ORE LUNARI DI GABRIELLA GAROFALO

  23/08/00

 

Né sogno né speranza

di verde che cede all'altrui fame

sia la parola se marcito seme

giacque nel campo

che a vita non risponde-

perché di seme suo si leva

soltanto a sfregi fame e desiderio

e tanto basta,Morte,mentre abbatti

tuo impeto rovente

sulla ramaglia secca dove invano

ti cerca il Padre e non abbranca.

 

 

 

 

10/09/00

 

Rimuovi,Padre,mia pietra sepolcrale

che più non sia chiusura e impedimento:

io possa infine levarmi dalle tenebre andare

se pure malferma ricadendo

e cieca ormai per luce già deserta-

perché è sciagura al corpo

ad altri corpi schiavo ed asservito

ad anima per stolto suo dissenno

di un corpo dei suoi grembi fatta serva-

assiderate stelle gelarono il mio cielo

quando di Morte e di ricerca amai il silenzio

che mi gettò

dove intendere a sdegno non compresi:

solitudine,altro noi non siamo

e solitudine

al corpo e al desiderio torneremo.

 

17/09/00

 

Seme,marcito seme nel profondo,

seme nero di gemito e compianto

e tu,grembo complice di vita

che ostina nel dissenno,

levami,Padre,levami al più presto

mio grembo leva ed esistenza:

di altro calice,se così dev'essere,

di altro calice consenti che disseti

la parte mia nascosta e più profonda-

perché fu l'anima più stolta ancora d'erba

che per saziarsi attese la rugiada

più stolta ancora di animale

che verde di erba attese per saziarsi-

se disseccarono l'erba e la rugiada

no, non dissecchi l'anima mia stolta:

tua Luce divori e tua Parola

e sia per lei la vita

nel tuo più vero grembo.

 

19/09/00

 

Invano mi dispersi in altri grembi

affannando ricerca di altri corpi

e sempre più levando nel dissenno

gettai nel desiderio di esplorare

ostile mio cielo e sconosciuto:

né istinto che redime possedevo

né traccia né parola che di più salda luce

insegnano il cammino-

nel mio percorso eterna a possedermi

la fame antica e nera del mio cielo

che stelle non possiede né altra luce

che non mi divorò solo nel grembo

ma l'anima,scintilla mia di luce più nascosta,

morì di un solo avido morso:

perché non fosse luce per l'eterno

ma nero di sua fame avesse frutto

quel cielo padre e amante

del mio grembo.

 

19/09/00

 

Perché scelsi per guida per mio esempio

quell'angelo ribelle che più alto

si vide nel suo azzardo

di Luce irraggiungibile in eterno

gettò in grido mia voce

nel dissenno:

io non avrei servito la Parola il Segno

mia sola legge grembo e desiderio-

così dispersi l'anima sperdendo

nell'assurda pretesa,disfregiare

l'eterno movimento di una stella

che in eterno mi vinse mi derise

di suo inganno eterno

che in eterno mi vinse in eterno

levando nel suo inganno

mentre cadevo al nero dove cadde

chi si pensò la prima Luce

e insieme a me trafitto si contorce

al desiderio,Padre,silenziare

tua voce nel suo grembo.