterla in un sacchetto di plastica onnipresente.
Per scaricare lacqua, Cinzia doveva adoperare una pompa idraulica a mano!
Ciuf, ciuf, ciuf&ldots;. e veniva fuori lacqua di mare.
Però che panorami avevano ammirato! Che tramonti! Con un sole incandescente che li guardava infuocato, tuffandosi nelle acque brillanti e luccicanti del Mediterraneo.
E i delfini! Che meraviglia vederli giocare attorno alla barca! Saltare ed immergersi. Come se venissero a salutare.
Se poi qualcuno li fotografava, pareva si mettessero in posa.
Per non parlare delle bellezze paesaggistiche di quelle isole!
Panarea, piccola ed aristocratica.
Stromboli con la sua Sciara, da dove avevano contemplato leruzione notturna.
Infatti gettarono lancora allimbrunire e, sotto un cielo trapunto di stelle, avevano visto fuoriuscire getti di lava e lapilli che si proiettavano in alto creando unatmosfera surreale.
La vivandiera della brigata, colei che stava ai fornelli quasi come per missione, era Giusy, sorella dellorganizzatore.
Una bella mattina, in un mare azzurro e trasparente, calmo come lolio, Giusy e Cinzia stavano facendo il bagno attorno alla barca.
Serano un po allontanate e, ad un tratto, la prima aveva cominciato ad avvertire una corrente sottomarina che tirava al largo.
"Non ce la faccio a tornare," aveva detto.
"Tirate le pinne!" aveva gridato Cinzia agli uomini rimasti a bordo.
Le pinne erano state lanciate e Giusy laveva calzate.
Eppure faceva ancora fatica a tornare.
"Lanciate una fune!"
A questo punto, sera mobilitato lequipaggio.
I salvatori erano accorsi nuotando a gran bracciate.
Chi portava una cima agganciata alla barca, chi portava il salvagente.
La nostra eroina fu ricondotta sana e salva sulla barca, tirata e trascinata.
Gli spaghetti cucinati da Giusy erano eccellenti! Forse per questo
i maschietti serano preoccupati vedendola in difficoltà.
Cinzia invece aveva avuto un altro handicap.
Il cognato Mino, la cui altezza savvicina al metro e novanta, dormiva nella cabina adiacente alla sua.
Caso volle che Minuccio decidesse di dormire incollato alla parete di legno divisoria.
Nel letto, non poteva distendere interamente le lunghe gambe.
E allora, ogni volta che si rigirava, dava una potente e sonora ginocchiata sulla parete, provocando linsonnia della malcapitata, la quale, ad ogni botta, saltava in aria come un capretto a primavera!
Ma chi di loro potrà mai dimenticare lalba sul mare? Con il venticello leggero che soffiava discreto?
E il vino Malvasia di Lipari? Lantica Lipari con le cave di pietra pomice, che rendono le sue acque di un colore inverosimile!
E i capperi di Salina?
Li avevano mangiati in insalata.
Capperoni enormi insieme alle foglie e ai Cucunci.
Questi ultimi, nellidioma delle isole, rappresentano il frutto della pianta di Cappero.
"Prendi la scotta della randa e cazzala," indicava Tore a qualcuno.
"Lasca di più il fiocco!"
Se poi bisognava dispiegare le vele, si mettevano tutti allopera.
Due uomini si ponevano al verricello di destra e due a quello di sinistra. Bisognava sciogliere e cazzare, cioè svolgere le scotte da una parte e tirarle dallaltra.
Due scioglievano velocissimamente facendo roteare il verricello.
Gli altri avvolgevano per tendere le vele.
Ora tra il girare da una parte e il rigirare dallaltra, avveniva che mani, piedi e teste sincrociavano, cozzavano, sintrecciavano, sbattevano
e poco mancava che mischiassero pure gli organi genitali!
Ma lavventura più eclatante li attendeva proprio durante il viaggio di ritorno a Palermo.
Il mare era calmo, liscio e piatto.
Decisero di compiere la navigazione di notte, procedendo a motore poiché non soffiava il minimo, agognato alito di vento!
Tore, fidandosi dei suoi compagni, chiese:
"Cè qualcuno che vuole stare sveglio al posto mio?"
Lidea non riempì nessuno di gioia, a parte il solito Tonio cui non parve vero di mettersi al timone.
"Bene! Allora a mezzanotte io vado a dormire e tu prendi il mio posto.
Sei sicuro? Davvero pensi di saper timonare e non taddormenti?"
Macché! Non ci vuole niente. Sarò sveglio e vispo come un grillo!"
Tonio puntò la sveglia affinché suonasse ad ogni ora, ma non aveva fatto i conti con Andrea.
Questi vedendogli compiere loperazione, pensò bene di disattivare la sveglietta allinsaputa di tutti.
Una navigazione eccellente! Una notte da fiaba, con lo sciabordio delle onde sulle fiancate della barca!
Prima dandare a dormire, avevano mangiato degli ottimi spaghetti alla Tore. Cioè con tonno, capperi e rosmarino fresco.
Verso lalba furono svegliati di soprassalto da un urlo sovrumano.
"Uuuhhhh! Ma dove stiamo andando?!" urlava Tore.
Rispose la voce insonnolita di Tonio:
"Che! Cosa? Perché? Mero appisolato un attimo."
"Un attimo? E mi spieghi come siamo arrivati ad Ustica in un attimo?"
A questo punto tutti serano svegliati e chiedevano cosa fosse successo:
"La sveglia non ha suonato? Ma perché?"
Andrea, fingendosi stupito, inveiva scandalizzato contro il povero Tonio:
"A Ustica! Ci hai fatto arrivare ad Ustica!"
Quello, desolato, cercava di spiegare laccaduto giustificandosi in ogni modo.
Corretta la rotta di ritorno, la navigazione riprese tra lilarità generale.