Il Generale

 

 

Memore del sacrificio che ha preceduto negli anni il conseguimento del grado supremo, egli appare come un uomo fiero e imponente, il fisico asciutto con i muscoli distribuiti in modo essenziale.

Ha lo sguardo severo, sembra non scorgere chi gli sta di fronte perché il suo punto di fuoco è la storia&ldots; In alta uniforme dalle mostrine impeccabili e il lucido appena spazzolato sulle scarpe nere di vernice, con il volto segnato dalla responsabilità di vita, la sua fronte è corrugata in segno di riflessione attenta su ogni singola parola emessa dalle sue labbra.

Questo uomo è uomo d’arme ma non essa è lo strumento che egli ha scelto&ldots;

La sua vita è rivolta al conseguimento della pace ma non dal ministero della difesa dipendono le sue decisioni bensì da una categoria ben più nobile ed efficace che è l’amore.

“Non solo gli eserciti hanno i generali e non tutti i generali impugnano le armi” soleva dire ai suoi uomini che amava come figli, perché ognuno di noi è padre e figlio del prossimo suo e ognuno di noi ha responsabilità verso la propria gente.

Il Generale ricopre la cattedra più alta della gerarchia militare e come ogni uomo presiede una corte che infondo è anche la sua famiglia&ldots;

Il Generale di cui io vi parlo crede nella reincarnazione e nella reminiscenza che le vite precedenti a volte ci ispirano attraverso quell’emozione indefinita che scocca quando rivolti al cielo contempliamo le stelle senza mai tuttavia afferrare pienamente i confini di quello che stiamo provando.

Siamo lì che osserviamo la volta celeste e assaporiamo la freschezza di questa cascata luminosa ma non sappiamo mai se quello che stiamo provando è gioia o dolore, perché l’estasi del sublime non ha un colore definito e la sensazione di trasporto e di affinità con tutto ciò che ci è nascosto è un senso di potenza è impotenza che allo stesso tempo ci fanno sentire vivi in quell’istante come non mai e mai quell’istante disperso sarà nell’eternità che in quell’attimo sentiamo appartenerci.

La reminiscenza è ciò che in accordo con la natura della nostra anima ci permette di capire la nostra strada, la nostra vocazione che in questi termini apre la strada alla missione che ad ognuno di noi viene affidata dal Principio, fin dai primi istanti della grande esplosione&ldots;

C’è una legge cosmica che governa il flusso: è una legge generale che impone al Generale di erigersi ad esempio e attraverso lo strumento del comando, far si che il particolare abbia ordine e disciplina. Il Generale personifica questa grande legge universale e attraverso la propria rettitudine ed al suo alto senso morale impartisce gli ordini necessari a mantenere l’ordine universale.

Di un uomo si tratta, un uomo che è stato bambino e giovane, un uomo che ha sbagliato, che ha sbagliato tanto, ma un uomo illuminato, critico verso se stesso e curioso, anzi bramoso di conoscenza.

Per mezzo dell’addestramento è stato ben nutrito di pochi sani principi che da sempre l’uomo invidia alla natura, la sua mente è stata animata dal sapere supremo e da una luce fortissima che da esso viene sprigionata.

Il Generale ha vissuto tantissime esperienze che lo hanno formato come uomo, ha conosciuto usi e costumi di popoli lontani, ha studiato l’energia sprigionata dall’atomo, ha apprezzato la sottile arte del compromesso che permette attraverso il dialogo di arrivare sempre ad una posizione mediana,

ha rinforzato il proprio corpo attraverso il sudore e gli ha così permesso di essere il custode della sua mente sana.

Ha inseguito l’ideale prima di comprendere l’importanza del reale, ha vissuto la sua vita fino in fondo dando libero sfogo alle proprie emozioni, urlando di gioia e piangendo di fronte al grande dolore generato dall’errore.

 

Oggi il Generale è venuto a trovarmi e mi ha chiesto di arruolarmi nel suo esercito di volontari, mi ha detto che è, questa, una vita di grande sacrificio, mi ha detto che da oggi in poi affiderò la mia vita alle sue mani se deciderò di seguirlo.

Il Generale è venuto per convincermi ma a passato tutto il tempo a cercare di farmi capire la difficoltà di questa scelta, sembrava quasi che volesse convincermi del contrario&ldots;

Io, che sono un giovane, ho riflettuto, poi, rivolgendomi a lui con lo sguardo abbassato:

 “Signore, io non voglio impugnare le armi, non voglio uccidere alcuna forma di vita, voglio solo amare la vita e viverla serenamente&ldots;”

“Figlio mio, io non ho mai impugnato un arma nella mia vita, ho sempre conseguito il mio scopo con la sola freccia che veramente può trafiggere l’animo umano, è un dono di Cupido&ldots;

&ldots; E’ la parola&ldots;”

“Va bene, Padre, sono pronto.”