AURELIA SIMONINI

 

 

Dieci volte

 

 

A.S., Ortonovo 2002

ASSUMO LA DIREZIONE

 

 

Assumo la direzione

dei parassiti,

vivo sorridendo.

 

Mi tengo tutto

nella gonna.

 

Ritengo che il sudore

che viene in tondo

non può lasciarlo

interamente intorno.

 

Prego per vivere

una vita allineata,

ma il soggiorno

ancora non si trova

 

in una figura.

 

QUALCOSA NELL'OCCHIO

 

 

Ho ottenuto più vitamine

di chiunque altro.

 

Davvero la ritieni

cosa complicata?

 

A volte ritieni

che lo stesso tutto

sia lo stesso.

 

E sei disturbato

da qualcosa

di traverso

nell' occhio.

 

Quando li vedo

di mattina

nel pieno della bellezza

e dei sorrisi...

 

il desiderio di un'automobile.

 

Attenderò

ogni notte

nelle corde secondarie

lungo le bobine

intorno alle frontiere.

 

NOIA PIÙ DIFETTOSA

 

 

Chiunque sente

Gli echi di altre volte

In nero

E nel bianco

 

(Come i figli di molti anni fa).

 

IL PESO SUPREMO

 

 

La difficoltà del peso

-il peso supremo

di tutte le stelle.

 

Che guarda la scena

dalla sua sede

oltre il cielo.

 

Se poteste sentire il suono

delle galassie

mentre consumano

 

lentamente

la loro

velocità

 

la corrosione dimessa

mentre consumano

la loro testa

in caduta.

 

Rallenta la luce,

la conclusione del Tempo

 

quando il Sole

declina le stelle.

 

QUANDO GUIDO

 

 

Quando potevo

ottenerla

così facilmente

 

Potevo reagire

una volta

potevo sentirli

dal mio lato

 

Non ero in qualche modo femminile?

 

Sono sicura

nella molla

che tarda

 

Tutti i fogli

di colore giallo

se muoio

ve li renderò

 

Nessuno di noi da solo

è migliore da vivo

 

RISATA

 

 

La gente

dell'introito

dei fratelli

 

segue:

i princìpi

d’avversione.

 

I loro basamenti

sulle parti

superiori

 

in cui i cacciatori

lasciano gli uccelli soli.

 

La natura

chiama un bambino

nella stanza limitata:

 

le catene,

riempite

di giustificazioni.

 

Princìpi

di tolleranza

per non camminare.

 

Allora rido

pregando il Signore

per servirLo e sbadigliare

trasmettendo le memorie

alle schede dei parenti

in pacchetti bruni.

 

E di fuori

i fiori

ballano

ruotano

esposti al sole.

 

FRIGOR MORTIS

 

 

Ora so perchè

chiedete spesso aiuto

con lo sguardo

a chi non c'è.

 

Ora so perchè

portate sempre

una fotografia

 

in cui le bande nere

spaziano verso l'esterno

di una terra gialla.

 

HO PERSO LA LAMA

 

 

Un modo singolare

di sorridere

e chiamarmi per nome

 

quando vi rendete conto

che le cose non funzionano

sempre

come desiderate.

 

Mostrate devozione

sorpresa

e fede rara

 

come niente potesse

danneggiare

e rovinare

 

come niente potesse

cambiare

finchè dormo.

 

PENSO

 

 

Penso ai giorni

in cui la materia

era un particolare

più piccolo ancora.

 

Si potrebbe elemosinarlo,

sapete che era un errore,

di un secondo.

 

(nessuno potrebbe MAI essere così calmo)

 

Sono in ritardo

per pulir via

gli effetti

e la causa.

 

Per girarmi

e fingere

di “comunicare” con gli amici.

 

(non c'è tempo per processare, di nuovo)

 

CATRAME

 

 

Ho provato

a parlare

ai deboli

 

se trovassi i mezzi

per protestare

 

se volessi pagare

la mia parte

 

Ho imparato

come vendere

al prezzo più basso

 

ma le traverse

sono più dure

da celare

 

Nota sull'autrice:

 

Aurelia Simonini è nata a Saccolongo (PD) il 6 marzo 1972; dopo il diploma scientifico intraprende il corso di laurea in architettura, ma abbandona gli studi nel 1994. Vive attualmente a Ortonovo (SP) in compagnia dei suoi due cani e lavora come restauratrice di mobili.

Amante della poesia fin da ragazzina, adora Pessoa, Prevert, Pasternak, Plath ed in genere tutti gli autori che cominciano con "P". La sua poesia è influenzata principalmente dalla campagna urbanizzata in cui vive, con i suoi contrasti, ipocrisie e paradossi. Non mancano sottotesti erotici e, talvolta, addirittura religiosi.

Predilige un metro molto irregolare (ma mai del tutto “libero”) che focalizzi l'attenzione del lettore sui contrasti fonetici e quindi sul senso più profondo della parola, che, isolata ed "offesa", si schiude nei suoi molteplici significati e ne scopre di inediti.

Solo poche volte Aurelia ha partecipato a concorsi poetici, e non rincorre l'idea della "pubblicazione a tutti i costi", sebbene ami che altre persone leggano le sue opere e per questo ne spedisce periodicamente alle riviste locali.