Massimo CUCCADU

 

UN POCO PER VOLTA

 

Brevi Racconti

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La Maddalena, Dicembre 1999.

PREMESSA

 

UN POCO PER VOLTA è un gioco: quello dello scrittore.

Come tale l’ho affrontato senza mai perdere di vista il suo fine che è quello legato al divertimento ed al piacere di parteciparvi.

E’ un gioco che ha permesso ai miei pensieri di essere rappresentati.

UN POCO PER VOLTA, è un insieme di brevi riflessioni che si muovono libere da ogni schema fra le righe di un foglio di carta, senza preoccuparsi di essere un riferimento o di avere alcun compito.

Con questo intendimento, ho lasciato che la mia penna arrivasse al punto senza nessun condizionamento.

 

1

Quarantuno gradi quattordici primi nord, Nove gradi ventiquattro primi est, circa.

Lasciò la sua dimora quando ancora non aveva mosso i primi passi, accompagnato da quel vento che, inesorabile, soffiava per gran parte dell’anno, accarezzando le rocce e disegnando le nuvole.

La crisi economica incombeva ovunque.

Con la morte nel cuore, e con i pochi risparmi partirono verso l’altra parte del mondo in cerca di quel lavoro che li aveva allontanati.

Per amore, o per chissà quale ragione, non gli svelarono mai il luogo d’origine di quell’ossigeno del suo primo gemito.

Durante la sua crescita, non tardò a manifestare la sua sete di conoscenza, soprattutto di ciò che è stato.

Divenuto grande, intraprese, con enormi sacrifici ed immensa dedizione gli studi da archeologo, con risultati sorprendenti.

Risultò il migliore: era ricercato in ogni dove; tutti lo aspettavano per dare alle loro scoperte l’esatta collocazione cronologica che, solo lui, con estrema precisione riusciva a stabilire.

Questa dimensione lo portò a visitare splendidi e meravigliosi paesaggi: solcò tutti i mari del globo arrivando nelle terre più sperdute.

Ogni sua spedizione l’appagava, ma non lo dissuadeva da quella velata malinconia che, ignaro, portava sempre con sé.

Durante uno dei vari viaggi, apprese la triste notizia della perdita dei suoi cari, e nel contempo di quella verità a lui celata.

Si fermò, fino a quando il postino, che in quella occasione aveva un aspetto diverso, gli consegnò una lettera; l’aprì:

--- ARCIPELAGO DELLA MADDALENA, NORD SARDEGNA, ITALY.

--- SI RICHIEDE LA VOSTRA PRESENZA.

Un gruppo di anfore trascinate dal mare aveva deciso di riemergere e stabilirsi tra quelle onde.

Senza esitare, mosso da un forte richiamo, partì.

La luce del giorno l’accompagnò per tutto il tragitto, fino ad arrivare all’ultimo tratto di terra ferma, non poi così tanto ferma, che dava sull’arcipelago di fronte.

Prese il mare e si avviò.

A mezzo passo, riconobbe immediatamente l’ossigeno del suo primo gemito, e quel vento che molti anni prima lo aveva accompagnato: erano lì ad aspettarlo ed a ricondurlo a quella che era la sua casa.

D’incanto quella malinconia, che nessun altro posto al mondo aveva dissolto venne spazzata dallo stesso vento che fiero soffiava.

L’isola l’accolse come una madre che, ansiosa, aspetta il ritorno di un figlio mai perduto.

Lui, rimase lì con quelle anfore, contribuendo ad arricchire la storia del suo scoglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

1/1

Qurantunu gradi quattordici primi nord, nòi gradi ventiquattru primu est,circa.

Ha lasciatu a sò casa quandu ancora non avìa mossu i primmi passi, accumpagnatu da quiddhu ventu chi, inesorabili, buffaia guasi sempri, accarizzendi i scogli nosci e disignendi nuvoli.

A crisi economica era in tutt’i canti.

Cù a morti in cori, e cun pochi sordi, andagghiani verzu l’antra parti du mondu in circa di quiddhu laòru chi l’avìa alluntanati.

Pè ammori, o pè chissà quali raggiò, nun gh’avìani mai dittu u paesi da undi era sciurtitu u sò primmu brioni di vita.

Criscendi, u ziteddhu, avìa a gana di cunnuscì tuttu di iddhu.

Avà jà ommu, cu grandi sacrifici, studiendi monda, si laurea archeologo, cu risultati sorprendenti.

Era u migliori: circatu in ogni parti du mondu; tutti lu vulianu pè dà ad ogna scuperta l’esattu postu cronulogicu chi, solu iddhu, cu estrema precisioni sapìa dà.

Avìa visitatu paesaggi meravigliosi: tutt’i mari du mundu, arriendi un dè terri più luntani.

Ogna sòa spedizioni lu soddisfaia, ma nu ghi facìa pirdì quiddha picundrìa vilata chi, senza vulellu, purtaia sempri cu iddhu.

In unu dè sò viagghi, veni a sapè a tristi nutizia da perdita dè sò cari, e ancora di quiddha verità a iddhu inchiuata.

Si ferma, finu a quandu u pustìnu, chi in quiddha occasioni avìa un aspettu diverzu, ghi dà una lettera:

--- ARCIPELAGO DELLA MADDALENA, NORD SARDEGNA, ITALY.

--- SI RICHIEDE LA VOSTRA PRESENZA.

Un inzemmi d’anfopri trascinati du mari avìa dicisu d’assummà du fundu e rimanì tra quiddhi ondi.

Senza pinzaghi dui vorti, presu da un forti richiamu, parti.

A luci du jornu l’accumpagna pè tutt’u viagghiu, finu ad arrià all’urtimu trattu di terra ferma, no cussì tantu ferma, chi dagghìa supra l’arcipelaghu difronti.

U vapurettu lu duìa purtà in quiddhu Scogliu.

A " mezzu passu " , cunnosci alisambrettu l’ossigenu du sò primmu brioni di vita, e quiddhu ventu chi monda anni indaretu l’avìa accumpagnatu: eranu culà ad aspittallu ed a purtallu a quiddha chi era a sò casa.

Quiddha picundria, chi nisciun’antru postu du mundu avìa scioltu veni, avà, scuzzulata da u stessu ventu chi fieru buffaia.

L’Isula l’agganta comme una mamma chi, ansiosa, aspetta u ritornu d’un fiddholu mai perzu.

Iddhu, rimani culà cun quiddhi anfori, aiutendi ad arriccchi à storia du sò Scogliu.

"Traduzione in dialetto maddalenino di Pier Carlo ACCIARO"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

2

In Ogni Angolo Del Mondo

Diversi erano quelli che percorrevano il lungo viale al centro di quella città che tanto ha dato alla storia.

Passi gentili, brevi, pesanti, tutti calpestavano quel granito che in silenzio sopportava.

Di ognuno di loro conosceva la cadenza; scandivano le ore della sua giornata e gli occupavano quel tempo che non poteva vedere.

Li degnava di assolute attenzioni, e dal ritmo capiva il verso e l’umore di chi li conduceva.

Particolare era il modo di avanzare che differiva gli uni dagli altri; solo la continuità li rendeva uguali.

Così trascorreva i suoi giorni, dai primi raggi di sole che riscaldavano il suo volto, alle gocce di rugiada che bagnavano i suoi bianchi capelli.

Era tale da preoccuparsi se, venuta sera, uno di quei passi non aveva calcato l'illustre via.

Ciò disturbava il suo sonno e rendeva ansioso il risveglio.

La sua esistenza l’aveva vissuta in un angolo di quel viale, senza che nessuno di quei passi si fosse arrestato, una sola volta, per mostrargli interesse.

UN POCO PER VOLTA

3

Grasso che cola

Tagliava la carne stando attento a separare bene il grasso dalla polpa, sotto lo sguardo severo dei genitori che osservavano venissero rispettate al meglio le consegne del galateo.

Tutto questo si ripeteva ogni qual volta la tavola, imbandita, si presentava come un esame da superare.

Le guance paffute ed i boccoli biondi lo rendevano un bambino vispo e simpatico poco incline all’ordine e alle buone maniere.

Quando il rito della cena veniva consumato onorando le regole, gli era concesso l’uso dei videogiochi prima dell’abbraccio con Morfeo.

Quella sera le sue avventure con Supermariobross vennero precedute da un frenetico zapping.

La sua attenzione fu catturata da un gruppo di bambini con la pancia gonfia e l’espressione stanca, che occupavano le ossute mani con delle ciotole vuote in attesa che qualcuno le riempisse.

I loro occhi s’incrociarono.

Il sorriso che sempre gli ricongiungeva quelle paffute guance, si trasformò in una curva all’ingiù oscurando quel volto che si chiedeva perché.

Istintivamente corse, in gran segreto, in cucina, colmò un piatto con tutto ciò che poteva contenere e lo mise dinanzi al televisore sperando che i suoi nuovi amici ne potessero usufruire.

Lì passò la notte.

La mattina seguente quel gesto così spontaneo risultò essere cibo per le mosche e gli altri insetti.

--- Una società così evoluta , può permettersi di nutrire mosche ed altri insetti, dimenticando che da qualche altra parte dello stesso mondo li mangerebbero pur di sfamarsi.

Deluso per non aver potuto soddisfare quegli sguardi spenti, fuggì da quella casa che eccedeva in ogni cosa; voleva andare dall’altra parte dello schermo ed unirsi a quelle fragili braccia distese, e con loro dividere quelle ciotole vuote.

Chissà se un giorno l’innocente solidarietà di un bambino sconfiggerà l’indifferenza degli adulti.

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

4

Oltre

Univa i due lembi di terra che la natura aveva diviso, congiungendo la riva di un’isola felice con la terra ferma.

Bulloni, travi e tutto quel ferro lo rendevano imponente; dava sicurezza al solo sguardo e all’idea di calcare quel legno tanto pregiato.

La storia gli attribuiva diversi anni, ma non lo collocava fra quelle cose da ricordare.

Piedi, ruote, distrattamente lo avevano sempre attraversato senza considerare che, senza, non avrebbero potuto: la consuetudine non stimolava nessuna riflessione.

Solo il vecchio sapeva.

La sua esistenza l’aveva vissuta in quella piccola casa adiacente; dalla posa della prima tavola, alla formazione della sua struttura fino al completamento dell’opera.

Aveva registrato ogni singolo bullone e dipinto il suo ferro; per lui non era solo un tramite, era un compagno al quale aveva dato, e dal quale aveva ricevuto la giusta importanza fino alla fine dei suoi giorni.

Indifferente a tanti, si consegnò alle sole reazioni di ossidazione e al proliferare dei tarli che se ne impossessarono senza nulla togliere alle sue origini.

La vita è come un ponte, non è mai per caso, a volte unisce a volte divide e anche se percorsa senza alcun interesse, è l’unica via per andare oltre e per traghettarci dall’altra parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

5

Attimi

Un lungo viaggio, un cammino tortuoso, ed un’affannosa ricerca.

Certo di raggiungerla partì, affidando all’istinto la scelta della direzione.

Il primo giorno si concluse con una notte stellata: erano talmente tante che era difficile solo pensare quante fossero.

Il mattino seguente, un sorridente sole illuminava la grande vallata

Alzatosi di buona lena, non perse tempo a ricomporsi e si avviò.

Lungo la strada, dei bambini giocavano rincorrendosi animosamente; sull’uscio di casa la madre divertita vigilava attenta e, poco più in là, il padre, confortato dalle loro urla, continuava il consueto lavoro dei campi speranzoso per un buon raccolto.

Ancora qualche istante ed è una fugace immagine lasciata alle spalle.

La ricerca continua, la marcia è spedita.

E’ già tanta la distanza percorsa, alimentata da una fiducia che non dà spazio a nessun dubbio.

Una coppia di anziani signori avanzava faticosamente tenendosi per mano; ad ogni passo il loro tenero sguardo s’incrociava.

Nessuna distrazione.

I giorni passano e le direzioni perseguite invano riducono ora le possibilità di giungere all’ambita meta.

L’ultima scelta, lo portò dinanzi ad una buia e sterminata foresta della quale s’ignora la via del ritorno.

Si arrestò e, sconsolato rimase lì immobile.

Cercava la felicità, ed era certo di raggiungerla, ma non si accorse di averla incontrata senza degnarla di nessuna attenzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

6

Strade

Si voltò dall’altra parte: una scena già vista, già vissuta.

Proseguì con passo svelto e deciso, conducendo quei piedi che la testa voleva arrestare.

L’atto si consumò ancora prima che avesse svoltato l’angolo.

A casa arrivò puntuale: via la giacca, la cravatta, presto a tavola.

Una bella famiglia, che in certe circostanze dava più il senso d’insieme: sorrisi e discussioni per bene.

Il rientro dal lavoro era quasi sempre lo stesso, accompagnato dalle prime ombre della sera lungo quella via da tanti frequentata.

Il telefono squilla: l’ufficio richiede la sua presenza.

Una rampa di scale e giù nella strada.

Chi vende se stessa, forse, non ha altra scelta, chi sfrutta una debolezza non ha nessuna giustificazione.

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

7

Amen

Era seduto all’entrata della Sua Chiesa.

Lo vide e si sistemò, in piedi, alle sue spalle.

Nessuno, oltre loro, divideva quell’irreale silenzio.

Appena un attimo e si alzò.

Con andatura china si diresse verso l’altare; una genuflessione, che chissà quante altre volte aveva fatto, ma che ogni volta testimoniava un’intatta dedizione, poi via verso quella porticina che da dietro conduceva all’alloggio del Cappellano.

Si chiese se il suo ingresso, pur se misurato, avesse disturbato quella quiete e quel meditare: con questo dubbio rimase per tutto il tempo.

La vista di quell’uomo gli procurò un sorriso spontaneo: vedere l’anziano Monsignore che con tanta autorià aveva "governato" i suoi fedeli, in un angolino di quello che un tempo fu il suo regno, lo mostrò più umano e più vicino di quanto non lo fosse quando calcava l’altare per le sue prediche.

Si era dovuto sempre sforzare per seguirlo e per capire l’esatto significato di quelle parole, arrivando spesso ad una parziale e confusa ricezione che si riassumeva in un’unica riflessione:

Perché?

Tanto si è detto di lui, tanto è stato amato, quanto contestato.

Ora non è più il Parroco, l’età e la salute l’hanno spodestato e relegato ad inquilino della Sua Chiesa.

Non sono i ruoli che stabiliscono la statura delle persone e svelano i tanti perché: porsi delle domande, forse, è la via giusta per conoscere la verità?

Dopo ogni sua predica, le domande non sono mai mancate.

Amen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

7/7

Amen

Era pusatu all’intrata da Sò Jesa.

L’ha vistu e si sistema, in pedi, a i sò spaddhi.

Nisciunu, sinnò iddhi, dividìa quiddhu silenziu irreali.

Un attimu solu e pò s’aizza.

A capu in bassu và verzu l’altari; una genuflessioni, chi chissà quanti vorti avìa fattu, ma chi ogni vorta testimoniava una dedizioni intrega, pò via verzu quiddha portareddha chi d’addaretu si và all’alloggiu du Cappellanu.

Si dummanda si u sò passà, ancora si a modu, avìa spizzatu quiddha paci e quiddhu prigà: cun quistu pinzeru rimani cussì pè tutt’u tempu.

A vista di quiddh’ommu ghi veni un surrisu spuntaneu: vidè l’anzianu Monsignò chi cu tanta autorità avìa " governatu " i sò fedeli, in un cantu di quiddhu chi un tempu era u sò regnu, lu fà essi più umanu e più vicinu di quantu nun era quandu a cavaddhu all’altari pridicaia.

Si era duùtu sempri sforzà pè siguillu e pè capì u significatu esattu di quiddhi paroli, arriendi spissu ad una parziali e confusa ricezioni chi si riassumi in un unica riflessioni:

Parcosa?

Monda s’è dittu d’iddhu, è statu amatu monda, quantu contastatu.

Avà nun’è piuni ù Parrucu, l’età e a saluti l’hannu livatu da u tronu finu a faghi fà l’inquilinu da sò Jesa.

Nun sò i compiti chi dannu l’artezza dè perzoni e ti fannu cunnuscì i parcosa: fassi dummandi, forzi, è ‘a vìa justa pè cunnuscì ‘a verità?

Dopu ogni sò predica, i dummandi nun sò mai mancati.

Amen.

"Traduzione in dialetto maddalenino di Pier Carlo ACCIARO"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

8

Nessun Rispetto

Sguardo in su.

Osservava mentre brillavano.

Riflettevano luce facendo trasparire immagini che raccontano una vita ancora da vivere.

Una lunga salita, che col tempo sarebbe divenuta sempre più irta.

I primi passi, accompagnati dalla compassione di chi pensa che la normalità debba rispondere a determinati caratteri somatici.

Compassione, che è solo una scusa di chi nasconde i propri limiti nella diversità di un’altro.

Saranno sottovalutate le sue capacità e sarà eccezionale ciò che farà di normale.

Sarà un giuoco per molti ed un peso per altri.

La cima è lontana, e ben presto l’indifferenza condurrà il proseguo di questa salita che scoraggerebbe chiunque, ma che è l’unica via per chi non può sceglierne un’altra.

Saranno i suoi compagni di viaggio, li porterà con sé senza sentire il peso: darà loro la stessa importanza che a lui è stata data.

Ignaro di ciò, gioiva per gli occhi di sua madre e per quella luce, sperando solo che non si chiudessero mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

9

Ciò che resta

( Per Federica )

Chiuse gli occhi e calò il sipario.

Divertiva quando, con smorfie e gesti imitava chiunque, senza trascurare nessun particolare, lo faceva calandosi interamente nella vittima di turno.

Preferiva quelli poco inclini al sorriso e allo scherzo, e quelli che si atteggiavano, rendendoli più divertenti e socievoli di quanto non fossero.

Facevano a gara per averla e passare del tempo con lei.

L’imitazione migliore, quella che tutti ricordano sempre, è quella del professore di fisica e dei suoi tic: il bis un obbligo.

Quel giorno, il camice bianco non lasciò spazio al gioco; non una copia, non una caricatura; era la realtà, quella che subisci e basta.

La disperazione e lo sconforto presero il sopravvento su ognuno, ma non su di lei che scoprì nuovi personaggi da imitare ed aggiungere al suo repertorio.

Quel lettino, in sesta corsia, diventò il palcoscenico del suo ultimo spettacolo.

Chiunque varcava quella soglia non sfuggiva alle sue regole.

Era luce in tutto quel buio.

Forse sapeva, ed aveva sempre saputo; il suo modo d’essere, quello sdrammatizzare ed ironizzare su ogni situazione esorcizzando anche il male, non era un’infantile esibizione, bensì un messaggio diretto a chi dà troppa importanza all’apparire senza curarsi dell’essere.

Se n’è andata presto, ma tutto è poco confronto all’eternità e al ricordo riposto nei nostri cuori.

--- Guarda lassù, quelle nuvole; sono i baffi del professore di fisica!

" Non è la storia di Federica, ma del suo sorriso che comunque continuerà ad esserci "

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

10

Piccoli Particolari

Mangiare a più non posso, questo è ciò che doveva fare per mostrare quanto cibo assimilava; niente male come idea.

Correre correre correre, spendendo quell’energia che le impediva di fermarsi, per consentire di valutare la propria resistenza.

Smarrite, si muovono fra quelle pareti così vicine, ma tanto lontane dalla libertà; libertà negata, che spesso rende liberi da molti dubbi chi in loro ripone infinite speranze.

Numerose sono le prove in cerca di quelle verità racchiuse in tre lettere dell’alfabeto; numerose sono le risposte di chi vive nel silenzio animato solo da gesti semplici ed istintivi.

Strano il loro destino; nate per soffrire tra la totale indifferenza, così determinanti per progredire e per cercare di ampliare quel sapere che, senza, forse, non saprebbe.

Eroine senza maschera e senza muscoli le cavie!

Con il loro sacrificio danno la vita per la vita:

Un piccolo particolare.

 

 

UN POCO PER VOLTA

11

FANTASTICA

( La favola di Luce )

Un bel giorno il Signor Vento portò un minuscolo granello di sabbia; il suo nome era Tondo.

Tondo rotolava sempre a destra ed a sinistra aspettando che altri piccoli amici lo raggiungessero.

Dopo qualche tempo, la Signora Pioggia, che da su veniva giù, consegnò fra le braccia di Tondo una dolce sorpresa; il suo nome era Goccia.

Goccia e Tondo divennero subito indivisibili.

Dall’alto, il Signor Sole, sempre sorridente, li osservava e li riscaldava, facendo sì che i due allegri ospiti crescessero in tutta salute.

I giorni trascorrevano felici, Tondo e Goccia passavano il loro tempo giocando senza mai fermarsi.

Sospesa, cullata dalla Signora Aria, un’amica leggera aspettava per venire giù; il suo nome era Polvere.

Con un grosso balzo, Tondo e Goccia afferrarono Polvere, che così toccò terra per la prima volta.

Insieme festeggiarono, cantando e ballando, illuminati dalla Signora Luna, che con le Sorelle Stelle, divertite vegliavano.

Dopo nove mesi, gli inseparabili compagni, decisero all’unisono di chiamarsi con un solo nome: Luce.

Luce prese una grande rincorsa e con un lungo salto venne fuori.

Fantastica é la luce: Goditela!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

12

Due per una vita

Un maschio.

Il gemito è inconfondibile. Il sorriso orgoglioso del Padre;

--- Complimenti, Auguri.

Le pacche sulle spalle, gli abbracci, le lacrime di gioia.

Continua il pianto che rompe il silenzio di una notte tranquilla come tante.

--- Sarà il Presidente, sarà il migliore!

Si aprono le porte, il passo è blando, la testa china:

--- Ci sono state complicazioni, non c’è l’ha fatta.

Quelle labbra, che ancora racchiudevano un sorriso di gioia, si ritraggono in una smorfia di sgomento, di incredulità, le mani che hanno appena asciugato le lacrime vanno sui capelli.

--- Mi dispiace, coraggio.

Il gemito rimbomba scandendo questi attimi interminabili.

Gli abbracci, quegli stessi abbracci che hanno cinto delle spalle forti, ora le sorreggono.

Qualche ora prima, il loro autista li aveva lasciati dinanzi all’ingresso di una lussuosa clinica privata.

Da tempo, avevano deciso le sorti del Presidente, il college, il master negli U.S.A e la carriera professionale.

Tutto calcolato.

--- Pensa tu al rinfresco, non dimenticarti del Dottor...,

dell’Onorevole... e che tutto sia curato nei minimi particolari.

Le scale sono terminate; un bacio sulla guancia, un abbraccio contenuto.

Oggi occupa la poltrona del presidente, per sua scelta, sulla scrivania una foto, un sorriso, che ha dato vita ad un altro sorriso forse più malinconico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

13

Zì Tugnì

Mani su mani, carezze che accompagnavano quegli attrezzi guidati da un’esperienza che solo il tempo può dare.

Forme, stampi, trattati con una forza che non opprime, ma consolida.

Una danza, in un’atmosfera serena da lei stabilita.

Era adagiata stancamente su un fianco, avvolta da rovi ed erbacce, decisa ad abbandonarsi ad un mesto destino.

Il fango, che le aveva permesso di fronteggiare i numerosi inverni trascorsi, mascherava i tanti difetti e rendeva il suo aspetto meno triste di quanto non fosse.

Ne cercavano una simile; arrivarono per caso ad interrompere quell’interminabile attesa.

Il confronto fu subito sincero e, nonostante tutto, vennero attratti dalle sue forme e dal suo mostrarsi: senza esitare la portarono via.

Il timone, che governava la volontà e la tenacia, non bastava a condurre in porto l’audace sfida; c’era bisogno di chi dell’antica arte del costruire ne aveva fatto ragione di vita.

Non si tirò indietro; colse la nuova prova con un sorriso che lasciava intendere ciò che sarebbe successo.

Il mare se l’è ripresa: Zì Tugnì naviga con il vento nelle vele, portando con sé il nome ed i segreti del suo maestro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

13/13

Zì Tugnì

Mani su mani, carezzi chi accumpagnaianu quiddhi attrezzi guidati da un’esperienza chi solu u tempu p’ò dà.

Formi, stampi, usati c’una forza chi nun ammuscia ma rinforza.

Una danza, in un’atmosfera sirena da iddha stabilita.

Era missa stancamenti da un fiancu, cuperta da spini ed erbi, dicisa a lasciassi andà ad un mestu destinu.

U luzzu chi gh’avia permessu d’andà avanti pè nummerosi inverni passati, nascundìa i monda difetti e facìa u sò aspettu menu tristi di quantu nun era.

Ni circaianu una cussì; arrianu pè casu a rumpì quiddha attesa interminabili.

U confrontu è statu subbutu sinceru e, nonostanti tuttu, vengunu stregati da i sò formi e da commi si presentaia: senza pinzaghi un attimu la portanu via.

U timmonu, chi guernaia a volontà e a forza, nun basta a purtà in portu l’audaci sfida; gh’era bisognu di quà avìa fattu dill’antica arti du custruì barchi a sò raggioni di vita.

L’ommu nun si tira indaretu; ha presu quista noà pròa cun surrisu chi facìa capì quiddhu chi avarìa fattu.

Finarmenti u mari se l’è ripresa; Zì Tugnì naviga cù ventu unde veli, purtendi cun iddha u nommi ed i sigreti du sò maestru.

"Traduzione in dialetto maddalenino di Pier Carlo ACCIARO"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

14

XLII

Sguardo rivolto a quelle porte che incorniciano il cielo, riflessioni confuse tra voci e rumori che fendono l’aria.

Via: gambe distese, sorrette da tanta forza e dalla convinzione che l’obiettivo è dietro l’angolo verso quella benedizione che rende piacevole la distanza.

Ventuno: ciò che è rimasto alle spalle e quello che ancora manca; la città eterna muove quei piedi smorzando la fatica che si sta impossessando di un corpo trasportato.

Indipendenti sono i pensieri che riportano la mente a pagine di storia scritte da chi attraversava quei tragitti per altre mete.

Trentadue: non è l’età della prima volta, è il momento della verità; quelle monetine lanciate accompagnate da un desiderio, spezzano, ma solo per un attimo, una stanchezza ormai padrona incontrastata della situazione.

Guidate normalmente per deambulare, decidono, ora loro, il da farsi intente a terminare ciò che è stato iniziato spinte dalla sola inerzia.

Quarantaduecentonovantacinque: la scritta "arrivo" spalanca un sorriso in un volto marcato dai metri percorsi: cinquantaquattromilaseicento passi; tanti ce ne sono voluti per oltrepassare quella linea bianca.

Diversi sono i traguardi da perseguire nella vita; correre può aiutarci a farlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

15

Saldi

Supermercati Alingros, da sempre i tuoi Supermercati; tutto di tutto a prezzi scontatissimi.

Terminata la scuola dell’obbligo, senza esitare, divenne un commesso: gli era sempre piaciuto; fin da piccolo girovagava tra gli scaffali sognando un giorno di essere lui a sistemare quel caffè, quel detersivo, e di ogni singola voce conoscere l’esatta collocazione, la qualità ed il prezzo.

La divisa, con il nome applicato sul taschino, lo rendeva felice e gli conferiva una certa aria.

La disponibilità e la cortesia tra le sue prerogative; i clienti, rassicurati dalle sue delucidazioni risultavano sempre soddisfatti, e quelli abituali gli dimostravano un sincero affetto.

Tutti quei metri quadri erano casa per lui, si muoveva con estrema disinvoltura impegnando ogni attimo di tempo per rendere il suo servizio migliore.

Sempre in ordine, teneva, maniacalmente, a quella sua divisa, semplice, molto colorata.

Quindici anni prima, un’altra divisa, meno colorata, lo aveva raccolto all’interno di una busta di plastica dei Supermercati Alingros, da sempre i tuoi Supermercati; tutto di tutto a prezzi scontatissimi; piangeva dentro un cassonetto della spazzatura insieme ad altri rifiuti dei quali s’ignorava la qualità ed il prezzo, ma era chiara la collocazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

16

Mete

A cento passi, circa, da quel negozio di alimentari dove la Signora Maria è quella che affetta i salumi, che sceglie la frutta e che siede alla cassa; a cinquanta passi, circa, dal giornalaio che rende vano leggere il giornale giacché dal primo mattino divulga le notizie ad alta voce; a duecento passi, circa, dall'unica farmacia del Dottò, che è lo stesso che cura, prescrive e vende le medicine.

La sua casa nasceva lì, tra quelle distanze che si contano coi passi e si annullano con lo sguardo; tutto ciò per appagare quel senso di insicurezza in lui innato.

Ogni suo spostamento doveva poter essere quantificato in funzione dei suoi parametri, diversamente veniva vanificata qualsiasi iniziativa mirata a convincerlo.

Non era stolto, tantomeno voleva sembrarlo; era così.

La finestra, che dava sulla graziosa piazza del piccolo centro, circa quaranta passi per quaranta, godeva della sua presenza nelle notti stellate: le fissava fino a quando la luce dell'alba scalzava il buio della notte che le portava con sé.

La negoziante, il giornalaio, il farmacista ed il resto del paese, si domandavano cosa lo spingesse, tra le altre cose, a passare tutto quel tempo dietro quei vetri.

Desiderava andarci su quelle stelle, e si chiedeva quanti passi ci sarebbero voluti per raggiungerle; ogni volta una somma diversa.

Immense sono le distanze che circondano il nostro mondo che va a spasso coll'universo, e anche se non sono i passi a stabilirle, dovrebbero farci riflettere su quanto siamo piccoli, e su come, a volte, alla nostra fantasia è affidato il compito di percorrerle.

Mai stare troppo coi piedi per terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

17

L'attesa

Mittente: Ivo SATURNINO Via Largo Felice 17 001101 VOLTURNO.

Destinatario: Siria BJ 5.0 Via Lattea 1117 COSTELLAZIONE SERENA.

La diciassettesima lettera tornò indietro con la seguente dicitura: il suddetto indirizzo risulta sprovvisto di codice di avviamento postale.

Finalmente una risposta, delle poste, ma comunque una risposta.

Due notti dopo:

Mittente: Ivo SATURNINO Via Largo Felice 17 001101 VOLTURNO.

Destinatario: Siria BJ 5.0 Via Lattea 1117 00010117 COSTELLAZIONE SERENA.

La ventisettesima lettera fu recapitata al mittente accompagnata da due righe: il suddetto indirizzo non risulta presente in nessuno degli stradari a nostra disposizione.

Eppure era certo dell'indirizzo, l'aveva trascritto bene; più di una volta glielo aveva ripetuto, l'affrancatura andava bene ed il formato rispondeva alla norma.

Tanti sono i disguidi e le persone penalizzate dal servizio postale, ma prima dei ricorsi volle aspettare ancora qualche notte fiducioso in una risoluzione.

Se ne innamorò fin dal primo momento, non pensava ad altro, e soprattutto, non scriveva altro.

Quella luce s'impadronì completamente di lui e del suo inconscio.

Diversa dalle altre, leggera e discreta, misteriosa ed intrigante:

nulla per lui contava quanto lei.

Il postino, ormai un caro amico, non aveva una spiegazione plausibile, si limitava ad incoraggiarlo ed a consolarlo nei momenti più tristi.

L'edicolante che gli vendeva la carta per scrivere, contro i suoi interessi lo spronava a sporgere una denuncia direttamente al Ministero per omissione di servizio.

La notte non riusciva più a dormire e tra le altre cose perse anche lei.

Scriveva senza sosta e spediva a quell'indirizzo sicuro che prima o poi quella lettera sarebbe arrivata.

L'ultima gli rimase tra le mani quando la stanchezza s'impadronì di lui.

Al suo risveglio, si accorse di non averla più e provò una dolce sensazione di sollievo.

Nel sonno era iniziato tutto e nel sonno era finito.

---Quello dei sogni non è un mondo molto diverso dal nostro: le lettere arrivano quando meno te lo aspetti; forse sarebbe meglio telefonare, col prefisso naturalmente!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

18

Quei giorni

Suona la sveglia di una mattina come tante; fuori piove e le gocce scandiscono il tempo che passa senza curarsi di chi lo impiega.

La mano va alla ricerca di quel tasto che subito imprime il ritmo alla giornata stabilendone il proseguo.

Le pantofole aspettano quei piedi che da lì a poco si muoveranno conducendo uno scomodo inquilino.

Gesti meccanici e consueti si ripetono; l'acqua scorre, nello specchio un'immagine riflessa che non è la stessa di quella di fronte.

Belli quei giorni, quando era lieto il risveglio, quando quel raggio di sole stimolava ed accelerava quegli stessi gesti rendendoli piacevoli.

Belli quei giorni, dove il tempo, un alleato prezioso, correva insieme, e non contro.

Il profumo del caffè appena tostato, che presto avrebbe preso per mano del pane caldo tra le mani di chi ancora non s'accompagnava con nessun titolo.

Belli quei giorni, quando insegnare ed educare aveva un senso; senso ai sensi nel lasciarsi trasportare ed iniziare.

L'acqua calda ha smesso di scorrere ed è passato l'effetto del vapore, l'immagine riflessa è tornata quella di chi, ora, vede solo una forma che si muove in funzione di cose già decise.

Belli quei giorni, quando in uno specchio ci si poteva guardare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

19

Riservato

Sgusciate i gamberoni, privateli del filo nero intestinale e lavateli velocemente sotto l’acqua corrente.

Mondate i peperoni e tagliateli a listarelle.

Metteteli in una padella con due cucchiai d’olio, olive nere snocciolate e poi, e poi.....

Le linguine sono lì pronte a tuffarsi nell’acqua calda che presto le piegherà in attesa di una forchetta che le condurrà alla bocca di chi di quel gusto non può farne a meno.

Destinazione tavolo sei; aspetto gradevole profumo travolgente.

A volte è una penna che mette insieme rime sollevando l’anima, a volte quella stessa anima è trasportata da odori e colori che se ne impossessano.

Eccoli i complimenti e le domande nella speranza di catturare quei segreti che hanno reso lieto quel tempo trascorso.

Quelle mani che spesso nessuno ha visto, hanno sempre legato ingredienti che diversamente sarebbero stati solo pubblicità fine a se stessa.

Tante ne hanno fatte, tanti quei palati che hanno goduto delle loro creazioni.

Quelle mani non sono più quì.

Di Lei resta tutto, come di un piatto vuoto del quale non scorderai mai il sapore.

" Nei particolari è l’essenza delle cose "

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN POCO PER VOLTA

INDICE

 

 

PREMESSA

Quarantuno gradi quattordici primi nord,

Nove gradi ventiquattro primi est, circa 1

In ogni angolo del mondo 2

Grasso che cola 3

Oltre 4

Attimi 5

Strade 6

Amen 7

Nessun rispetto 8

Ciò che resta 9

Piccoli particolari 10

Fantastica 11

Due per una vita 12

Zì Tugnì 13

XLII 14

Saldi 15

Mete 16

L’attesa 17

Quei giorni 18

Riservato 19