Sotto mentite spoglie

 

Una novella di Gabriella Cuscinà

 

Le era sempre piaciuto leggere e indulgere nella narrativa di ogni genere. Forse rientrava nel novero di quelle persone la cui fantasia è fervida ed ha bisogno di essere alimentata di continuo.

Andrea aveva sempre ammirata tale prerogativa della moglie. Era una patita di grandi scrittori e d’illustri giornalisti. Si documentava e sapeva ogni cosa su di loro.

Riguardo a ciò, il marito la prendeva in giro e quando avvertiva che s’appassionava troppo di questo o quest’altro scrittore, diveniva vagamente geloso.

Durante un viaggio a Milano, conobbe il fratello di un giornalista famoso e nella sua mente diabolica partorì all’istante l’idea di uno scherzo.

Divenne amico del suddetto e l’invitò ad andarlo a trovare a casa sua. Spiegò che la moglie era un’ammiratrice del fratello e sarebbe stata entusiasta di fare la sua conoscenza. Anzi! Avrebbe dovuto farsi passare proprio per il giornalista e giocare un tiro bonario alla sua consorte.

“Non se ne parla nemmeno, caro mio! Come potrei fare! No, no. Quello che proponi è troppo azzardato! Avrò piacere di venire a casa tua quando vorrai, ma non chiedermi di presentarmi sotto mentite spoglie.”

Guglielmo, così si chiamava, fu determinato nel rifiutarsi e si salutarono col proposito di rivedersi a casa d’Andrea.

L’occasione era sembrata troppo allettante e lui continuava a pensarvi e ad immaginare tutta una pantomima di cui sarebbe stato volentieri il regista.

Caso volle che Silvia, un’amica della moglie, anche lei fanatica di scrittori, prese a parlargli di un libro pubblicato proprio da quel giornalista.

“L’ho conosciuto! Ah quello, sì! Abbiamo instaurato una simpatica relazione. Pensa che verrà a trovarmi a casa.” Ostentava un’aria di sussiego.

“Cosa! Hai conosciuto Marrani? Ma va!”

L’amica era incredula. Lo scherzo diveniva impellente vista la situazione favorevole.

Sollecitò la moglie ad organizzare un ricevimento cui avrebbe invitato il famoso scrittore e giornalista.

Arrivò dunque la famosa serata e la loro dimora era agghindata a festa. I saloni erano folgoranti di luci e i vasi di fiori erano sparsi a diffondere il loro fragrante olezzo.

La padrona di casa era eccitata ed ansiosa di conoscere l’illustre personaggio, e l’amica lo era più di lei.

Guglielmo arrivò puntualmente e Andrea lo presentò alla moglie dicendo: “Cara ecco qua Terenzio Marrani, non vedevi l’ora di conoscerlo, ed eccoti accontentata!”

La persona in questione restò a mezz’aria e con un pallido sorriso, parve voler ribattere, ma il suo ospite continuò:

“Per gli amici è Terry, puoi chiamarlo così. Oh Silvia! vieni ti presento il grande Marrani.”

“Non sono&ldots;” aveva cercato di dire il poveretto imbarazzato.

“Sì certo, non sei in perfetta forma. E’ comprensibile, sei sceso sola un’ora fa dall’aereo.” Andrea era come un bulldozer, andava avanti per la sua strada. Un uomo meno deciso, si sarebbe perso d’animo udendo i reiterati tentativi dell’amico di svelare la realtà, ma lui invece non si scompose e rimase imperturbabile.

Nel frattempo tra i convitati s’era sparsa la notizia di quella prestigiosa presenza, cosicché tutti volevano fare la conoscenza del famoso scrittore. Questi si sentiva preso in trappola e non riusciva più a districarsi da quell’assurda situazione.

Silvia, che era ancora nubile e sempre speranzosa di accasarsi, prese in disparte Andrea e: “Sai se è sposato?” chiese con finta indifferenza.

“E’ uno che s’innamora e disamora in continuazione. Molto volubile insomma. Credo che abbia avuto una serie infinite di fidanzate, ma ogni volta il fidanzamento è andato in fumo.

Mi ha raccontato che solo una volta gli invitati e il parroco erano schierati ai posti di partenza e, all’ultimo minuto, lui ci ha ripensato.”

Il viso dell’amica tradì la delusione.

“Il povero Marrani adesso è condannato a sorbirsi le ciance di tua moglie su tutti gli scrittori del mondo.”

“Sì però guardala come è felice e gongolante!”

Nel frattempo alla festa era sopraggiunta Ilaria, un’altra amica di famiglia. Era un tipo dai capelli rossi, logorroica ed impicciona. Si dava arie da intellettuale ed era piuttosto saccente.

Non appena le indicarono il famoso scrittore, sgranò gli occhi ed ammutolì. Poco dopo:

“Marrani? Quello? Ma non è lui!” esclamò.

Nessuno le fece caso ed allora s’avviò verso Andrea come se avesse da denunciare il delitto del secolo.

“Ehi Andrea! Per chi si fa passare quello?”

“Come sarebbe a dire! Smettila Ilaria, non cominciare con le tue solite trovate!”

“Io ho visto Marrani in televisione e sui giornali. Non è quello!”

Pareva stesse svelando uno dei tanti misteri di Londra!

“Ha parlato la grande critica letteraria!” Andrea non desisteva.

“Ti dico che non è lui!”

“E io ti dico che sei una visionaria!”

In quel momento Silvia si stava avvicinando di nuovo ed aveva udito l’alterco.

“Su cosa non vi trovate d’accordo?” chiese curiosa.

Ilaria era tutta eccitata ed in fermento:

“Quello non è Terenzio Marrani! Non so chi sia, ma è certo che non è lo scrittore.”

“Cosa!”

“Andrea dice che è lui e invece io dico che non è lui.”

“Cosa!”

“ Ho detto ad Ilaria che è una visionaria.”

“Cosa!”

“Hai intenzione di continuare a dire ‘Cosa?’ o ritieni che prima o poi la smetterai?”

Lui aveva assunto l’aria di un giudice istruttore.

La povera Silvia aveva l’espressione di un pesce lesso! Ma improvvisamente fu folgorata da un’idea:

“Bisogna dirlo a tua moglie.”

Un attimo dopo, fuori, risuonò il fragore di un tuono ed il temporale che era in agguato da tutto il pomeriggio esplose con una violenza che, probabilmente, colse di sorpresa finanche il barometro posto in bella mostra sul terrazzo.

Nel frattempo Silvia si stava dirigendo verso la padrona di casa con il passo di un giaguaro.

“Ho da dirti una cosa terribile!” esordì.

L’altra la guardò sorpresa: “Prima aiutami ad offrire le tartine.”

“No, prima ascoltami. Ilaria dice che quello non è lo scrittore Marrani.”

“Le solite idiozie di Ilaria. Dai aiutami.”

“Mi hai sentito? Non è chi dice di essere!”

“Già! E chi dovrebbe essere?”

“Non lo so, ma Ilaria dice che non è lui.”

La moglie posò il vassoio con le tartine:

“Se è così convinta, che lo dica a lui.”

Silvia restò interdetta, ma non si lasciò scoraggiare. Girò sui tacchi e fece vela verso Ilaria.

“Senti, se ne sei così convinta, perché non lo dici a lui personalmente?”

L’altra parve imbarazzata, ci pensò su, poi si erse su tutta la persona, alzò la testa e s’avviò verso Marrani come Mosè verso il Sinai.

“Mi consenta, cosa l’ha spinta a divenire scrittore e in quale anno ha pubblicato la sua prima opera?”

Quello si sentì preso in contropiede, arrossì e cominciò a farfugliare:

“Io&ldots;.io, beh, sa io&ldots;&ldots;”

“Ha sempre pubblicato con la stessa casa editrice oppure no?”

Guglielmo era in preda al panico. L’altra invece era ormai decisa a non mollare la presa.

“So di poter sembrare scortese, ma io dubito che lei sia chi dice d’essere. Sa, ho visto Terenzio Marrani in televisione e non aveva la sua faccia.”

La resa era ormai inevitabile, lo pseudo scrittore cercò di ridere, ma vi riuscì male:

“Sì, io e mio fratello ci somigliamo poco. Ma non è stata mia l’idea di farmi passare per lui.”

Ilaria pareva Sherlock Holmes in piena azione!

“Ah ecco! Lei è il fratello!”

“Sì, invece Andrea ha deciso di farmi passare per lui. Credo che il nostro ospite sia proprio un giocherellone.” Cercò di nuovo di ridere, ma vi riuscì peggio di prima.

Già Ilaria era corsa in cerca della padrona di casa che aveva ripreso il vassoio delle tartine in mano. Glielo tolse e la trascinò verso Guglielmo.

“Hai visto! Avevo ragione! E’ il fratello. Andrea ha architettato tutto.”

Il protagonista dello scherzo in quel momento avrebbe voluto sprofondare!

“Signora, mi spiace, avrei voluto fare desistere suo marito. Ma sa, quando si mette in testa una cosa, penso che sia peggio di Hitler durante l’invasione della Polonia.

Il viso della moglie aveva assunto tutte le varie tonalità dell’arcobaleno. Poi con aria terrea esclamò: “ Io sono stata egualmente felice d’averla a casa mia! Ma mi dica come si chiama in realtà?”

“Sono Guglielmo. Guglielmo Marrani. Ho due anni meno di mio fratello e non ci somigliamo neanche un po’. Non se la prenda con suo marito. In fondo ha solo voluto animare la festa.”

“E c’è riuscito proprio bene!” Queste ultime parole furono pronunciate con tono di tempesta!

Quando gli invitati furono andati via, fra i due coniugi scoppiò un tale temporale in confronto al quale quello di poc’anzi sembrava un leggero nubifragio.

“Andrea non voglio più parlare con te! Sei uno screanzato e certi scherzi li vai a fare a tua sorella!”

“Quante storie! Pensavo di farti cosa gradita e poi era uno scherzo innocente!”

“Lo scemo che sei! Altro che innocente! Mi hai messo in una situazione da handicappata! Ero alla berlina di tutti! Non ti parlerò più per un anno.”

“Anche per due anni! Starò in pace! Sei una zuccona e non vuoi capire che l’ho fatto per vederti felice!”

“Felice un corno! E’ così che si fa felice una persona?”

Lei non perdeva le staffe tanto facilmente, ma questa volta si sentiva proprio offesa ed umiliata. C'è da dire altresì che l’affetto fra due sposi è una grazia del cielo e perciò, di lì a poco, la sua collera improvvisa cominciò ad acquetarsi e ben presto si sarebbe placata del tutto. Si era ingegnata di tener vivo il suo risentimento, ma l’idea di non rivolgergli più la parola non le andava a genio. Andava ripetendo a se stessa che il marito era il classico esemplare di cocciuto irriducibile buontempone, ma al tempo stesso una voce interiore non cessava di ripeterle che quell’uomo, benché ostinato come un mulo, era buono come un agnellino e, di questi tempi, trovare uno come lui era cosa rara.

Andrea se n’era andato immusonito a guardare la televisione e stava riflettendo che, nell’impeto della collera, aveva rivolto alla moglie epiteti spiacevoli e non era lecito dunque aspettarsi che dimenticasse tutto all’istante.

Invece, lei lo sorprese alle spalle e lo abbracciò. Si sentì attraversato da una specie di corrente elettrica.

“C’è qualcuno lì dietro?”

“C’è qualcuno fra le mie braccia?”

“Sei tu tesoro?”

Anche lei provò la stessa sensazione di corrente.

“Oh Andrea tesoro!”

“Hai detto ‘tesoro’?”

“Certo che ho detto ‘tesoro’, cos’altro avrei potuto dire?”

“Allora è tutto a posto?” La voce di lui era da beota gaudente.

“Sì certo Andreuccio.”

“Sia lodato Dio! Mi sono sentito sull’orlo del suicidio!”

“Ecco che ricominci!” Ma non poté continuare più oltre poiché il marito, voltandosi, le aveva tamponato le labbra con le sue.