Non hai scuse per quello che fai
Qualcuno ti dirà sempre che hai sbagliato
Che sei esagerato
Che questa non è la vita
Che bisogna stare tranquilli e aspettare che ci portino via
Nel frattempo perdere tempo
Lavorando, amando, soffrendo, prendendo i sole, e scopando
Tutto con calma
Senza urla
Né odio
Né scarpe sul letto
Due docce al giorno
E assorbire quanto più sangue possibile
Di questa merda sotto le scarpe ne abbiamo abbastanza
Ma restiamo legati a sogni di normalità
Con la follia che scalcia dentro steccati di legno
Prima o poi bambino mio anche tu capirai
Quanto è strano essere diverso.
Mio padre me lo ripeteva sempre: Fottitene
Continuava a ripetermelo
Quando era fuori ad annaffiare piante
E cacciare demoni annidati tra piante grasse e ciclamini
Mio padre me lo ripeteva sempre: Fottitene
Lo diceva a tavola quando il vino era già nei bicchieri
Me lo diceva a tarda notte tra lattine di birra tedesca berferdofernda 0,60 cent.
Vuote lasciate morire sul tavolo bianco della cucina sotto la luce al neon
Mio padre me lo ripeteva sempre: Fottitene
Avrebbe voluto dirmelo in tutte le lingue del mondo
Perché capissi meglio
Mio padre è morto due giorni fa
E su quel letto mentre la morte gli massaggiava i piedi
Avrei voluto dirgli Fottitene Papà
Ma i suoi occhi si sono chiusi troppo presto
Portandosi con sé tutti i Fottitene della sua vita.
Anche della mia.
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così
Lo sapevo quando ti ho visto per la prima volta
La testa in giù a fissare chissà cosa
E i riccioli biondi che incorniciavano quella terribile timidezza.
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così
Come quel feto che ha trovato vita e morte dentro di te
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così
Come nei film
Lo sapevo anche quando ti passavo la mano tra i capelli
Quando il tuo pianto allontanava le mie miserie
Lo sapevo anche quando ti ripetevo: Non ci lasceremo mai
Lho sempre saputo
Come lo sanno le troie
I filosofi
E i figli di puttana
Lo sapevo
Come lodio sa dellamore
Lo sapevo come
Chi deve ancora nascere
Lo sapevo perché ho i piedi poggiati su terreno
E la testa imprigionata in ragnatele di verità
Lo sapevo come lo sanno i Morti
Che niente è per sempre se non il momento
In cui ti chiedo scusa.