Scrittrice anche solo per perdere tempo o perchè si è costretti a farlo da
un prof. universitario: ed in questo caso si trasforma l'obbligo in
spunto, per mettere alla prova ancora una volta quella capacità che sono
convinta di avere. Poi, a volte, gli amici....e sempre la mamma, ti dicono
che sei brava...o almeno bravina, e crederci fa bene...quantomeno allo
spirito! Insomma io ci voglio provare! Non si sa mai che possa piacere
anche a voi questa mia rilettura( perchè in effetti l'ho letto più di una
volta!) di "Marcovaldo"!!!!! Io (è giunto il momento di presentarmi) sono.
Claudia Capitani, 24 anni (3/4/1976), studio architettura all'Università
di Firenze (5° anno), maturità scientifica, teatrante in erba,
viaggiatrice reale e virtuale, vegetariana convinta, futura pianificatrice
ambientale (con ipotesi di tesi nei Paesi in via di sviluppo)......e chi
ne ha più ne metta; ovviamente amante delle parole! Grazie della cortese
attenzione.
Pensieri rigirati nelle tasche,
impiastricciatiin un posacenere,
ripiegati più volte e messi ben sotto a tante pietre.
Il fumo esce dalla bocca e gira sciolto
impersonando il segno del futuro che a volte si attualizza.
......Ma i morti ritornano!
E i pensieri come zombie sollevano i sassi,
uscendo allo scoperto, girando nel cimitero e nella mia casa.
Tornano a dirmi che ci sono stati,
che non sono scomparsi del tutto;
ma odiano la luce
amano il mistero della notte e si fanno vedere a me sola.
A me
che spesso giro nella notte, ma venero il Sole e i suoi colori;
quelli che regala alle cose,ogni giorno instancabile,
ogni giorno, ancora!
L'anima rattrappita, tenta di distendere, allungare gli arti
........e incontra muri!
Muri di pietra dura intostita dal tempo,
che non si spostano,
che non crollano mai.
E mi chiedo cosa faccia il Signor tempo! perchè non svolga bene il suo mestiere,
perchè non abbia ancora pulito il posacenere,
perchè non abbia svuotato i cassetti e rinchiuso gli zombie nelle tombe.
Mi chiedo PERCHE'!
indolente, svogliata e stanca;
stanca anche di pormi domande.
E chiudo gli occhi allora
abbandonandomi in una danza limitata ai muscoli della mente.
E cerco la Luna.
Nel cielo sopra di me,
per non allontanarmi troppo, per non stancarmi ancora,
....e per trovare un'amica nella sua faccia tonda.
Vedo un girovago disgraziato in un film,
puttane, travestiti e polizia.
Vedo un porticato e delle ombre,
ricordo una città e un fiume.
Poi mi vedo a camminare sul bordo di un fiume giallo, diverso dal fiume di prima
e più grande e più solo,
più amato dal sole.
Sento nelle dita il caldo del mio sangue e ricordo l'odore di quell'acqua
e le emozioni come scorrevano.
Giorni adimensionati in ore colorate,
attimi, facce, gambe e sorrisi in quel viaggio.
Sono stata Don Quischiotte di uomini neri macchiati di sangue rosso,
il loro;
sono stata sacco di pulci raggomitolato sul sedile di un treno,
sono stata gitana, su terrazze bianche
affacciate su una Spagna che dormiva al giorno,
e mendicante di spostamenti,
a imitazione di una Beat generation che ancora non conoscevo;
sono stata gatto randagio stanco di camminare e osservatore di sentieri cittadini;
sono stata bottiglia vuota sullo scalino di un portone mentre piove
e fiore selvatico al vento, arrivato da tempi antecedenti;
e poi giocoliere di un circo improvvisato su una montagna, con un pubblico di abeti e cespugli
bassi,
e baby-sitter di milioni di rane, prigioniere di un furgoncino utile per tornare in una città che canta.
Poi ho guardato il sole troppo caldo
E l'ho ringraziato perché mi faceva sentire viva.
Ho respirato il vento di una natura cittadina in veste di favola
e mi sono trasformata in principessa.
Ho parlato a cieli con troppe stelle
Ed ho dormito nei loro abbracci.
e poi EMOZIONI, EMOZIONI, EMOZIONI
che stremavano un corpo in vacanza, errante su un mondo temporaneo,
nitido e vero
per la quotidianità rinnovabile che proponeva.