Erasmus
Una novella di Gabriella Cuscinà
Teresa e Loredana avevano entrambe 20 anni. Erano cresciute insieme come due sorelle, inseparabili, amiche per la pelle. Si erano recate insieme in Spagna, a Madrid, partecipando ad un corso universitario nellambito del progetto Erasmus.
Tale progetto prevede un contributo della Comunità europea per i giovani che vogliono fare esperienze di scuola allestero.
Erano entrambe brune e ben fatte, con occhi enormi, spalancati alla vita, un sorriso gioioso e franco.
Non si lasciavano mai, la loro felicità consisteva nel poter stare insieme, sempre unite, nella vita e nella morte, come una volta avevano detto, scherzando.
La prima che era partita per Madrid era stata Teresa, poiché Loredana, da qualche tempo, aveva un ragazzo. Lamore gioca questi scherzi. Presa e compresa del suo nuovo fidanzatino, Lori sera allontanata dallamica e questa aveva deciso di partire.
A Madrid, Teresa aveva visto e conosciuto luoghi e cose incantevoli. Le era parsa una città fulgente, ove le tentazioni seducono, le anime sono avviluppate da strani desideri. Mai aveva visto tanta gente dedita a continui festeggiamenti. Per i madrileni ogni occasione era buona per far festa!
Scriveva, via e-mail, a Loredana raccontando le mirabilia che aveva visto e le esperienze vissute.
Il momento più bello era quello in cui poteva comunicare con lamica. Raccontarle le cose viste, la riempiva di gioia. Si parlavano continuamente tramite il telefonino, ma scrivere era stata sempre una passione per Teresa e quindi, seduta dinanzi al suo portatile, le inviava e-mail, rielaborava le sensazioni provate e le immagini su cui i suoi occhi si erano posati. La esortava continuamente a raggiungerla, per poter assaporare insieme tutte quelle nuove meraviglie, per condividere le sensazioni, come sempre avevano fatto sin da quando erano nate.
A lungo andare, Loredana aveva cominciato a sognare Madrid e a perdere interesse per il suo ragazzo. Sera convinta ed era partita anche lei, raggiungendo lamica.
Che momenti indimenticabili! Serano riviste ed avevano creduto dimpazzire dalla gioia!
Vivevano come in sogno, sempre in giro per la città ed alla ricerca di nuove avventure.
Abitavano in un alberghetto per studenti, molto pulito ed economico, pieno di ragazzi di tutta Europa.
Avevano intrecciato qualche flirt ora con questo, ora con quello, e si confidavano ogni cosa, ogni emozione, ogni pensiero segreto.
Con loro, nellalbergo, alloggiava un professore di Storia delluniversità di Pavia.
Essendo studentesse di lettere, sulle prime, ebbero modo davvicinare molto spesso il giovane insegnante e Teresa non aveva tardato a prendersi una cotta per lui.
Era un belluomo alto ed aitante, bruno, con occhi incantatori ed un sorriso perfetto e smagliante.
Cercavano in tutti i modi di stargli alle calcagna, lo abbindolavano, e quello era perfettamente consapevole di aver fatto colpo sulle ragazze. Però si mostrava schivo,
per conservare il suo carisma di professore integerrimo.
Ma lamore, si sa, a volte gioca dei brutti scherzi, ed anche il professore, suo malgrado, sera invaghito di Teresa, poiché la suddetta era proprio una gran bella ragazza, del genere Sabrina Ferilli, solare, formosa, ma non volgare o appariscente, anzi aggraziata e simpatica, sempre sorridente e garbata.
Il povero insegnante era restio ad avvicinarla; era padre felice di un bimbo piccolo e voleva conservarsi fedele alla consorte. Ciononostante, non poteva impedirsi di essere affascinato da Teresa e la guardava di nascosto, provando uno struggente sentimento dinconfessato amore e di peccaminosa passione.
Poi cercava di distogliere lo sguardo e si controllava sempre per non lasciare trasparire e capire nulla di ciò che provava per la giovane studentessa.
Questa, a sua volta, aveva saputo che il professore era sposato, ed allora, da ragazza seria e di buoni sentimenti, aveva preso ad evitarlo, a non salutarlo più. Però il cuore le balzava in petto ogni qualvolta lo incontrava.
Loredana sapeva e capiva tutto ciò e cercava di consolare lamica, condividendo appieno i suoi sani principi. La faceva distrarre, sdrammatizzava la cosa e cercavano di riderne insieme.
"Guarda chi cè Teresa! Lamore della tua vita! Mi raccomando non svenire."
"Andiamo via presto! Non voglio incontrarlo!"
Ogni tanto, Loredana riceveva messaggi nostalgici del suo ultimo ragazzo, lasciato e abbandonato per correre dietro alla sua amica del cuore. Allora veniva assalita dalla voglia di rivederlo e di riallacciare il suo legame sentimentale con lui. Ma Teresa la tempestava e la subissava di frasi affettuose, le diceva che non doveva lasciarla, che stavano vivendo, insieme, la più bella esperienza della loro vita.
E in effetti, i divertimenti e le nuove emozioni erano allordine del giorno.
Alluniversità di Madrid riuscivano a studiare senza difficoltà, venivano coinvolte in gruppi di ricerche, in metodologie di studio assistito. Insomma, dopo un mese di permanenza, non avrebbero mai più voluto tornare a casa.
Si recavano spesso a fare gite e visite fuori città, conoscevano musei e monumenti splendidi, di cui entrambe erano appassionate.
I genitori telefonavano continuamente e le loro assidue raccomandazioni testimoniavano unansia e una preoccupazione costante.
Un giorno Teresa aveva ricevuto una proposta di matrimonio da parte di un vecchio madrileno ricchissimo, che sera invaghito di lei e voleva sposarla a tutti i costi.
Era un ottantenne svanito e dallapparenza decrepita. Però possedeva palazzi e soldi a mai finire.
Le due ragazze avevano riso di tutto ciò, e anche quella era parsa loro una divertente avventura.
Una sera, avevano cenato in un piccolo ristorante con due ragazzi italiani, poi li avevano salutati e serano avviate verso il loro albergo. Lungo il tragitto, serano accorte di essere seguite da uno strano individuo. Spaventate, avevano allungato il passo ed avevano trovato riparo tra le familiari mura dellalbergo e della loro stanza. Dunque avevano chiuso la porta a chiave con doppia mandata, ed avevano chiacchierato per molto tempo, facendo mille congetture sul misterioso figuro che le aveva pedinate. Si erano addormentate tardissimo e di un sonno pesante, ignare del fatto che, in realtà, lautore del pedinamento fosse un pericoloso piromane.
Il professore di Storia, in piena notte, mentre dormiva, cominciò a tossire e poi si svegliò di soprassalto. Un acre ed intenso odore di fumo e di bruciato gli solleticava la gola. Saltò dal letto e andò ad aprire la porta della sua camera dalbergo. Un odore nauseante di benzina lassalì e la visione delle scale in fiamme lo terrificò! Quelle fiamme salivano con un rombo cupo, agghiacciante!
Teresa stava sognando la sua mamma che laccarezzava e le mostrava la torta di mele che le aveva preparato.
Loredana sognava il suo ragazzo che la pregava di tornare, assicurando che lamava perdutamente e che non poteva vivere senza di lei.
Il professore, nello spazio di cinque secondi, realizzò che lunica via di scampo per tutti gli occupanti di quel piccolo albergo consisteva nel lucernaio dellultimo piano.
Lo sfondò. A questo punto, pensò ai vari ragazzi che dormivano. Bussò freneticamente a tutte le stanze, tirò giù dal letto ogni studente. Andava salvando tutti quelli che poteva, e che, in modo concitato, scappava attraverso il lucernaio.
La stanza delle due ragazze si trovava in fondo al corridoio. Il fumo aveva invaso questultimo e laria era divenuta irrespirabile. Forse il professore perse degli attimi preziosi, terrorizzato e bloccato dal pensiero di non poter salvare Teresa e di non rivederla più. Poi provò a raggiungere la sua porta, ma vi rinunciò per non morire soffocato. Tornò indietro disperato, gridando e imprecando.
Aveva salvato tutti, ma dovette desistere dal bussare alla porta di Teresa e Loredana.
Le ragazze furono destate dalle fiamme che avevano invaso la stanza. Capirono subito che era arrivata la loro ultima ora, ma morire a ventanni è orribile, morire arse dal fuoco supera ogni umana immaginazione!
In un attimo, ognuna di loro riandò con la mente ai genitori, ai fratelli, alla propria casa, agli amici di sempre! Ricordarono tutti gli anni vissuti insieme, da quando erano nate, sempre insieme, come due sorelle siamesi. Adesso, quel voler stare unite le aveva condotte entrambe alla morte! Il destino aveva decretato la loro fine, la sorte le attendeva al varco! Se Loredana fosse rimasta a casa, senza dare ascolto allamica, si sarebbe salvata almeno lei.
Videro le fiamme avanzare inesorabilmente e sabbracciarono.
Le trovarono così. I vigili del fuoco le rinvennero disperatamente avvinghiate luna allaltra. Asfissiate dal fumo.
I genitori appresero la tragedia dalla televisione. Avevano sperato che lincendio fosse divampato in un altro albergo.
"Teresa! Non prenotare laereo quando partirai per Madrid! Ci possono essere dei terroristi!"
"No mamma, non preoccuparti, prenderò il treno."
"Loredana, quando tornerete a Natale, non prendete laereo, mi raccomando!"
"No papà, stai tranquillo, abbiamo già acquistato i biglietti ferroviari."
Quante preoccupazioni e quante raccomandazioni per due figlie giovanissime che vanno a studiare allestero!
E ora? Ora le due amiche erano tornate in Italia con laereo, ma dentro due funeree, orribili, metalliche e sigillate casse funebri.
FINE