La Principessa Yemenita
La incontrai sui gradini di una grande scuola dove il sapere era custodito e sovrano.
Mora, gli occhi neri come ossidiana e dolci guance dalle quali sorridere.
Ella era tutta una delizia, aveva in se tutto il fascino delloriente mediano, terra delle Mille e Una Notte e terra di un principe povero che solo con lamore conquistò la sua Jasmin&ldots;
Lei, timida e insicura.
Io, il pavone di quellallegra fattoria dove confluivano tanti altri uccelli dal piumaggio variopinto per competere imparando&ldots; Competere e comprendere ciò che la vita nella sua forma più curiosa e sostanziale ci dona come un regalo.
Lei, regale e contesa, in quel cortile affollato di giovani pieni di ormoni e di energia vitale.
Bastò uno sguardo e tra di noi fu amore, un amore innocente.
Amore platonico&ldots;
Lunione di due anime che poco o nulla del sesso sapevano, ma lamplesso del loro desiderio, quello si era maturo, come i nobili principi che verso di lei mi tendevano.
La Principessa Yemenita aveva in bocca il profumo delicato delle mele e piedi meravigliosi cinti nei sandali&ldots;
Il suo seno era un dolce cuscino su cui perdermi allinfinito.
Le sue mani erano morbide come quelle di un figlio che mai abbiamo avuto.
La nostra storia è stata costellata di quella luce pura che nasce della verità e dalla bellezza di sentimenti innocenti che trovano albergo solo nei cuori più sensibili, negli esseri più incredibili&ldots;
Il nostro amore non ha mai avuto altro che se stesso di cui nutrirsi.
Le nostre anime si sono avvicinate al punto da sfiorarsi e baciarsi.
Le nostre menti ancora verdi hanno costruito castelli e scalato montagne, solcato il mare e sondato il cielo fino allestremo&ldots;
Siamo saliti fin su nelle remote regioni aliene alla nostra condizione di fanciulli&ldots;
Abbiamo scoperto lamore.
Abbiamo visto dove nasce.
Abbiamo, poi, visto dove va a finire&ldots;
Dove va a finire?
&ldots; Ci siamo lasciati in un giorno di Maggio&ldots;
Infatti&ldots;
&ldots; Io, orgoglioso e impavido, sfrecciavo sul mio destriero argenteo mentre Bono cantava, sotto un cielo rosso sangue, New Years Day&ldots;
E stato difficile voltare pagina, entrare in un nuovo giorno di una nuova vita.
E stato molto difficile&ldots;
Ho pianto.
Ho pianto tanto&ldots;
Il suo cuore&ldots;
LOtto di Maggio&ldots;
Poi venne un altro&ldots;
I versi di tante e tante bellissime canzoni che eravamo soliti ascoltare insieme, invadevano la mia mente di amante.
Eoggi, dopo tanti anni non posso che ricordare con affetto e commozione quella principessa venuta dalloriente per insegnarmi qualcosa sul primo amore.
Io, lho difeso, e non lo scorderò mai.